Quei bravi ragazzi – La rivincita della working class
Il 03/11/2023, di Federica Sarra.
In: Out of Metal.
Sono molti i fattori che accomunano Gerry Cinnamon -vero nome Gerard Crosbie-, Sam Fender e Jamie Webster, non ultimo, la provenienza dalla working class britannica con annesse infanzia e adolescenza travagliate. Tutti e tre iniziano a suonare in piccoli pub vicino casa fino ad arrivare a concerti sold-out in stadi enormi. Tre storie che meritano di essere raccontate, perché gli anti-eroi del nuovo Folk e Indie britannico si sono guadagnati ogni goccia di quel sudato successo che hanno riscosso negli ultimi anni. C’è qualcosa di poetico nelle storie di questi tre ragazzi oltre al talento, c’è l’impresa di avercela fatta nonostante tutto.
Il fenomeno Gerry Cinnamon è sicuramente il più significativo della musica contemporanea, una di quelle favole moderne che raccontano di un anti-eroe che riscatta se stesso e un’intera comunità. Il meno conosciuto in Italia è probabilmente lui, fiero scozzese di Glasgow cresciuto senza padre, Gerard ha lavorato come idraulico, operaio edile e in un bar. Studia chitarra e armonica e inizia a scrivere i suoi pezzi, prima in una indie band, The Cinnamons, di cui mantiene il monicker per il suo progetto solista. Tutto ha inizio tramite passaparola e sui social, dove Gerry posta la sua musica.
Il suo Debut album ‘Erratic Cinematic‘ del 2017 è stato interamente auto-finanziato tramite la piattaforma PledgeMusic. Quei 100 milioni di ascolti su Spotify sono una prova sufficiente di tutto questo, è un fenomeno che è diventato grande alle sue condizioni, senza un’etichetta discografica e senza nessuno dei tradizionali componenti aggiuntivi dell’industria musicale come plugger, promoter, agenzie… L’essenza del suo approccio, ha detto, potrebbe essere riassunta come “anti-marketing” è così che lo chiama. Nelle poche interviste che rilascia, riafferma sempre i suoi obiettivi e forse è la loro straordinaria semplicità che guida al cuore del suo fascino sempre crescente: il desiderio di dire la verità, offrire al pubblico la migliore serata di sempre e dimostrare che può essere fatto da un uomo solo sul palco con una chitarra che ti riempie la testa di canzoni “killer” come ‘The Bonny’, ‘Belter’, ‘Canter’, ‘Lullaby’ e la meravigliosa canzone dedicata alla sua Glasgow ‘Diamonds In The Mud’, per citare le più amate.
È lì che avviene la magia e dove si cementa l’importantissima connessione tra artista e pubblico. Le sue chiassose canzoni Folk sono pronunciate con un forte accento di Glasgow. La grande differenza è nella qualità dei testi, Gerry ha un’autenticità vissuta che è rara e, come molti artisti sanno a loro spese, non è qualcosa che puoi falsificare.
Ha il fascino mistico della star di culto, il tocco dell’Uomo Qualunque e – ed è solo uno dei motivi per cui è così adorato nella sua terra natale – la lingua, l’arguzia e l’intuizione. In un’epoca in cui la disruption viene elogiata e i disgregatori considerati come elementi rivoluzionari da emulare, il ragazzo di Castlemilk ha sfidato l’industria musicale e ha vinto.
“Un uomo lo ha fatto, un uomo, il suo pedale loop e la sua chitarra hanno ottenuto quella reazione dalla folla.”
Quando si parla di autenticità a proprie spese, dobbiamo inevitabilmente chiamare in causa Sam Fender. Nato e cresciuto in un periodo storico in cui North Shields è “devastata” dall’onnipresenza delle droghe e della povertà, Sam riceve la sua prima chitarra dal padre a otto anni. Fender idolatrava suo padre per il suo talento come musicista e lo vedeva come un uomo duro che lottava per provvedere ai suoi figli in una regione che affrontava un’endemica mancanza di opportunità. Dedicherà al padre la toccante ‘Spit Of You’.
