In ricordo di Carmelo Giordano
Il 08/10/2023, di Redazione.
In: HammerHeart.
Grande cuore, simpaticamente burbero, competenza e disponibilità. Zero supponenza, zero egocentrismo. Nonostante fosse un pioniere autentico. Questo era Carmelo Giordano, che ieri ci ha lasciato a 60 anni lasciando un vuoto enorme nel mondo della fotografia e del giornalismo musicale. Per tanti lettori è stato un autentico punto di riferimento tra gli anni ’80 e i primi 2000, figura costante sotto al palco con la sua espressione bonaria, la sua folta chioma e la sua imponente mole, un pioniere della fotografia metal in un periodo in cui gli scatti ai gruppi erano merce rara e sudata. Carmelo ha scattato, ha scritto, ha tracciato la via e molto spesso ha teso la mano a chi cercava sgomitando di mettere la testa fuori da una scena ancora acerba che stava nascendo, aiutando gruppi e musicisti a ritagliarsi il loro spazio per poi giocarsi le loro chance. Le principali riviste di settore (e non, perchè Carmelo è stato un fotografo a tutto tondo, non solo metal) hanno avuto l’onore di beneficiare dei suoi scatti, ma Metal Hammer è stato per anni la sua casa, e per noi l’orgoglio è immenso. Per alcuni di noi è stato un compagno di viaggio, un collega preparato, un grande amico.
E’ per questo che, dal momento della triste notizia, i ricordi hanno iniziato a scorrere come un fiume in piena, tutti divertenti, tutti folli, tutti accomunati da quell’eterno sorriso che accompagnava Carmelo anche nei momenti più difficili. Ed è per questo che, chi ha avuto l’onore di lavorarci a fianco, ha voluto condividere il ricordo di una persona immensa.
“Carmelo era un fiume in piena, carico di vitalità e simpatia, uno sempre pronto allo scherzo, alla battuta utile anche a stemperare le tensioni quando il gioco si faceva duro e magari ti toccava l’artista di turno altezzoso e in vena di complicar le cose, con Carmelo si partiva comunque avvantaggiati. Di lui conservo tanti, tantissimi ricordi, la maggioranza dei quali riguardano le nostre trasferte europee, il Dynamo Open Air Festival di Eindhoven era casa nostra, nel senso letterale del termine, ma anche al Wacken ci difendevamo bene, abbandonati lassù a fronteggiare orde di crucchi! E a far nascere storielle che oggi appartengono al mito, come potevano essere le Rockbitch all’epoca realmente scandalose, oppure la gara a chi aveva la pancia più grossa, dove in finale Carmelo ritrovava sempre Dino Cazares dei Fear Factory, non più un semplice contendente ma oramai divenuto un suo caro amico! Ricordo le sue interminabili riunioni notturne con i Manowar e Joey DeMaio in particolare, dopo magari essersi sciroppati giorni e giorni di festival e con i tempi di rientro strettissimi… ma tanto, per lui, viaggiare non era un problema, a patto di aver con sé la sua inseparabile scorta di Haribò! Fece leggenda un viaggio che, partendo da Eindhoven, alla fine dei classici tre pezzi di apertura degli headliner Paradise Lost, attraversò l’Europa tutta e tagliando la Svizzera in meno di due ore, arrivò la mattina in redazione a Milano e la sera stessa al concerto dei Blind Guardian, che suonavano al Rainbow! Giusto per dire che il nostro Carmelo era un autentico animale da pit, uno che non risparmiava niente e nessuno, grazie anche alla sua grandissima competenza musicale. Oppure i numerosi Gods of Metal in cui Metal Hammer era il principale media partner e gli artisti passavano per il nostro stand, con siparietti che coinvolgevano un pò tutti, per la gioia di fans e lettori che in Carmelo trovavano l’alleato giusto per strappar loro una foto o un autografo, il tutto con quella sana goliardia che mai ci abbandonava. Un altro grande ricordo che mi lega a lui è un “blitz” fatto in camera di Ozzy Osbourne, dopo che il sottoscritto lo aveva intervistato, un’irruzione direi quasi obbligata, ci eravamo portati dietro un cappello da Babbo Natale e incombeva il numero natalizio di Metal Hammer… Io gli misi il cappello e Carmelo scattò ovviamente la sua valangata di foto, sotto lo sguardo di un sorpreso ma divertito Ozzy! Come scriviamo diffusamente qui, non solo un grande giornalista, uno tra gli assoluti pionieri di questa scena italiana che ha comunque lasciato il segno, un fotografo che ha letteralmente anticipato tutti, con Carmelo se ne va un amico autentico, di quelli che ricorderai sempre con un sorriso. Fai buon viaggio, amico mio…” (Alex Ventriglia)
