Kat Von D – Le dieci canzoni perfette
Il 09/03/2022, di Maria Teresa Balzano.
In: Hammer Chart.
Kat Von D ha appena pubblicato il suo primo album ‘Love Made Me Do It’ esordendo finalmente anche nel mondo nella musica. Kat la conosciamo come tatuatrice, famosa per aver preso parte agli show televisivi Miami Ink e LA Ink, in cui ottenne il Guinness World Record per aver tatuato 400 persone in 24 ore, la conosciamo come modella, è apparsa in film e videogiochi, ha scritto un libro, ha aperto una galleria d’arte, la conosciamo come imprenditrice per aver creato, lanciato e mantenuto attiva per anni una linea di make-up e una di vestiti. Da oggi la conosciamo anche come musicista. Kat è una donna che ce l’ha fatta, un essere umano vorace e capace di reinventarsi senza mai fermarsi. E quando le abbiamo chiesto della sua playlist ci ha detto che…
Bauhaus – ‘Double Dare’ (1980)
Primo brano de ‘In The Flat Field’, debutto in studio dei Bauhaus, ‘Double Dare’ diede filo da torcere a Peter Murphy e soci in fase di registrazione, la band, reduce da un tour di trenta date, decise infatti di prodursi da sola, avendo già bene in mente il tipo di sound da tirare fuori. Ma per il brano scelto da Kat, i Bauhaus riciclarono i nastri di una versione registrata durante un’esibizione nel programma radiofonico del disc jockey John Peel per la BBC.
“Sono una grande fan dei Bauhaus e di Peter Murphy, sono stati un’enorme pietra miliare della musica che, crescendo, ha cambiato la mia vita. Per me, questa canzone evoca un inquietante senso di sventura, ma ancora piena di potere. E quella voce!”
Bjork – ‘Pagan Poetry’ (2001)
Da ‘Vespertine’, quarto intimo album di Bjork, Kat pesca ‘Pagan Poetry’, il cui controverso video che, come afferma il regista Nick Knight, rappresenta una donna in procinto di sposarsi e di donarsi completamente al suo uomo, mostra immagini fortemente distorte al computer, che sembrano alludere al sesso (anche orale), seguite da inquadrature di Björk che indossa una veste fatta di perle e che le lascia il seno scoperto, nell’atto di introdursi nella pelle spilli e perline, è stato censurato su alcune reti, ad esempio MTV.
“Il testo di questa canzone è il mio preferito in assoluto tra tutte le canzoni di Bjork. Non ci sarà mai nessuno che possa spegnere la luce su quella forza della natura che è Bjork.”
The Cure – ‘The Kiss’ (1987)
Il settimo album dei The Cure, ‘Kiss Me Kiss Me Kiss Me’, lavoro maturo, fine, più lontano (ma mai troppo) dal tormentato ‘Pornography’, si apre proprio con la canzone strumentale scelta da Kat: ‘The Kiss’, una furia dark ma allo stesso tempo mossa da un piglio rock irresistibile.
“La struttura aggressiva e stridente di questa canzone mi fa impazzire. Per non parlare dell’intro senza fine così dannatamente sexy, che, secondo me, non è mai abbastanza lungo. Una volta ho ascoltato questa canzone a ripetizione per un mese di fila.”
Gunship – ‘When You Grow Up Your Heart Dies’ (2018)
Con i Gunship Kat ha anche collaborato come vocalist per il brano ‘Black Blood Red Kiss’, dello stesso album ‘Dark All Day’ da cui ha pescato ‘When You Grow Up Your Heart Dies’. Il synthwave moderno della band inglese è malinconico, sognante e romantico, perfetto per i nostalgici delle sonorità e del mood degli anni ’80.
“I Gunship sono una delle mie band synthwave preferite, e questa canzone del loro ultimo album mi taglia nel profondo. È una di quelle canzoni che ascolti, senti dentro e desideri così tanto, che avresti potuto essere tu stesso a scriverla.”
