Luca Turilli – Prophet Of The Last Eclipse
Il 26/11/2022, di Alessandro Ebuli.
In: The Birthday Party.
‘Prophet Of The Last Eclipse’ è un disco piuttosto importante nella carriera di Luca Turilli e della band da lui fondata, i Rhapsody, in quanto esce a pochi mesi di distanza da uno dei dischi più amati della band madre, ‘Power Of The Dragonflame’, del quale potete leggere qui l’articolo che ne celebrava i vent’anni dall’uscita. E siamo qui a ricordare che sono trascorsi vent’anni anche da ‘Prophet Of The Last Eclipse’.
La prima cosa che si nota ascoltando questo album è la stretta somiglianza con lo stile dei brani dei Rhapsody, e sarebbe strano se non fosse così; del resto Turilli non ha mai tentato di esplorare territori lontani dal Power/Speed Metal dalle tinte fantasy alle quali fino ad allora ci aveva abituati. Ciò che è importante ricordare di questo disco è l’assoluta freschezza delle melodie e degli arrangiamenti che all’interno di un quadro compositivo tipicamente rhapsodyano riescono a spiccare per originalità, nonostante gli elementi portanti dell’opera non mostrino nulla di eccessivamente distante da altre opere similari. Tra i dieci brani in scaletta spicca sicuramente ‘The Age Of Mystic Ice’, la summa di tutto quello che ‘Prophet Of The Last Eclipse’ ci presenta al suo interno. Parti più veloci alternate ad altre in mid-tempo con cori magniloquenti ed epici sono gli elementi portanti del brano. Se ‘Aenigma’ è una epica Intro, ‘War Of The Universe’ è invece un ghiotto antipasto di cori e doppia cassa in cui la voce di Olaf Hayer emerge stentorea pur ricordando molto la voce di Fabio Lione, tanto che già dopo i primi tre minuti di ascolto ci si dimentica di essere al cospetto di un album solista di Turilli. Ma ciò non tragga assolutamente in inganno, la qualità qui è presente in abbondanza e cosa più importante non ci troviamo davanti a composizioni che sanno di già sentito, di stantio.
Tutt’altro. Se vogliamo trovare un punto debole in ‘War Of The Universe’ è la somiglianza con gli Helloween di fine anni Novanta, tutto qui. Più originale ‘Rider of the Astral Fire’, con inserti elettronici e una melodia accattivante dall’incedere simil Prog; ‘Zaephyr Skies Theme’ ricalca come da titolo lo stile dei temi cinematografici, ma piazzato così in mezzo a brani dalla forte influenza Power lascia un po’ perplessi, pur lasciandosi apprezzare per l’ottima melodia. Di ‘The Age of Mystic Ice’ ho già detto, aggiungerei che forse è il brano più in linea con ‘Power Of The Dragonflame’ dei Rhapsody, di certo ne ricalca la linea compositiva. A proposito mi sono sempre chiesto se Turilli abbia volutamente escluso questa canzone dalla tracklist di ‘Power…’ e la mia risposta è sì, credo che questo brano provenga quasi certamente dalle session di scrittura di quel disco. Ad ogni modo fila via liscio che è piacere.
Stessa linea compositiva con ‘Prince of the Starlight’ mentre è con ‘Timeless Oceans’ che si cambia registro e si va a proporre uno slow-tempo che avrebbe voluto ma non può. Mi spiego meglio. Ricordate ‘Lamento Eroico’ da ‘Power Of The Dragonflame’? Brano sicuramente ampiamente criticato, eppure un cavallo di battaglia dei Rhapsody; ecco, qui Turilli ha provato a bissarla senza ottenere il risultato sperato. Non che il brano non sia apprezzabile, ma il risultato avrebbe potuto essere migliore, è innegabile. ‘Demonheart’ fa riacquistare vigore alla release e ci regala una cavalcata Power con un tiro straordinario, ed è qui che ‘Prophet Of The Last Eclipse’ raggiunge l’apice compositivo, peraltro un brano amatissimo dai fan del chitarrista friulano. ‘New Century’s Tarantella’ è un esperimento all’interno del quale si innestano strumenti folk che poco si sposano con il Power. Apprezzabile l’intento di Turilli di rinnovarsi, del resto se un suo album solista suonasse preciso come i Rhapsody non avrebbe senso di esistere, ma riuscire a farsi piacere ‘New Century’s Tarantella’ resta a tutt’oggi, vent’anni dopo la sua pubblicazione, impresa assai ardua. Non me ne vogliano gli integralisti turilliani.
Chiude il disco la titletrack, dodici minuti di Power sinfonico senza particolari guizzi innovativi, ma interessante dal punto di vista compositivo, poiché riesce a risultare originale nonostante segua più o meno i canoni dei precedenti brani – ad esclusione ovviamente di ‘Zaephyr Skies Theme’ e ‘Timeless Oceans’ -; doppia cassa furente, cori magniloquenti, accelerate improvvise e cavalcate epiche e ancora, perdonatemi ma non mi riesce di evitare il paragone, stilisticamente molto vicina a ‘Power Of The Dragonflame’, che in chiusura proponeva una straordinaria ‘Gargoyles, Angels Of Darkness’ assolutamente eccezionale.
In conclusione posso affermare che ‘Prophet Of The Last Eclipse’ è senza ombra di dubbio un buon album che a distanza di un ventennio mantiene la sua aura di freschezza, ma probabilmente all’epoca in cui fu pubblicato risentì molto della forza propulsiva di ‘Power Of The Dragonflame’ – anche nella somiglianza delle due front covers, qui troviamo un robot anziché un drago a lanciare un fascio di luce -comunque un disco che ha sicuramente segnato un passo importante per il chitarrista e i suoi collaboratori.
Merita sicuramente un riascolto, anche alla luce del riavvicinamento di tre anni fa tra Luca Turilli e Fabio Lione in seguito alla separazione avvenuta nel 2011. ‘Prophet Of The Last Eclipse’ portava con sé influenze che infatti si possono ritrovare nell’album ‘Zero Gravity’ della coppia riformata, soprattutto nell’utilizzo di elettronica.
Hammer Fact:
-All’interno dei brani di ‘Prophet Of The Last Eclipse’ si narra la storia di un mondo chiamato Zaephir e della sua distruzione.
-‘Prophet…’ è il secondo disco di una trilogia iniziata con ‘King Of The Nordic Twilight’ e conclusa con ‘The Infinite Wonders Of Creation’. In quest’ultimo però non viene narrata la storia iniziata con i precedenti album, infatti al termine di ‘Prophet Of The Last Eclipse’ Turilli afferma che la storia “…deve continuare”, per poi lasciarla in sospeso.
-Esiste una edizione limitata dell’album contenente due bonus tracks; la prima è l’outtake ‘Dark Comets Reign’ mentre la seconda è ‘Demonheart’ cantata dal compianto André Matos.
-La versione in doppio vinile contiene invece i seguenti brani: ‘Caprice in A Minor (Instrumental)’ e ‘Autumn’s Last Whisper’.
Line-up:
Luca Turilli: guitar
Olaf Hayer: vocal
Sasha Paeth: Bass
Miro: Keyboards
Robert Hunecke Rizzo: Drums, second guitar
Tracklist:
01. Aenigma
02. War of the Universe
03. Rider of the Astral Fire
04. Zaephyr Skies Theme
05. The Age of Mystic Ice
06. Prince of the Starlight
07. Timeless Oceans
08. Demonheart
09. New Century’s Tarantella
10. Prophet of the Last Eclipse
Ascolta il disco su Spotify