Anette Olzon (solista, ex-Nightwish, ex- Alyson Avenue) – I miei 10 dischi fondamentali

Il 10/05/2024, di .

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Anette Olzon (solista, ex-Nightwish, ex- Alyson Avenue) – I miei 10 dischi fondamentali

E’ in uscita oggi, tramite la nostrana Frontiers Records, ‘Rapture’, il terzo album solista dell’ex cantante dei Nightwish, un lavoro poliedrico che ci offre un’elettrizzante miscela di melodie pesanti e voci svettanti che consolidano lo stimato status di Anette Olzon come una delle principali voci femminili del genere metal. Una poliedricità che emerge anche dalla personale Top Ten offertaci dalla splendida cantante svedese, che a livello di ascolti e influenze conferma di non essersi fermata al mondo del metal, ma va a spaziare tra gli stili più vari, passando dal pop al soul sino all’hard rock con grande naturalezza, rimanendo comunque sempre sui binari del gusto e della classe. E le sorprese anche a questo giro non sono mancate, con alcune autentiche “chicche” offerteci da Anette. Curiosi? Non vi resta che scorrere la chart!

ABBA –  ‘Arrival’ (1976)  

“Il primo disco che ho comperato” per una cantante svedese, non poteva che essere degli ABBA, e, manco a dirlo, uno dei dischi più celebri partoriti dal quartetto nordico. Quarto album in studio, pubblicato originariamente in Svezia l’11 ottobre 1976 dalla Polar Records, divenne uno degli album di maggior successo del gruppo grazie a tre dei loro maggiori successi: ‘Dancing Queen’, ‘Money, Money, Money’ e ‘Knowing Me, Knowing You’, nonchè ‘Fernando’ incluso nelle versioni australiane e neozelandesi dell’album e divenuto uno dei più grandi successi nella storia della musica australiana. Il peso che la band svedese ha avuto sulla scena pop mondiale è innegabile, tanto da diventare un punto di riferimento non solo per i musicisti più “leggeri”, come confermano i loro brani coverizzati, negli anni, da artisti decisamente più heavy come Malmsteen, Therion, Avantasia, Helloween, Fozzy… solo per citarne alcuni. Per comprendere a pieno la portata di questo disco basta pensare che, quest’anno, l’album è stato selezionato per la conservazione nel National Recording Registry degli Stati Uniti dalla Biblioteca del Congresso in quanto “culturalmente, storicamente o esteticamente significativo”.

Whitney Houston – ‘Whitney Houston’ (1985)

“Non posso non inserire nella classifica quella che è stata la mia principale fonte di ispirazione quando ho iniziato a cantare”. Ed allora ecco servito il primo album in studio di Whitney Houston, uscito il giorno di San Valentino del 1985 per la Arista Records. Un lavoro uscito in sordina ma che iniziò poco per volta a mietere successi sino a raggiungere la vetta di Billboard e restarci per 14 settimane nel 1986. Trascinato dai singoli ‘Saving All My Love For You’, ‘How Will I Know’ e la cover di George Benson ‘The Greatest Love Of All’ arrivò a vendere oltre 30 milioni di copie vendute, risultando uno degli album più venduti di tutti i tempi. Inoltre è l’album più venduto nella storia da una cantante esordiente, il primo disco di un’artista solista a produrre tre singoli al numero uno,  il primo album di un’artista donna a raggiungere la prima posizione nella classifica degli album di fine anno di Billboard del 1986, il primo album di un’artista femminile di colore a raggiungere la prima posizione in Australia e con 25 milioni di copie in tutto il mondo, rimane l’album in studio più venduto di tutti i tempi di un’artista di colore.

Def Leppard- ‘Hysteria’ (1987)

“Il mi primo album rock”. E se da qualche parte bisogna partire per ascoltare del buon hard rock, che si inizi da una pietra miliare del genere. E in questo senso, Anette non si è sbagliata affatto, affidandosi a quello che, ad oggi, con oltre 20 milioni di copie vendute in tutto il mondo, di cui 12 milioni negli Stati Uniti, e sette singoli di successo, è l’album più venduto dei Def Leppard. Prodotto dal guru Robert John “Mutt” Lange che si era prefisso l’obiettivo di realizzare una versione hard rock di ‘Thriller’ di Michael Jackson, il disco in questione richiese oltre tre anni per vedere la luce, complice l’incidente che costò un braccio al batterista Rick Allen. Se il precedente ‘Pyromania’ presentava un sound più heavy, questo disco si concentra maggiormente su suoni più moderni e melodie più dirette utili per rendere buona parte dei brani degli autentici hit. Bastano titoli come la title track, ‘Armageddon It’, ‘Pour Some Sugar On Me’, ‘Love Bites’, ‘Woman’, ‘Animal’ e ‘Rocket’ per comprendere le ragioni del successo di questo disco, destinato a fare incetta di dischi d’Oro e di Platino un po’ in tutto il mondo.

