Vesa Ranta (Sentenced, The Abbey, Cemetery Skyline) – I miei 10 dischi fondamentali
Il 20/04/2024, di Fabio Magliano.
In: Hammer Chart.
A stilare la classifica dei propri dischi fondamentali, a questo giro tocca a Vesa Ranta, batterista finlandese protagonista a cavallo tra gli anni Novanta e i primi Duemila nella scena metal europea con i Sentenced, band fenomenale della quale è stato fondatore nonchè autore di capolavori assoluti sia in chiave death (‘Amok’), sia in versione gothic/suicide metal (‘Down’, ‘Frozen’, ‘Crimson’, ‘The Cold White Light’…). Una volta conclusa l’avventura con i Sentenced, Vesa ha portato avanti con successo la carriera di fotografo/film maker, senza però tralasciare il discorso musicale, portato avanti prima con i The Man Eating Tree, quindi più recentemente con i The Abbey e i nuovi Cemetery Skyline. Carne al fuoco ne abbiamo davvero tanta, quindi, così come abbiamo tanto materiale in una chart non avara di sorprese e di chicche assolute.
Iron Maiden – ‘Piece Of Mind’ (1983)
Uscito per EMI il 16 maggio 1983 è il quarto album in studio dei Maiden, il primo con Nicko McBrain dietro le pelli, a sostituire Clive Burr. ‘Piece of Mind’ è stato per lo più un successo di critica e commerciale, raggiungendo la terza posizione nella UK Albums Chart e ottenendo la certificazione di platino nel Regno Unito e in Nord America, trainato dai singoli ‘Flight Of Icarus’ e ‘The Trooper’. In Finlandia raggiunse la posizione numero 2 in classifica venendo certificato Disco d’Oro con oltre 25.000 copie vendute. In Italia si assestò in 18ma posizione. Nel corso della sua storia l’Album è stato certificato Disco di Platino in Canada, USA e Regno Unito, e Disco d’Oro in Australia, Germania, Giappone, Nuova Zelanda e appunto Finlandia.
Slayer – ‘South Of Heaven’ (1988)
Quarto album anche per gli Slayer che, dopo il successo riscosso con ‘Reign In Blood’, il 5 luglio 1988 pubblicano per la Def Jam Recordings’ un nuovo caposaldo del thrash metal a stelle e strisce. Prodotto da Rick Rubin e ultimo disco uscito per la Def Jam, ‘South Of Heaven’ presenta un sound deliberatamente differente rispetto a quello del suo predecessore, con ritmi rallentati, chitarre non distorte e voci attenuate. Una scelta questa che divise pubblico e critica, ciononostante il disco divenne il secondo album degli Slayer a entrare nella Billboard 200, raggiungendo la posizione numero 57, venendo certificato Disco d’Argento nel Regno Unito (oltre 60.000 copie vendute) e Disco d’Oro in Canada e Stati Uniti. La title track e ‘Mandatory Suicide’ rimangono due dei brani più amati dai fan di Tom Araya & Co.
Entombed – ‘Left Hand Path’ (1990)
Il 14 giugno 1990 esce su Earache Records un disco che andrà a rivoluzionare la scena metal estrema europea, dettando le regole di quello che negli anni diventerà il classico death metal svedese. ‘Left Hand Path’ (titolo estrapolato dal chitarrista Alex Hellid da ‘La Bibbia Satanica’ di Anton LeVay) è il disco di debutto degli Entombed ed è il primo album in studio ad utilizzare il “buzzsaw” di chitarra. Un disco seminale, classificato al n. 82 della classifica di Rolling Stone sui 100 migliori album metal di tutti i tempi e da molti considerato il primo album death metal svedese vero e proprio.
Morbid Angel – ‘Altars Of Madness’ (1989)
Ancora un debutto clamoroso in questa classifica nonchè un disco capace di fare la storia del metal estremo. Il 12 maggio 1989 debuttano su Combat Records/Earache Records i Morbid Angel e lo fanno con quello che viene ancora oggi considerato uno dei primi esempi di death metal proiettando la band di Trey Azagthoth tra i pionieri del genere insieme ai Death e ai Possessed. Un disco feroce, estremo sia da un punto di vista sonoro che lirico, tanto che sono molti fan e critici del death metal a considerarlo uno dei migliori album di tutti i tempi. A renderlo speciale oltre allo stile vocale di David Vincent fortemente influenzato dalla scena grindcore inglese, le esecuzioni estremamente veloci e complesse dei brani, il drumming furioso di Pete Sandoval e la creatività di Azagthoth.
Type O Negative – ‘Bloody Kisses’ (1993)
Esce il 17 agosto 1993 ‘Bloody Kisses’, terzo lavoro nonchè uno dei capolavori assoluti dei mai troppo compianti Type O Negative. Ultimo disco registrato con l’apporto del batterista Sal Abbruscato, destinato a salutare per accasarsi con i Life Of Agony, ‘Bloody Kisses’ si presenta come un album gothic metal pregno di umorismo nero e poco politically correct, contraddistinto dalla inimitabile voce di Pete Steele e può contare su due delle canzoni più conosciute del gruppo americano, ‘Christian Woman’ e ‘Black No. 1 (Little Miss Scare-All)’. ‘Bloody Kisses’ è il primo album pubblicato dalla Roadrunner Records ad essere certificato Oro dalla Recording Industry Association of America (RIAA) nel novembre 1995 e a raggiungere lo status di Platino nel dicembre 2000.