IAMX – ‘Your Joy Is My Low’ (2004)
Composto da un sound oscuro, erotico, influenzato dalla musica electro degli anni ’80, l’album di debutto ‘Kiss + Swallow’ da cui Kat ha estratto ‘Your Joy Is My Low’ è stato pubblicato nel 2004. IAMX (I am X) è il progetto musicale solista di Chris Corner in cui tratta, nei testi, temi estremi come bisessualità, alienazione, ossessioni psicologiche, sesso, abusi di sostanze narcotiche e vaghe allusioni alla politica in senso generale.
“Gli IAMX sono una delle band più sexy del pianeta. Ogni volta che questa canzone appare su una playlist, c’è sempre qualcuno che chiede il titolo e l’artista e finisce per innamorarsene anche lui. Chris Corner è davvero un genio.”
Ministry – ‘Thieves’ (1989)
Tra i capostipiti dell’industrial metal, la band pubblicò nel 1989 ‘The Mind Is a Terrible Thing to Taste’, album che si apre proprio con ‘Thieves’. Data la complessità del lavoro di batteria, i Ministry furono aiutati dal secondo batterista Martin Atkins. I concerti furono documentati in ‘In Case You Didn’t Feel Like Showing Up’. Perchè piace a Kat? “Sebbene io viva e apprezzi ogni epoca dei Ministry, questo album, ‘The Mind Is A Terrible Thing To Taste’, è sempre stato un cruciale per me. Questa canzone mi fa desiderare di sapere come scrivere canzoni arrabbiate.”
The Chameleons – ‘Don’t Fall’ (1983)
Sebbene non abbiano riscosso il successo commerciale e mediatico di band loro contemporanee come ad esempio i The Cure o gli Echo & the Bunnymen, i Chameleons possono essere considerati un punto di riferimento per band attuali quali Interpol, Editors, White Lies, The Horrors. Spesso definiti dalla critica di settore come ‘architetti del suono’ o ‘cattedrali sonore’, scopriamone una gemma suggerita dalla nostra dark lady: “Una delle mie band post punk preferite, questa canzone dei Chameleons ha tutta l’oscurità e il romanticismo che potrei mai desiderare. Ogni volta che incontro qualcuno che conosce questa band, guadagna punti extra con me.”
Perturbator – ‘Future Club’ (2014)
Perturbator è James Kent (classe 1993), un musicista francese: compone musica synthwave ed è noto per averne riportato in auge, oltre all’estetica, anche i temi di carattere cyberpunk. Da ragazzino, Kent suonava la chitarra in varie band black metal locali. Il brano preferito di Kat è ‘Future Club’: “Era quasi impossibile scegliere una canzone di Perturbator dato che ne amo così tante, specialmente del suo ultimo album, ‘Lustful Sacrament’, ma ho scelto questa canzone perché è un bellissimo esempio del lato oscuro del synthwave.”
Siouxsie and the Banshees – ‘Fireworks’ (1982)
I Siouxsie and the Banshees hanno fatto la storia e non hanno bisogno di presentazioni. E di certo non potevano mancare nella top ten di un’artista eclettica come la nostra Kat. ‘Fireworks’ è un singolo che non ha mai fatto parte di un album completo, con la sua sezione di archi apre l’era dei brani più elaborati, lussureggianti e musicalmente complessi della band: “Quella voce. Quei testi. Quella struttura. Potrebbe benissimo essere la canzone perfetta.”
Fields of the Nephilim – ‘Chord of Souls’ (1988)
Fra i maggiori esponenti del gothic rock di fine anni ’80 (tanto per cambiare), chiudiamo questa chart con i Field of the Nephilim e la loro ‘Chord of Souls’, tatuata a vita nel cuore di Kat.
“Scoprire la voce di Carl è stata una svolta per me. Quando ho sentito questa band per la prima volta e ho ascoltato questa canzone, mi è venuta voglia di reincarnarmi in un uomo per poter cantare così!”