AC/DC – I trent’anni di ‘Live at Donington’

Il 27/10/2022, di .

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AC/DC – I trent’anni di ‘Live at Donington’

Sono gli anni Novanta.
Gli AC/DC continuano ad essere sulla cresta dell’onda.
Superata la tragedia di Bon Scott e stabili da un decennio alla guida di Brian Johnson, la band non necessita di dar ulteriori prove riguardo il proprio valore, la propria inventiva e la propria determinazione.
Obiettivamente non ha solo conquistato con i suoi album le generazioni delle decadi precedenti, ma continua a far innamorare dal vivo fans di qualsiasi età.
Eh già, perché se la band incuriosisce al primo ascolto, dà il meglio di sè sul palco.
‘Live At Donington’, a trent’anni esatti oggi dalla sua uscita, rimane una delle testimonianze più importanti dell’incredibile bravura live degli AC/DC.
Oltre 72.000 persone, 2 ore di puro show musicale e non, 26 telecamere magistralmente coordinate da David Mallett, fautore di tutto, di cui una addirittura posizionata all’interno di un elicottero: quel 17 agosto del 1991, terzo giorno del famosissimo Monster Of Rock di Donington, gli AC/DC furono protagonisti di una delle loro performance migliori di sempre.
Esibizione però che i fans dovettero aspettare di rivedere il 27 ottobre del 1992 in una preziosissima videocassetta VHS, di cui scommetto che molti ne di voi ne custodiscono gelosamente una copia su qualche mensola di casa.
Già dall’inizio del live, dopo una panoramica alle decine di migliaia di fans che intonano AC/DC all’unisono, l’inquadratura viene dominata dall’immagine di Chris Slade che dà il tempo con il charleston alla stessa folla che non può che seguirlo battendo le mani: improvvisamente emerge, proprio su un palco sopra la testa del batterista, Angus Young nel suo iconico completo rosso fuoco intonando l’intro di ‘Thunderstruck’.
Entra in scena Brian Johnson e la folla letteralmente esplode seguendone ogni passo, salto, volteggio e soprattutto parola.
Dovete sapere che il Monster Of Rock è un evento che lo stesso governo inglese ha sponsorizzato alla grande: in negativo.
Definendo le band che avrebbero suonato come “individui poco raccomandabili e senza cervello” questa propaganda non ha fatto altro che incentivare l’acquisto di un biglietto alla modica cifra di sole 22 sterline, riunendo migliaia e migliaia di fans sfegatati in quell’autodromo di Castle Donington, vicino tra l’altro alla famosa foresta di Sherwood di un altro iconico personaggio che, delle leggi e del governo, se ne infischiava alla grande.
Le band che suonarono quel giorno rimangono fra le più grandi di sempre (vedi curiosità): gli AC/DC ebbero l’onore e l’onere di chiudere il tutto suggellando quella giornata a ricordo indimenticabile nella storia del rock e nella mente di chi era presente.
Si continua con ‘Shoot To Thrill’ e con ‘Back In Black’: la scaletta del The Razors Edge World Tour rasenta la perfezione e la scelta di partire con pezzi di questo calibro risulta sensata e azzardata allo stesso tempo, tanto quanto una tanica di benzina versata di getto su un fuoco che si è appena acceso.
Si continua, canzone dopo canzone, la band non si ferma un secondo ed il pubblico pure: la suspense verso i pezzi successivi aumenta stimolata dalla grande curiosità che il pubblico ha, verso quella che si sta rivelando essere una serata indimenticabile.
Ed ecco la trionfale ‘Hells Bells’: le luci si spengono, emerge luminosa una campana d’oro i cui rintocchi mandano in visibilio la folla. Un sudatissimo e mezzo nudo Angus Young domina il centro del palco impugnando la Gibson che lo ha reso (e che ha reso la stessa chitarra) così celebre alle masse.
E poi ancora, ‘You Shook Me All Night Long’, ‘T.N.T.’: le due ore di uno dei concerti più epici di sempre si concludono con ‘Highway To Hell’ e con ‘For Those About to Rock (We Salute You)’.
Il sorriso di Brian Johnson, il suo “fire” e “we salute you” salutano il pubblico che non può che essere soddisfatto dell’emozionante serata.
Purtroppo dobbiamo aspettare il 2003 per gustarci la versione rivisitata del Live at Donington tramite DVD, molto criticata in verità dai fans per gli eccessivi ritocchi che tradiscono una mania di perfezionismo fittizia.
Eh si, per gli AC/DC sono ciò che sembrano dal vivo, veri e genuini nel loro sound nudo e crudo che non necessita di filtri o ritocchi, rudi quanto il timbro di Brian Johnson, puliti quanto gli assoli e gli arpeggi di Angus e Malcolm Young, profondi quanto il sound di Cliff Williams, tenaci quanto la mano di Chris Slade.
Che altro aggiungere?
Eterni AC/DC!

Hammer Fact:
-Nonostante l’entusiasmante “Hello Donington, How you doing?”, la band non sapeva minimamente di essere registrata quel giorno.
-La locandina del terzo giorno del Monster Of Rock rimase una delle più famose di sempre: The Black Crowes, Queensrÿche, Mötley Crüe, Metallica e AC/DC. La maggior parte della folla, dopo esser stata convinta nel comprare il biglietto proprio da questi due ultimi nomi, dichiarò di esser rimasta delusa dalla performance dei Metallica ed esser stata rapita da quella degli AC/DC.
Il sound più carico, i volumi più elevati ma soprattutto l’esibizione impeccabile fece ritornare a casa migliaia di spettatori con l’adrenalina nelle vene e la felicità nel cuore.

Line-Up
Brian Johnson – voce
Angus Young – lead guitar
Malcolm Young – rhythm guitar
Cliff Williams – bass guitar
Chris Slade – batteria

Set List
01.Thunderstruck
02.Shoot To Thrill
03.Back In Black
04.Hell Ain’t A Bad Place To Be
05.Heatseeker
06.Fire Your Guns
07.Jailbreak
08.The Jack
09.Dirty Deeds Done Dirt Cheap
10.Moneytalks
11.Hells Bells
12.High Voltage
13.Whole Lotta Rosie
14.You Shook Me All Night Long
15.T.N.T.
16.Let There Be Rock
17.Highway To Hell
18.For Those About To Rock (We Salute You)

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