Phenomena – ‘Phenomena’ (1985) 

“Ho ascoltato questo LP sino a romperlo!”. Eccoci all’omonimo disco di debutto del progetto rock inglese Phenomena, una autentica super band messa insieme dal produttore e compositore Tom Galley. Facilmente confondibile con la colonna sonora del celebre film di Dario Argento, l’album in questione ha sì basi orrorifiche presentandosi come un concept album di varia natura su vari fenomeni soprannaturali e paranormali, ma è completamente slegato dall’opera del maestro dell’horror italiano. Da brividi anche la line-up di questo progetto, che vede coinvolti Glenn Hughes alla voce, Cozy Powell alla batteria, Neil Murray al basso, Don Airey alle tastiere e Mel Galley alla chitarra. Musicalmente questo progetto si orienta verso un melodic rock solido e affascinante, con parti vocali notevoli e ottimi riff di chitarra, mentre le tastiere di Airey danno un tocco di Asia al sound.

Electric Light Orchestra – ‘Time’ (1981)

“Una super band, non c’è bisogno di dire altro…” Eh già, una super band l’ELO, autrice di un super album, aggiungiamo noi. Perchè ‘Time’, il suo nono disco in studio, è un affascinante concept che narra di un uomo degli anni Ottanta che viene portato nell’anno 2095, dove si trova di fronte alla dicotomia tra il progresso tecnologico e la nostalgia per il romanticismo del passato. Musicalmente il disco si discosta stilisticamente dalle precedenti produzioni dell’ELO, allontanandosi dalle tipiche orchestrazioni per andare ad abbracciare un eclettico synth-pop che combina elementi di musica degli anni Cinquanta, new wave, reggae, rockabilly, Beatles, Phil Spector e Shadows. Nonostante questa scelta abbia subito diviso la critica, sulla lunga distanza il disco si è guadagnato un seguito di culto, soprattutto tra gli appassionati di retrofuturismo. Oggi ‘Time’ è considerato il primo grande concept album dedicato ai viaggi nel tempo, nonché l’album più influente degli ELO.

Duffy  – ‘Rockferry’ (2008) 

“Quanto ho ascoltato questo disco durante il tour del 2008!”. Il disco in questione è l’album di debutto della cantante gallese Duffy, pubblicato il 3 marzo 2008 nel Regno Unito da A&M Records. Si tratta principalmente di un disco soul dal punto di vista musicale, composto da ballate, torch songs e canzoni a ritmo sostenuto nello stile della musica pop degli anni Sessanta. Un disco che ha saputo accogliere i favori della critica grazie alla sua profondità musicale e lirica e l’occasionale oscurità, alla performance vocale di Duffy, alla strumentazione e alla produzione contemporanea che hanno creato un suono caldo. ‘Rockferry’ è stato un successo commerciale, raggiungendo la prima posizione in diversi mercati musicali, risultando il quarto album più venduto del 2008 in tutto il mondo e il più alto di quell’anno nel Regno Unito. Dalla sua pubblicazione, l’album ha vinto numerosi premi, tra cui il Grammy Award per il miglior album vocale pop, tre premi ai Brit Awards 2009 e una nomination ai Brit Awards del 2010 come miglior album britannico degli ultimi 30 anni.