Lui e sua madre – che lo aveva abbandonato da piccolo, per poi tornare anni dopo – vivevano in un piccolo appartamento fatiscente all’interno di una tenuta popolare alla periferia di North Shields e faticavano a pagare l’affitto poiché entrambi erano poveri. I testi di ‘The Borders’ o ‘Getting Started’ raccontano senza giri di parole quegli anni durissimi.
Sam svolge diversi lavori fino a quando viene notato dal manager Owain Davies. Da quell’incontro, il giovane Fender inizia la gavetta attirando l’attenzione del pubblico con le sue lyrics dirette e un sound fresco, rinnovato in cui però confluiscono le diverse influenze del panorama Rock Britannico d’autore. Durante un tour come supporting act, gli viene diagnosticata una malattia autoimmune che lo costringe a anni di cure mediche e la ADHD.
Solo nel 2019 riesce finalmente a pubblicare il suo album di debutto ‘Hypersonic Missiles‘ per la Polydor Records ed è subito un successo che balza al primo posto in classifica della Uk Album Chart. Il resto è storia come il Tour con Bruce Springsteen dove Sam si fa notare ricevendo i complimenti del Boss o il secondo apprezzatissimo album ‘Seventeen Going Under‘ del 2021. Il suo passato, le droghe, la malattia, la perdita della madre non hanno fermato Sam Fender, perché come dice lui stesso, c’è stato qualcosa che lo ha tenuto ben saldo, è “quel sound” di cui ha avuto bisogno per sopravvivere e non andare in pezzi.
“È l’unica cosa che mi tiene con i piedi per terra. Ho bisogno di sentire quel suono”
Anche Jamie Webster è figlio della working class inglese, per sbarcare il lunario come elettricista inizia a suonare cover in piccoli pub di Liverpool. Il suo percorso è decisamente atipico, poiché viene adottato come musicista semi-ufficiale del Liverpool FC. A quel punto gode di certa notorietà che gli permette di uscire allo scoperto come autore. Nel 2020 arriva il suo debut album ‘We Set By‘ che ridefinisce Jamie Webster e i suoi testi provocatori come la voce della città e un’improbabile nuova star del folk.
Le canzoni inno di Webster, guidate dall’acustica, descrivono quelle che lui chiama “le stranezze” della vita della classe operaia: fine settimana disordinati, moda casual a basso costo, lavori senza via d’uscita e conti non pagati. Quindi rifiuta ogni suggerimento che la sua musica non sia veramente Folk. Jamie sostiene che la sua cronaca delle esperienze delle persone, come il suo eroe Bob Dylan, appartiene al lignaggio del genere. “Sono d’accordo che non si tratta di folk tradizionale”, dice, “è folk moderno.” Webster si unisce al sensazionale musicista scozzese Gerry Cinnamon nell’espandere le definizioni tradizionali di Folk. Jamie ha dimostrato che questo genere può essere uno sforzo e una concezione molto indipendente. L’idea del Folk tradizionale a volte può scoraggiare le persone, poiché l’ascolto può essere difficile, lui lo rende accessibile a persone che probabilmente non si sono mai considerate fan del genere.
Jamie Webster cattura l’atmosfera di una città fermamente di sinistra che ha una storia di lotta contro l’ingiustizia, dalla Thatcher a Hillsborough fino all’austerità. “Sfida è la parola. Siamo riluttanti a sdraiarci e ad essere sconfitti quando sappiamo che qualcosa non va. Ci vuole coraggio per alzarsi e dire: ‘No, non lo accetto, e nemmeno le persone che rappresento’”. Mentre accusa chi è al potere di rafforzare deliberatamente il divario nord-sud – (“è così che alla fine vincono, con divide et impera”), pensa che la vera linea di demarcazione della società sia la classe. “Se sei un ragazzo della classe operaia di Bethnal Green (Londra), hai le stesse lotte e gli stessi sogni di un ragazzo della classe operaia di Liverpool“, dice Webster. “È solo l’accento che è diverso. E con la mia musica voglio unirci tutti. Voglio aprire gli occhi alla gente su quello che sta succedendo”.
“Jamie diventa così la voce di chi non ha voce.”