Queen, ‘Face It Alone’: un’istantanea dal passato
Il 14/10/2022, di Dario Cattaneo.
In: Speciali Monografici.
Era il 24 novembre del 1991 quando al mondo veniva annunciata la triste notizia della morte di Freddie Mercury.
Certo, è passato tanto tempo, ma comunque molti di noi – tra cui chi scrive – sono in grado di ricordarsi di quel giorno, dei telegiornali che ne parlavano, delle varie ‘Radio GaGa’, ‘A Kind of Magic’ e ‘I Want To Break Free’ che furono trasmesse in radio ininterrottamente per settimane. Poi l’hype (parola ai tempi poco usata) è infine sceso; e a chi c’era sono rimasti i ricordi e tantissima musica incredibile, mentre chi arrivò dopo ha potuto scoprire di questo artista grazie all’immortalità dell’Arte da lui lasciataci in eredità.
Certe volte però accade che anche dopo la scomparsa alcuni artisti riescono a far capolino con qualcosa di nuovo; e così il 13 ottobre 2022 ci troviamo ad ascoltare per la prima volta qualcosa di nuovo cantato da Freddie. Il brano ‘Face It Alone’, riscoperto da poco dai suoi compagni stessi durante un’operazione di editing di alcuni box di prossima pubblicazione, viene infatti reso disponibile oggi, corredato da un toccante lyric video.
In realtà il nome di Freddie è già stato legato a questo tipo di evento: l’intero album ’Made In Heaven’ è stato infatti pubblicato dopo la sua morte, e altri brani registrati su nastro in studio e mai pubblicati hanno raggiunto il pubblico nel 2014, in occasione della pubblicazione di ‘Queen Forever’. Questa volta a raggiungerci è una dolce ballad, cornice da sempre adatta alla vocalità teatrale e istrionica di Mercury. Una soffusa base arpeggiata fa da supporto a una strofa introduttiva dall’andamento meditabonda, su cui si staglia la Sua interpretazione, venata all’inizio di una tangibile malinconia ma via via sempre più decisa, in un crescendo che conduce inevitabilmente al primo, dolce, ritornello. Un emozionale assolo di Brian prende poi il campo sullo stesso arpeggio, per riportarci nuovamente alle struggenti emozioni della seconda strofa. Quasi a ricordarci comunque che questo è solo un fugace saluto dall’aldilà e non un ritorno, la canzone sfuma con una variazione sulla strofa ancora più meditativa, che lascia trapelare tutta la sensibilità con cui sempre Freddie era maestro colorare le sue canzoni più passionali.
Il brano ci è piaciuto, sicuramente.
Ci è voluto qualche ascolto per entrare nel mood giusto (non sappiamo se quello pensato originariamente per il pezzo quando è stato scritto nel ’88 o quello voluto dai sui compagni ora nel 2022); ma quello che possiamo dire è che quanto di importante ci è rimasto di Freddie come artista in questa canzone sembra esserci. La voce certamente è inconfondibile, ma al di là della bellissima timbrica che ben conosciamo il brano in questione ci ha narrato della sensibilità artistica che accompagnava i pezzi dei Queen più emozionali, quelli in cui la malinconia o l’abbandono di testi o melodie erano la diretta conseguenza dell’urgenza di esprimersi dell’artista stesso. Certo, ‘Face It Alone’ non diventerà certo una nuova ‘The Show Must Go On’ o ‘Who Wants To Live Forever’, brano tra l’altro col quale condivide mood e periodo di scrittura, ma è stato un bel momento per ricordarci che dei Queen non ci piacevano solo le canzoni, ma tutto quello che ci trasmettevano e trasmettono ancora quando le ascoltiamo. E’ un po’ come quando guardiamo la statua col pugno alzato sul lago di Montreux in Svizzera: non è la struttura in bronzo a fissarsi nel nostro cervello; ma è il ricordo degli applausi, della musica, e della infinita gente che assisteva al concerto dell’1986 allo Stadio di Wembley. Anche in questo caso, il brano si è rivelato più che quattro minuti di musica, ma piuttosto un mezzo per cui ricordarci di qualcosa d’altro, qualcosa che ogni fan tiene chiuso dentro di sé e che è sempre bello riscoprire.