The Library (39) – Maurizio Blatto – Sto Ascoltando Dei Dischi
Il 22/12/2021, di Gianfranco Monese.
In: The Library.
Amare la musica, amare le canzoni, amarle al punto da fonderle nel nostro quotidiano, perché “Tutto è una canzone, tutto.” Ognuno di noi ha dei brani, o album, che lega ad un periodo particolare della propria vita: un’estate indimenticabile, un’amore, un concerto, un periodo spensierato, un evento importante, una serata tra amici… Ora che ci penso, il film ‘Radiofreccia’ (1998) contiene un bel discorso sulle canzoni, apparentemente scontato, che vi consiglio di cercare o rivedere.
Dopo avermi positivamente colpito, e fatto parecchio ridere, con ‘L’ultimo Disco Dei Mohicani’ del 2010 (a cui, nel 2014, è seguito ‘MyTunes’), libro intriso di bizzarri racconti annessi al torinese Backdoor, negozio di dischi gestito dall’autore (che è inoltre un’illustre penna della rivista ‘Rumore’), ho avuto l’onore di riaffrontare Maurizio Blatto con l’ultimo ‘Sto Ascoltando Dei Dischi’, uscito a luglio dello scorso anno per add Editore. Un libro che, personalmente, in barba al noto modo di dire, si fa già giudicare dalla bellissima illustrazione di copertina ad opera di Alessandro Baronciani (che ha disegnato pure quella per la riedizione de ‘L’ultimo Disco Dei Mohicani’, edita nel 2017), impossibile da ignorare se esposta negli scaffali di ogni libreria che si rispetti.
“Si certo, ma il contenuto?” Vi chiederete. Il contenuto rispecchia l’introduzione di questa recensione, seguendo quel filone “buffironico” (passatemi il termine) già adottato precedentemente, testimone (e per questo, ancora più esilarante) di fatti realmente accaduti. A farla da padrone, geograficamente parlando, è sempre Torino e dintorni, motivo per cui, doveste essere di quelle parti (o, almeno, conoscerle), capireste ed apprezzereste ancor di più molte sottigliezze e molta ironia che si cela dentro qualche aneddoto. Non si disperino tutti gli altri: il libro scorre che è una meraviglia, la lettura è piacevole, frizzante ed al tempo stesso leggera (ma non per questo banale), senza alcun passaggio a vuoto o che annoi, e si lascia trasportare dalle vicende del protagonista, che altri non è se non l’autore, “malato” di brani, al punto da legarli a tutti i racconti del suo passato, racconti grazie ai quali egli intrattiene persone e luoghi a cui, in teoria, spetterebbe il compito di salvarlo da questo modo di vivere/pensare, che sembrerebbe comprometterne i rapporti con chi gli sta intorno.
E sono proprio questi luoghi o personaggi che interloquiscono con Blatto, a suddividere il libro in sette capitoli: troviamo il protagonista/paziente da uno psicologo, da un consulente di famiglia, in pronto soccorso, dalla Polizia, addirittura in un centro d’ascolto vinilisti anonimi, e infine, di fronte a chi vorremmo incontrare il più tardi possibile: la Morte.
E chiaramente, è nei “nostalgicomici” (ancora una volta, passatemi il termine), spassosi racconti che potrete leggere in questi capitoli, che Blatto da il meglio di sè, pur con sfoghi opinabili (d’altronde ognuno ha i suoi gusti), ma che non possono non strappare sorrisi: nello sviscerare brani che tanto lo legano ad un ricordo in particolare (esemplare ‘Pink Frost’ dei Chills, ma la lista continuerebbe), il protagonista entra nel dettaglio, aggiungendo curiosità, concedendosi a noi sia malinconicamente che sapientemente. Molti sono gli esempi che potrei fare, dalle facciate dedicate ai Rockets (con tanto di parentesi sull’utilizzo, più o meno sensato, del ghiaccio secco), a guide per niente spericolate solo per ascoltare il più possibile un CD in auto, da un ricovero estivo per un’esagerata esposizione al sole ed ai Maroon 5, a lanci di gatti durante l’ascolto dei Kyuss. So per certo di avervi già incuriosito e fatto sorridere con quanto vi ho appena (ed a malapena) citato, ma se doveste essere ancora dubbiosi, mi piacerebbe accompagnarvi verso la conclusione di questa recensione con una frase presente nel libro, perchè so quanto sia difficile, in un mondo che mai come oggi è testimone di una frenesia che rasenta il ridicolo, concedersi ad un testo: “…Ma le consiglio di godersi ciò che le piace finché è in tempo, insomma non sciupi ascolti o letture…”
Perchè questa, datemi retta, è un’opera spiritosa ed obbligatoria se, come noi di Metal Hammer, respirate ancora musica e/o se la vivete (anche) con nostalgia, ritrovandovi ogni tanto a dover riaffrontare ricordi con amici di eventi passati, stili di vita e modi di fare, che mai più torneranno. Con ‘Sto Acoltando Dei Dischi’ potrete riassaporare, in maniera simpatica ed estremizzata, ciò che siete stati, e che dopotutto non smetterete mai di essere. Fidatevi di Blatto: se nell’ultimo capitolo è riuscito ad intrattenere un’annoiata Morte, perchè non dovrebbe farlo con voi?
P.S. In un post su Instagram del 29 agosto 2020, per il torinese Massimiliano Casacci, chitarrista dei Subsonica, ‘Sto Ascoltando Dei Dischi’ “…è stato il libro dell’estate.”
DETTAGLI DEL VOLUME:
Titolo: Sto Ascoltando Dei Dischi
Autore: Maurizio Blatto
Anno: 2020
Editore: add
Collana: Incendi
Pagine: 320
Prezzo: Euro 13,00