Kingston Wall – ‘II’ (1993)
Secondo album per i Kingston Wall, gruppo rock psichedelico/progressivo di Helsinki fortemente influenzato da artisti come Jimi Hendrix, Led Zeppelin e Pink Floyd, noto per la capacità di fondere con grande efficacia temi orientali, misticismo e vivida psichedelia con l’acid rock. ‘II’ è stato originariamente pubblicato con l’etichetta discografica del gruppo, Trinity, nel febbraio 1993 andando presto esaurito, tanto da essere considerato oggi oggetto da collezione. Autentico disco di culto, l’album evolve il sound della band introducendo elementi più acustici e folk nelle canzoni, come le chitarre acustiche e i violini in ‘Istwan’ e i sassofoni in ‘Shine On Me’. Ultima chicca, la cover di ‘I Feel Love’ di Donna Summer.
Queen – ‘Innuendo’ (1991)
L’album con il quale Freddie Mercury si congeda da questa Terra è un capolavoro assoluto della band britannica. Pubblicato il 4 febbraio 1991 dalla Parlophone è stato infatti l’ultimo album del gruppo ad essere pubblicato durante la vita del leggendario cantante, che su ‘Innuendo’ sfodera una performance monumentale, divenuta ancor più emblematica alla luce di cosa accadrà da li a pochi mesi. Il disco è un compendio di tutto ciò che sono stati i Queen nella loro carriera, passando dalla magniloquenza della title track alla malinconia di ‘I’m Going Slightly Mad’, dall’hard rock robusto di ‘The Hitman’ e ‘Headlong’ alla delicatezza di ”These Are The Days Of Our Lives’ sino all’anthem da stadio ‘The Show Must Go On’. Inutile sottolineare il successo riscosso da questo capolavoro, che raggiunge il primo posto nella classifica degli album del Regno Unito, Italia, Paesi Bassi, Germania e Svizzera e primo album dei Queen a diventare disco d’oro negli Stati Uniti dopo l’uscita di The Works nel 1984.
Opeth – ‘Ghost Reveriers’ (2005)
‘Ghost Reveries’ è l’ottavo album in studio degli Opeth, il primo dopo ‘Still Life’ a non venire prodotto da Steven Wilson dei Porcupine Tree. Il disco, che inizialmente doveva essere un concept album dalle tinte marcatamente dark, presenta un temporaneo ritorno della band al progressive metal degli album precedenti e presenta growl di scuola death, anche se non mancano gli elementi progressive rock che ne contraddistingueranno il prosieguo della carriera. ‘Ghost Reveries’ ha ricevuto ampi consensi al momento dell’uscita raggiungendo la posizione numero 64 della Billboard 200 e la numero 62 nel Regno Unito. L’album ha raggiunto la posizione numero nove in Svezia, più alta di qualsiasi altra pubblicazione precedente degli Opeth.
Pink Floyd – ‘Dark Side Of The Moon’ (1973)
Va realmente presentato uno dei capolavori assoluti della storia della Musica? Un lavoro capace di vendere 45 milioni di copie in tutto il mondo, diventando il disco più venduto della band, l’album più venduto degli anni Settanta e il quarto album più venduto della storia. Un disco inserito nel 2012 nel National Recording Registry degli Stati Uniti in quanto “culturalmente, storicamente o esteticamente significativo” e dal 1999 nella Grammy Hall of Fame. Un album certificato 14 volte platino nel Regno Unito e in vetta della classifica statunitense Billboard Top LPs & Tape, dove è rimasto in classifica per 988 settimane. In Italia conquista 4 dischi di Platino vendendo oltre un milione di copie, in linea con quanto accaduto un po’ in tutto il mondo. L’iconica copertina è leggendaria e le vendite continuano a crescere. ‘The Dark Side Of The Moon’, what else?
Ghost – ‘Prequelle’ (2018)
Si arriva ai giorni nostri con ‘Prequelle’, il quarto studio album dei Ghost, uscito ufficialmente il 1 giugno 2018 e capace di riscuotere sin da subito critiche entusiaste. Merito non solo dell’immagine imponente della band, quanto soprattutto da una proposta musicale capace di fare incontrare hard rock, arena rock, heavy metal, doom, pop e progressive rock e fonderli insieme con incredibile naturalezza, come confermano i singoli ‘Rats’, ‘Dance Macabre’ e ‘Faith’. L’album ha segnato il debutto più venduto della band fino a quel momento, arrivando al numero 3 della Billboard 200, vendendo 66.000 copie nella prima settimana, di cui 61.000 sono state vendite di album “tradizionali”. ‘Prequelle’ è stato inoltre nominato per il Grammy Award per il miglior album rock alla 61a cerimonia di premiazione annuale e per il Grammis Award svedese nella categoria hard rock/metal.