5 curiosità che forse non sapete su… Cozy Powell
Il 05/04/2021, di Francesco Faniello.
In: The Birthday Party.
Colin Trevor Flooks (Cirencester, 29 dicembre 1947 – Bristol, 5 aprile 1998), noto col nome d’arte di Cozy Powell, è stato un batterista inglese, noto per aver suonato con i Rainbow, i Whitesnake, i Black Sabbath, gli MSG e Gary Moore tra gli altri. Fautore di uno stile solido e innovativo, ha costituito un’influenza primaria per lo stile di drumming tipico dell’heavy metal esploso negli anni ’80. La passione per la velocità, prima nel motociclismo e poi per le auto di grossa cilindrata, gli sarà fatale in un incidente stradale con la sua Saab 9000 sulla M4 nei pressi di Bristol. Ma forse non tutti sanno che…
Una vita dietro i tamburi
Powell ha iniziato a suonare la batteria nell’orchestra scolastica all’età di 12 anni, per poi entrare nel circuito semi-professionale con la band The Sorcerers, poi Youngblood (con cui andrà in tour in Germania come era prassi all’epoca, e come i Beatles insegnano) e stabilirsi poi nell’area di Birmingham, venendo in contatto con alcuni dei futuri protagonisti degli anni ’70 come Plant, Bonham e Iommi. Ha assunto il nome d’arte “Cozy” come tributo al batterista jazz Cozy Cole – che a sua volta si chiamava in realtà William Randolph Cole! Il primo ingaggio importante di questo fenomenale drummer fu quello dietro le pelli del Jeff Beck Group, con cui partecipò anche alle session di registrazione di ‘Superstitious’ di Stevie Wonder, ma i suoi primati non finiranno qui…
Emerson, Lake & Powell
A leggere soltanto il monicker (nonché titolo del disco omonimo) della prima reunion degli ELP negli anni ’80, la prima riflessione è quella che a volte la bravura non basta, bisogna anche essere nati con la camicia – o essersi dati un cognome che inizia con la lettera giusta! Ovviamente Keith Emerson e Greg Lake dichiararono che la scelta di un batterista che sostituisse Carl Palmer (allora impegnato con gli Asia) e il cui cognome iniziasse con la “P” fu assolutamente casuale, dato che – come aggiunsero scherzando – avrebbero potuto ingaggiare anche Ringo “Parr” o Phil “Pollins”. Quello che non è casuale è un ritorno in grande stile del supergruppo degli eccessi prog degli anni ’70, con chiari riferimenti alla propria gloriosa storia nell’opener ‘The Score’, l’inclusione di una versione di ‘Mars, The Bringer Of War’ di Gustav Holst in tracklist (una scelta che seguiva quella operata dai King Crimson più di quindici anni prima, proprio con Greg Lake in formazione) e un sound aggiornato al periodo di riferimento (‘Emerson, Lake & Powell’ uscì nel 1986) con episodi del calibro di ‘Lay Down Your Guns’ e ‘Touch and Go’, in cui è proprio il tocco di Powell a fare la differenza.
Lost in Hollywood
Per tutti i cultori del’hard’n’heavy, Cozy Powell è innanzitutto il batterista del periodo “classico” dei Rainbow di Ritchie Blackmore, entrando in formazione in occasione dell’epocale secondo disco ‘Rising’ per poi lasciare dopo ‘Down To Earth’ e la partecipazione alla prima edizione del Monsters Of Rock del 1980, un festival ideato proprio da Sua Maestà Blackmore. Powell è immediatamente riconoscibile tra quei solchi per via di uno stile vario e al passo con i tempi (ben testimoniato dal colosso ‘Stargazer’), fondamentale per le future evoluzioni dell’HM e seminale per tutto il movimento power/speed che verrà, con il suo impiego di doppia cassa a profusione che fa da contraltare alla rozzezza di un altro precursore di quegli anni, Phil “Animal” Taylor. Sarà presente in formazione anche sul primo live della band, ‘On Stage’, rendendosi protagonista di una performance eccellente sui classici del primo album che costituiscono l’ossatura primaria della scaletta e che con lui assumono nuova vita e nuove dinamiche rispetto alle versioni in studio suonate da Gary Driscoll: ‘Man on the Silver Mountain’, ‘Catch the Rainbow’, ‘Still I’m Sad’ e ‘Sixteenth Century Greensleeves’.
Listen for the feet as they pound the land to a tune of thunder
Noto ai più è il sodalizio tra Tony Iommi e Cozy Powell, che si esplicò con l’entrata nei Black Sabbath del funambolico batterista per i dischi ‘Headless Cross’ e ‘Tyr’, e il suo ritorno in occasione del controverso ‘Forbidden’. Si è trattato di uno dei periodi più difficili nella storia del Sabba Nero, con la stampa indifferente, il pubblico europeo latitante e quello americano non pervenuto: ecco perché Butler ebbe l’idea di tornare in formazione coinvolgendo il figliol prodigo Ronnie James Dio. Le lunghe sessioni che porteranno a ‘Dehumanizer’ inizieranno proprio con Powell dietro le pelli, nonostante il rapporto tra lui e il redivivo singer non fossero dei migliori, per via dei trascorsi burrascosi nei Rainbow. La frattura di un’anca dovuta a una caduta da cavallo fu l’occasione per il ritorno del fido Vinnie Appice in formazione; nel tempo tuttavia sono emerse varie registrazioni di quelle session, a dispiegare come di consueto uno stile inconfondibile.
Over the Top
Beck, Blackmore, Schenker, Moore, Iommi, May e anche Malmsteen: decisamente, per gli assi della sei corde Cozy Powell è stata una scelta privilegiata. Suo il beat degli esordi del Michael Schenker Group, suo il drumming su ‘Back to the Light’ di Brian May (che lo vorrà con sé persino in una versione di ‘Since You’ve Been Gone’ alla Brixton Academy), sua la firma sulla sezione ritmica di ‘Facing The Animal’ uno degli ultimi album degni di nota di Yngwie Malmsteen (e alla sua memoria sarà dedicata la versione di ‘Gates Of Babylon’ eseguita nel tour di quel disco). Erano anche gli anni di una presenza mainstream del rock in TV, che lo vedevano spesso impegnato come ospite nei programmi per ragazzi, sia come batterista che come “animatore”. Qualcosa di difficilmente immaginabile, al giorno d’oggi…