‘Aqualung’ – il Prog – Hard Rock di cinquant’anni fa
Il 19/03/2021, di Roberto Sky Latini.
In: The Birthday Party.
All’inizio degli anni Settanta fu un continuo rinnovarsi della musica nello stile e nelle modalità compositive. Molti gruppi nati alla fine dei Sessanta, tra il 1970 e il 1973, stravolsero il mondo del rock e della musica stessa. Cessarono per molti le influenze infantili precedenti e il sound si fece più maturo e pregnante, definendo finalmente una attitudine che era già in fervore da anni ma che prese una forma adulta in quella fase in cui il mondo hippy stava finendo e la critica anche sociale diveniva più cupa. Dentro questa dimensione va visto, tra gli altri, ‘Aqualung’ dei Jethro Tull che uscì per la Chysalis il 19 marzo 1971, in cui vige una tensione sia musicale che tematica (la povertà, lo smarrimento e la rabbia). Nello stesso anno arrivano all’apice i Led Zeppelin con il ‘IV’ e gli Yes con ‘The Yes Album’, per nominare due gruppi esponenti di due visioni diverse del rock che contemporaneamente arrivarono a una più pregnante espressività, uno nell’Hard e l’altro nel Progressive. Furono molti i dischi che intaccheranno l’estetica passata, e i Jethro Tull lo faranno inserendosi in un ambito che sarà sia Hard Rock che Prog.
Uno dei gruppi contemporanei ai britannici Jethro che può essere assimilato in un contesto che tocchi sia l’Hard che il Prog, sono i conterranei Who che con ‘Who’s Next’ realizzeranno anch’essi un disco moderno lontano dalla facciata anni sessanta. Ma diversamente da loro, i Jethro Tull, che avevano esordito solo nel 1968, vivono appena tre anni dopo, un’atmosfera folk che amplifica la loro attitudine progressive in una maniera ben più attualizzata, anche se si abbeverano alle sonorità inglesi tradizionali. In ogni caso l’insieme risente delle cose più nuove degli anni Sessanta, ma durante l’ascolto si sente che sono esistiti i Cream e che i Led-Deep-Black hanno già spiazzato la scena. ‘Aqualung’ e ‘Locomotive Breath’ sono i brani più citati del disco, e sono quelli più Hard Rock, ma in realtà all’interno dell’album troviamo molte inflessioni acustiche e folkeggianti, con un flauto che inspessisce questo tipo di verve. Inoltre, il cantato del leader Anderson enfatizza l’immagine del menestrello con una interpretazione veramente notevole ed emozionale, piena anche di tonicità corposa ma anche di carezzevole sinuosità. In effetti il lato Hard è piuttosto esplicito e prosegue anche con ‘Cross-eyed Mary’ e ‘Up To Me’ senza raggiungere mai la durezza di Deep Purple o Black Sabbath, ma inserendosi più che in altri full-lenght della band, nel filone Hard Rock. Uno degli episodi più significativi è ‘My God’ (di oltre sette minuti), che vibra di una oscurità malinconica molto spinta, passando dall’acusticità avvolgente ad un grasso riff di tipo doom fino ad un assolo chitarristico metallico, dove non manca un assolo di flauto con soffio-vocalizzato tipico di Anderson; a ciò si aggiunge un denso passaggio simil-sinfonico che rende il pezzo modernissimo anche per gli standard anni duemila, pur se in qualche modo si rifà alle session allungate del periodo. È la canzone che realizza il momento maggiormente Progressive, di alto valore compositivo. L’altro momento prog importante è la conclusiva e sentita ‘Wind Up’, che però suona un hard più orecchiabile, ma sempre molto ficcante. Il disco è il passo che porrà i Jethro Tull tra i migliori gruppi della storia, insieme al successivo ‘Thick As A Brick’ (1972) strutturato diversamente (sarà un unico brano su due facciate di vinile per una lunghezza totale di quarantaquattro minuti) che confermerà lo stato di grazia di Anderson e soci. Questo è il cinquantennale di un album che però suona ancora eccitante e attraente, raccontando ai posteri la propria tenace validità.
Hammer Fact:
– L’album appare come un concept, sebbene Anderson lo neghi, il cui personaggio raccontato è un barbone di nome appunto “Aqualung”, ritratto in copertina similmente allo stesso cantante Anderson. Il dipinto fu realizzato con una foto come soggetto, che ritraeva un vero clochard fotografato dall’allora moglie di Anderson.
– Il significato del nome è stato spiegato dallo stesso Anderson e sarebbe legato ai sostantivi “acqua” (aqua) e “polmone” (lung), in riferimento al rantolo del respiro di una persona in cattive condizioni (in questo caso il clochard) che assomiglierebbe al gorgoglio di un respiratore di un boccaglio subacqueo.
Line-Up:
Ian Anderson: vocals, flute
Martin Barre: guitars
John Evan: keyboards
Jeffrey Hammond: bass
Clive Bunker: drums
Tracklist:
01. Aqualung
02. Cross-eyed Mary
03. Cheap Day Returned
04. Mother Goose
05. Wond’Ring Aloud
06. Up To Me
07. My God
08. Hymn
09. Slipstream
10. Locomotive Breath
11. Wind Up
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