Hans Zimmer – ‘Il Gladiatore Soundtrack’ (2000)

“Lo ascolto ancora tutti i giorni, è un paesaggio musicale straordinario”. Se il film ‘Il Gladiatore’ è per molti di noi un must, la sua colonna sonora, come sottolinea la stessa Anette, non gli è da meno.  Scritta principalmente dal compositore Hans Zimmer, è da considerarsi uno dei più grandi successi della storia del cinema, tanto che alcuni dei brani del disco, come il celeberrimo tema composto da Zimmer, presente all’inizio della traccia ‘The Battle’, vengono ancora oggi utilizzati in svariati contesti per enfatizzare il momento. L’altrettanto celebre brano conclusivo ‘Now We Are Free’ che rappresenta un canto funebre, è interpretato dalla musicista australiana Lisa Gerrard dei Dead Can Dance ed Lisa Gerrard e è un medley di due temi composti dalla stessa Gerrard e da Hans Zimmer (contenuti rispettivamente anche nelle tracce ‘Elysium’ ed ‘Honor Him’). Il disco ha vinto nel 2001 il Golden Globe per la migliore colonna sonora ed è stato candidato al premio Oscar per l’omonima categoria.

The Police – ‘Outlandos D’Amour’ (1978)

“Non credo che servano spiegazioni” Dice Anette… in effetti ci troviamo davanti a una pietra miliare della discografia mondiale, il disco di debutto dei Police che vede la luce il 3 novembre 1978 via A&M Records e, trascinato dal singolo di punta ‘Roxanne’ si rivela un successo raggiungendo la posizione n. 6 della UK Albums Chart e la n. 23 della Billboard 200. Eppure al momento della sua uscita la critica fu divisa da questo album, forse spiazzata da un sound decisamente originale che andava incorporando elementi rock, reggae, pop e punk. Anche i temi trattati non consentirono subito al disco di fare breccia immediata nel cuore soprattutto dei media, che frenarono ‘Roxanne’ e ‘Can’t Stand Losing You’  a causa degli argomenti trattati (rispettivamente prostituzione e suicidio). Quest’ultimo brano fu addirittura bandito dalla BBC proprio a causa della copertina del singolo, che raffigurava Stewart Copeland in piedi su un blocco di ghiaccio con un cappio intorno al collo. Il successo planetario arriverà comunque, con la certificazione di disco di platino negli Stati Uniti (oltre un milione di copie vendute), UK, Olanda, Francia, Canada, Australia, e disco d’Oro in Germania.

Madonna – ‘True Blue’ (1986)

“Ogni canzone di questo album è diventata una hit!”. Come dare torto ad Anette, davanti a un disco che ha riscritto la storia del pop? Basterebbero i titoli dei brani, da ‘Papa Don’t Preach’ a ‘Open Your Heart’, da ‘La Isla Bonita’ a ‘True Blue’ passando per ‘Live To Tell’ e ‘Where’s The Party’ per comprendere la portata di un disco che direttamente o indirettamente tutti hanno ascoltato una volta nella vita. Un album nel quale Madonna rivela le sue idee sull’amore e sul suo lavoro, e parla dei suoi sogni e delle sue delusioni, andando a attuare una sorta di svolta stilistica rispetto ai dischi precedenti incorporando anche la musica classica, con l’obiettivo dichiarato di voler coinvolgere un pubblico più maturo, che fino a quel momento era stato finora scettico sulla sua musica. Il risultato, manco a dirlo, fu un successo globale, raggiungendo il vertice delle classifiche in 28 Paesi in tutto il mondo, risultando il disco più venduto del 1986 ed è considerato l’album di un’artista femminile più venduto degli anni Ottanta e portando Madonna ad apparire per la prima volta nel ‘Guinness dei Primati’.

for KING + COUNTRY – ‘Burn the Ships’ (2018) 

“I cristiani che fanno canzoni pop straordinarie!”. ‘Burn the Ships’ è il terzo album in studio i questo duo pop cristiano australiano composto dai fratelli Luke Smallbone e Joel Smallbone, pubblicato via Word Entertainment il 5 ottobre 2018. I singoli ‘Joy’ e ‘God Only Knows’ sono stati certificati oro, mentre ‘God Only Knows’ è stato certificato platino negli Stati Uniti dalla RIAA. Tutto il disco è stato comunque un successo commerciale, diventando il debutto più alto dei For King & Country nella classifica Billboard 200 degli Stati Uniti, con 62.000 unità equivalenti vendute nella prima settimana, e diventando contemporaneamente il primo album del duo al n. 1 della classifica Christian Albums di Billboard. ‘Burn the Ships’ ha ottenuto il plauso della critica per la creatività, la scrittura delle canzoni e lo stile vocale dei fratelli Smallbone.

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