“Carmelo è stato per me prima un nome mitologico quando sfogliavo da ragazzino Metal Hammer, quindi impareggiabile compagno di viaggio una volta entrato a far parte della redazione della rivista. E’ naturale, quindi, che gli aneddoti legati a lui siano tantissimi, capaci di strappare un sorriso anche in un momento in cui si vorrebbe solo piangere l’amico scomparso. Ricordo ancora quando, la prima volta che non si sentì bene, insieme a Stefano Pera lo riportammo a casa dal Wacken con un vero e proprio viaggio della speranza e lui lì, appena dimesso dall’ospedale, intento a affondare la mano in un secchiello di Haribo perchè “il dottore mi ha detto che ho bisogno di zuccheri!”. O come quando, arrivati a notte fonda a Eindhoven alla vigilia di un Dynamo, dopo aver chiamato al telefono Joey DeMaio per avere informazioni su un hotel dove soggiornare (!!!), fermò la macchina in un parcheggio mettendosi a dormire sull’asfalto stremato dal viaggio attirando le attenzioni della polizia locale che lo costrinsero a terminare il pisolino su una panchina nella via centrale della città. O ancora quando, nel backstage del Dynamo, fece a gara con Billy Milano e Dino Cazares a chi avesse la pancia più grande nel mondo del metal. Questo era Carmelo, un uomo buono, capace di strapparti un sorriso in ogni occasione…anche quando gli chiesi di farmi una foto insieme a Dave Mustaine e oggi ho a casa una bellissima foto insieme al dito indice del buon Carmelo… Quante volte mi ha fatto portare la sua bambina (l’enorme borsa con macchina fotografica e obiettivi che si portava sempre dietro) perchè in quanto ultimo arrivato mi toccava, quanti viaggi Vercelli-Milano per intervista e photo shooting abbiamo fatto insieme (se il gruppo era Century Media il candelabro dell’albergo non mancava mai nelle pose, per la gioia di Alex Ventriglia!) e quanti dischi mi ha fatto scoprire lungo quei viaggi. Carmelo era una persona di una semplicità e di una simpatia unica, bonariamente burbero ogni tanto, un amico per tutti, un riferimento anche per chi non lo conosceva personalmente, perchè era impossibile ignorarlo sotto il pit, immagine iconica di un giornalismo che non c’è più. Il mondo del metal tricolore e non solo ha perso un gigante, noi di Metal Hammer abbiamo perso un grande amico. Ciao Carme, tre pezzi soltanto poi ritorna, mi raccomando…” (Fabio Magliano)
“Ciao Carmelo, eri un una persona autentica e sincera. Avevi i tuoi spigoli netti e ben delineati come è giusto che sia per ogni persona vera. Avevi una vocazione in cui hai creduto, una passione in cui hai immerso tutto te stesso fino al punto di diventare un simbolo per tanti. Per tutti. Abbiamo percorso insieme le strade e gli anni più belli che riesco a ricordare. Ci siamo divertiti ed abbiamo raccontato ad una generazione (o forse due) la musica e un mondo che allora sembrava più grande, più lontano. Io ci mettevo le parole, tu le immagini e sono convinto che il tuo contributo durerà ancora, là dove il mio andrà a dissolversi. Io potrò ricordare la persona dietro quelle immagini, la fatica, il sudore, l’impegno. Io ricorderò l’uomo con la “faccia da pass” che riusciva ad entrare ovunque ed era amico di tutti. Eri anche amico mio”. (Stefano Pera)
“Ricordo ancora quando a Modena nel 1993 al concerto dei Guns n’ Roses non concessero Photo Pass allora io e Carmelo ci buttammo in mezzo alla gente quasi sotto palco e scattavamo coprendoci a vicenda per non farci beccare dalla security incazzata. Alla fine ci beccarono con una torcia militare ma riuscimmo a tenere i rullini pieni consegnando a loro rullini tenuti di scorta vuoti. E tante altre avventure nei pit, bersagli preferiti di Ozzy e delle sue secchiate d’acqua…RIP Lens Man” (Roberto Villani)