Max Cavalera (Soulfly, Cavalera Conspiracy, ex-Sepultura…) – I miei 10 dischi fondamentali

Il 18/12/2024, di .

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Max Cavalera (Soulfly, Cavalera Conspiracy, ex-Sepultura…) – I miei 10 dischi fondamentali

Ospite questo mese della rubrica Hammer Chart è una di quelle icone della nostra musica a cui non si può non voler bene a prescindere. Dopo aver fondato e portato al successo i Sepultura partendo da quella che era considerata una delle tante periferie del metal, il Brasile, il Nostro è stato protagonista di uno split con i vecchi compagni d’arme che ha spezzato il cuore di tanti aficionados, pur regalandoci una miriade di progetti che approfondivano le sonorità innovative a cui ci aveva da sempre abituato. Ecco perché la sua Top Ten è caratterizzata a metà da dischi fondamentali per la sua formazione e a metà da dischi in cui lui stesso ha suonato…

Black Sabbath – ‘Sabotage’ (1975)
Il sesto album dei Black Sabbath chiude per molti una serie talmente fortunata da essere spesso incorniciata come esempio di eccellenza in ambito artistico. In particolare, pezzi come l’opener ‘Hole in the Sky’, la cangiante ‘Megalomania’, la multiforme ‘The Writ’ e l’oscura visione di ‘Supertzar’ hanno una carica innovativa che influenzerà tonnellate di generi musicali a venire. Su tutte spicca poi il proto/thrash di ‘Symptom Of the Universe’ trattato alla maniera di Iommi e soci, un pezzo talmente affascinante da venire coverizzato proprio dai Sepultura negli anni ’90…

Motörhead – ‘Iron Fist’ (1982)
L’intreccio tra la band di Lemmy e i quattro di Belo Horizonte è ben noto: non solo Max Cavalera ebbe l’intuizione di chiamare la sua nascente band Sepultura (tomba, in brasiliano) proprio traducendo ‘Dancing on your Grave’ dei Motörhead, ma saranno i brasiliani a imprimere il loro marchio su ‘Orgasmatron’ in una versione apparsa sulla B-Side del singolo di ‘Under Siege’, nei primi anni ’90. Max Cavalera ha poi indicato ai microfoni di Metal Hammer Italia ‘Iron Fist’ nella sua personale Top Ten: il disco chiude la fase classica della band, quella dei tres amigos Lemmy, Fast Eddie Clarke e Philty Animal Taylor e giunge immediatamente dopo l’incendiario live ‘No Sleep ‘til Hammersmith’, una vera e propria Bibbia del rock’n’roll contenente tutti i pezzi più amati del gruppo.

New Model Army – ‘Thunder and Consolation’ (1989)
Benché sia arcinota la versione di ‘The Hunt’ dei Sepultura uscita su ‘Chaos A.D.’ e tratta dal terzo album dei rockers britannici, è sul quarto album dei New Model Army che ricade la scelta di Max Cavalera. ‘Thunder and Consolation’ rappresenta un punto di svolta per il gruppo di Justin Sullivan, che inizia a incorporare elementi di musica popolare e folk nel proprio sound tipicamente combat rock, grazie anche all’ingresso in formazione del violinista Ed Alleyne-Johnson.

Slayer – ‘Hell Awaits’ (1985)
C’è stato un momento in cui, se i Sepultura parlavano degli Slayer e viceversa, gli animi si scaldavano oltremodo. I californiani hanno spesso accusato i cugini carioca di eccessiva emulazione, a volte a ragione, più tardi sempre più a torto. In effetti, dalla slayeriana ‘From the Past comes the Storms’ [sic] ai fasti di ‘Chaos A.D.’ di acqua sotto i ponti ne è passata, ma questo è comunque un doveroso tributo quello reso al quartetto di Huntington Beach. ‘Hell Awaits’ è il secondo album degli Slayer, un platter malefico in cui le originarie influenze di Venom e NWOBHM si fanno via via più estreme, intrecciandosi con la complessità della scuola danese dei Mercyful Fate, un attimo prima del botto definitivo sotto l’egida di Rick Rubin. Ne sono esempio la title track e ‘At Dawn They Sleep’, ma tutto il disco ha un’atmosfera oppressiva ben sottolineata dalle composizioni di kerry King e del compianto Jeff Hanneman, da un artwork che resta tra i più belli della premiata ditta Araya/King, nonché dalle briglie sciolte di un Dave Lombardo che cavalca la doppia cassa come una bestia infernale…

Celtic Frost – ‘To Mega Therion’ (1985)
Altro estratto datato 1985, questa volta da questo lato dell’Atlantico. Siamo in Svizzera e la critica metal del Vecchio Continente (britannica, in primis) ha appena finito di fare a pezzi i seminali Hellhammer che si è trovata dinanzi un monolite che resta di difficile comprensione ai nostri giorni, figuriamoci allora. ‘To Mega Therion’ (La Grande Bestia, in greco) è un capolavoro di avantgarde metal – come si diceva allora – che mette insieme le prime suggestioni black con il sostrato estremo da cui emergevano Tom G. Warrior e soci, nonché con una serie di suggestioni mediorientali e lovecraftiane che si esplicano negli inserti degli ottoni presenti dall’opener ‘Innocence and Wrath’ alla conclusiva ‘Necromantical Screams’, nell’uso smodato dei timpani e delle percussioni da parte del mazzulatore americano Reed St. Mark e nella glaciale timbrica della soprano Claudia-Maria Mokri, vero contraltare della timbrica languida del singer. E poi, i pezzi: ‘Dawn of Megiddo’, ‘The Usurper’ e soprattutto ‘Circle of the Tyrants’… i tempi sono quasi maturi per quella rivoluzione copernicana che si chiamerà ‘Into the Pandemonium’!

