‘Arise’ – 30 anni fa sorgeva l’alba dei Sepultura

Il 25/03/2021, di .

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‘Arise’ – 30 anni fa sorgeva l’alba dei Sepultura

‘Arise’.
Sorgere.
Non esiste parola che oggi, 25 Marzo 2021, in un mondo avvolto da buio e insicurezze, abbia una connotazione più positiva di questa. E siccome sono una persona che alle coincidenze a volte ci crede pure, sono più che orgogliosa di presentarvi, in un trentesimo anniversario solenne quanto nostalgico, il capolavoro di una band il cui nome è fonte di sicurezza.
I Sepultura. Max Cavalera, Iggor Cavalera, Paulo Jr. Pinto e Andreas Kisser. 1991.
Un album che, a trenta anni di distanza, non può che definirsi perfetto. Nove tracce, una bonus track (e tre aggiunte nella versione remastered del 1997) che si pongono come un ottimo biglietto da visita (rivisitato) con cui il gruppo carioca sembra presentarsi al mondo più forte ed unito che mai.
Le idee sono chiare, anzi chiarissime. E visto che le aspettative dell’epoca verso questi ragazzi di Belo Horizonte erano davvero tante, soprattutto dopo la precedente tripletta composta da ‘Morbid Visions’, ‘Schizophrenia’ e ‘Beneath The Remains’, questo album poteva essere due cose: un trionfo garantito o un flop eclatante. Noi siamo qui ad esaltarne il maestoso ricordo.
Anche perché ripeto, prendere in mano questo masterpiece suscita sentimenti di malinconia misti ad una scarica d’adrenalina: sin dalla copertina dai toni color seppia, commissionata a Michael Whelan che per la prima volta si è messo in gioco in qualcosa che non aveva mai fatto, disegnando facce distorte, fotocopiandole, ritagliandole e ricombinandole, in un collage che incute tuttora curiosità e timore.
L’album è ben noto per aver forgiato i monumentali ‘Arise’ e ‘Dead Embryonic Cells’: due canzoni davvero pessimistiche con cui i Sepultura ci confidano la propria versione del mondo e dell’umanità.
L’atmosfera tribale latina, curata a dovere anni dopo in ‘Roots’, esordisce tramite percussioni e strumenti a fiato in ‘Altered State’ che portano i Sepultura a considerare tutto ciò come un vero e proprio marchio di fabbrica.
Il sound hardcore punk a cui si è legati ritorna in ‘Desperate Cry’ e ‘Subtraction’: la prima dal meraviglioso, anche se breve, intro armonico, la seconda condotta magistralmente da Iggor, una garanzia alla batteria. Quarantadue minuti che scorrono veloci, in modo cattivo, aggressivo, in un’invettiva sociale che scredita quell’ ‘Ordem et Progresso’ per cui il paese delle grandi contraddizioni sembra andare così fiero.
Il 1991 in fin dei conti è un anno dominato dai Death (‘Human’), dai Metallica (‘Black Album’), dai Morbid Angels (’Blessed Are The Sick’) e dai Death SS (‘Heavy Demons’), solo per citarne alcuni: ‘Arise’ è un album che incorona i Sepultura a fenomeno mondiale.
Al loro nome si associa la coloratissima bandiera del Brasile, diventando ben presto quel nome che “Ehi, ma li hai sentiti?” e confermandosi come una delle band preferite dal popolo thrash.
Due anni dopo Arise aveva già venduto un milione di copie in tutto il mondo, e qualche anno più tardi i Sepultura sono i primi ad avere ben tre album all’interno della Decibel Magazine Hall Of Fame (insieme ovviamente a ‘Roots’ e ‘Beneath The Remains’).
Non sono più la band che parla di tematiche anti-cristiane seguendo i tormentoni del momento alla Slayer o alla Venom, sono una band che dal cuore dell’Amazzonia eleva un grido di lamento in cui tutto il popolo si sente rappresentato. È anche uno dei motivi che porta i Sepultura al rapido successo, poiché in quei due fratelli Cavalera che suonano sopra un palco davanti a migliaia di persone, dopo aver perso il padre ed avere poche speranze nel futuro, tanti adolescenti sudamericani non possono che rivedere la propria, personalissima, situazione.
Che altro aggiungere? Nel 2021 l’Italia non vede l’ora di sentire live questa band a cui è davvero molto affezionata, e magari di godersi il tour di ‘Quadra’ mai iniziato causa Covid-19. E proprio a proposito di pandemia…

Obliteration of mankind
Under a pale grey sky
We shall arise…

Risorgeremo, più luminosi di prima.

Hammer Fact:
– Max Cavalera ha ammesso come ‘Arise’ sia il suo album preferito con la band e quanto la stessa title-track sia attuale per ogni era dell’umanità.

– “Sotto il cielo grigio pallido / Ci alzeremo”: inevitabile non fare il paragone con ‘Under A Blood Red Sky’ dei titani U2, ispirazione confermata sempre dal nostro Max (“I totally rip off U2 there. But don’t tell anyone.”).

– Il 2020 è stato l’anno dello streaming: non perdetevi la puntata ‘We Shall Arise’ condotta da Ted Aguilar dei Death Angel con Kisser in persona dove i due ripercorrono la storia della band dando spazio in particolar modo a questo masterpiece.

Line-up:
Max Cavalera: vocals, guitars
Andreas Kisser: guitars
Paulo Jr.: bass
Igor Cavalera: drums

Tracklist:
01. Arise
02. Dead Embryonic Cells
03. Desperate Cry
04. Murder
05. Subtraction
06. Altered State
07. Under Siege (Regnum Irae)
08. Meaningless Movements
09. Infected Voice

Bonus tracks
10. Orgasmatron (cover dei Motörhead)
11. Intro
12. C.I.U. (Criminals in Uniform)
13. Desperate Cry (Scott Burns Mix)

Ascolta il disco su Spotify

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