Soulfly – Soulfly (1998)
“What goes around comes around”, si chiude così il cerchio della Storia di Max con i Sepultura, con la citazione di quella ‘Straighthate’ presente su ‘Roots’ direttamente su ‘Bleed’, singolo apripista dell’omonimo debut dei Soulfly. Un progetto nato dall’urlo liberatorio del singer su ‘Around the Fur’ dei Deftones, per un album che ha il sapore di un’adunata: dedicato alla morte del figliastro Dana Wells, prodotto da Ross Robinson e missato da Andy Wallace, con la partecipazione di Dino Cazares, Burton C. Bell, Christian Olde Wolbers, Fred Durst e Chino Moreno. Come a dire, “vi faccio vedere io chi conosce la gente che conta”. Non a caso, sulla carta la sfida con i vecchi compari sembra vinta in partenza, anche se la Storia ci ricorda come ‘Roots’ sia stato lo zenit assoluto per determinate sonorità, probabilmente per via della miscela vincente tra l’allora leader e il tocco dell’arcinemico Andreas Kisser, con la collaborazione del fratello Igor.

Nailbomb – Point Blank (1994)
Può sembrare strano con gli occhi di adesso che nella sezione dei “suoi” dischi preferiti Max Cavalera citi un one-off project come i Nailbomb, ma la collaborazione tra lui e Alex Newport dei Fudge Tunnel fu salutata all’epoca come il primo segnale che la creatività del Nostro sapeva e doveva esprimersi anche fuori dal cortile di casa. ‘Point Blank’ è il nome dell’album del 1994, un mix di thrash e industrial realizzato anche con la collaborazione degli allora compagni d’arme nei Sepultura e portato dal vivo in una sola occasione, il Dynamo Open Air del 1995 – per poi venire rievocato molti anni dopo, con o senza la presenza del comprimario britannico. Non esattamente un esempio di sonorità che abbiano resistito al test del tempo, ma una buona fotografia dell’afflato sperimentale di questi musicisti, direttamente da un trentennio fa…

Sepultura – Schizophrenia (1987)
Nonostante sia universalmente riconosciuto come ‘Chaos A.D.’ rappresenti il punto di svolta dei Sepultura, non deve sorprendere che Max Cavalera citi ‘Schizophrenia’ tra gli album più significativi della sua sconfinata discografia. Primo, perché è questo l’anno della famigerata nuova versione a firma Cavalera dell’album del 1987; secondo, perché si tratta del primo album che vedeva la band mirare in alto e ottenere progressivamente quel riconoscimento internazionale che li avrebbe portati a essere un punto di riferimento per chi sapeva che il thrash/death non poteva restare un fenomeno a sola trazione statunitense. Insomma, ‘Schizophrenia’ è un po’ tra i dischi del cuore di tutti coloro che sono avvezzi a determinate sonorità, con pezzi come ‘Septic Schizo’, definito dallo stesso Max “una delle canzoni più selvagge e brutali che abbiamo mai fatto”. E se lo dice lui…

Cavalera Conspiracy – Psychosis (2017)
Si, va beh, il glorioso passato… ma oggi? Possiamo avere un po’ di sano thrash metal al di là delle contaminazioni? Eccovi serviti, se vi eravate persi il riassunto del quindicennio precedente o giù di lì: alla fine dei Noughties è pace fatta tra i fratelli Max e Igor (con l’uscita di quest’ultimo dai Sepultura a trazione Kisser), che non trovano di meglio che mettere su una band per suggellare la ritrovata intesa. ‘Psychosis’ è il quarto album del progetto, che a partire dagli anni ’20 semplificherà il monicker in Cavalera per permettere l’uscita delle nuove versioni dei primi tre dischi dei Sepultura. Tornando a ‘Psychosis’, occhio alla presenza di Justin Broadrick dei Godflesh su ‘Hellfire’…

Go Ahead And Die – Go Ahead And Die – (2021)
Beh, qui siamo decisamente back to basics. L’ultimo disco citato da Max ai nostri microfoni è uno dei pochi progetti che non lo vede come leader assoluto, essendo espressione del pargolo Igor Cavalera Jr., qui a dividersi voce e chitarra con il blasonato padre. Il genere? Zero fronzoli, atmosfere mefitiche e tutto molto quadrato, per quello che ha l’aria di essere un progetto teso a rendere omaggio al crust/punk inglese e alla tradizione death sia britannica che scandinava. Di poche pretese? Possibile, ma va ricordato come l’etica less is more ben si applichi al Nostro, da sempre. E poi, al cuor (di padre) non si comanda, vero?

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