5 (+1) curiosità che forse non sapete su… Steve Harris
Il 12/03/2021, di Gianfranco Monese.
In: The Birthday Party.
Stephen Percy Harris, per tutti Steve Harris, nasce a Leytonstone, vicino Londra, il dodici marzo 1956 ed è fondatore, principale compositore, mente, corpo ed anima degli Iron Maiden. Su di lui e sull’apporto che con la sua band ha dato all’Heavy Metal mondiale si è detto, e tutt’ora si dice, molto. Ma forse non tutti sanno che…
Contratto sì, contratto no
Dopo aver suonato negli Influence (1971), Gypsy’s Kiss (1972-1974) e Smiler (band in cui militavano il cantante Dennis Wilcock ed il batterista Doug Sampson, presenti nella prima formazione della Vergine Di Ferro), nel 1975 Harris fonda gli Iron Maiden. Due anni più tardi la EMI gli propose un conveniente contratto, che però egli rifiutò in quanto prevedeva che la band passasse a lidi Punk con, incluso, il taglio dei lunghi capelli da parte di tutti i componenti. Tuttavia il fatidico contratto che i Maiden accettarono fu posticipato di un paio d’anni, ovvero dopo la pubblicazione dell’autoprodotto demo ‘The Soundhouse Tapes’ (1979), e questa volta non vennero inclusi cambi di genere musicale o appuntamenti dal parrucchiere.
P.S.: Dal periodo nei Gypsy’s Kiss sembrerebbero arrivare le prime versioni delle future canzoni maideniane ‘Drifter’ e ‘Burning Ambition’.
Ehi Nicko, mi manda Steve!
‘Mission From ‘Arry’ (tradotto: in missione per conto di Harris), disputa registrata da Dickinson e presente, assieme alla cover dei Beckett ‘Rainbow’s Gold’, nel secondo lato del singolo ‘Two Minutes To Midnight’ (1984), rappresenta una curiosa e divertente incomprensione. Durante una data del ‘World Piece Tour’ (1983) ad Harris si ruppe una corda del basso. Dato che, a seguire in scaletta, ci fu un assolo di batteria di McBrain, il bassista chiese a un membro della crew di andare ad avvisarlo di allungare l’assolo, in modo tale da avere più tempo possibile per risolvere il problema. A detta di McBrain, che non capì una sillaba di quanto gli venne riferito, il membro della crew, disturbandolo, lo fece sbagliare più volte, rovinandogli l’assolo (che secondo gli altri fu invece perfetto). La discussione tra Harris, McBrain e Dickinson, avvenuta in un camerino a concerto terminato, venne registrata ed “incalzata” dal cantante in modo che durasse il più possibile. Nei secondi finali, come da registrazione, si può ascoltare Harris che, trovato il registratore, poco prima di premere stop esclama: “some cunt’s recording this!” (“qualche c******e sta registrando!”).
666, the (telephone) number of the beast!
Non ci è dato sapere se è tutt’ora così o quanto quel numero di telefono sia stato attivo, ma durante il “periodo Bayley”, neanche a farlo apposta, se si voleva contattare il fondatore della Vergine Di Ferro si doveva comporre, tra le altre cifre, per ben tre volte il numero sei. Come riportato nello speciale sulla band di Metal Hammer (febbraio 2001), Bayley ammise che “il numero di telefono di Steve contiene il 666 e, quando l’ho saputo, non nascondo di avere provato una certa inquietudine.”
Virtual XI Team
Tutti sono a conoscenza della passione di Harris per il calcio: la sua fede verso il West Ham United, il cui simbolo è presente su uno dei suoi bassi Fender Precision ed i cui colori egli è solito indossare quando suona dal vivo, tramite polsini e/o tracolle e/o t-shirt, è immensa. Lo stesso McBrain, nello speciale sui Maiden di Metal Hammer (febbraio 2001), ha ammesso che “…adoro vederlo guardare una partita del West Ham: ad ogni gol sbagliato dalla sua squadra salta sulla poltrona come un indemoniato urlando “noooo”. È un vero spettacolo.” A tal proposito, successivamente all’uscita dell’undicesimo album ‘Virtual XI’ (1998), originale fu l’idea di organizzare una serie di partite tra la Virtual XI Team, squadra composta dai membri della band oltre che da ex calciatori che militarono in Inghilterra (nel poster della formazione in allegato all’interno del singolo in digipack ‘The Angel And The Gambler’ (1998) si possono notare Stuart Pearce, Faustino Asprilla, Paul Gascoigne, Ian Wright, Patrick Viera e Marc Overmars), ed avversari di tutto rispetto, come ad esempio la “nostra” Nazionale Cantanti. Nel match svoltosi il 27 marzo 1998 a Castelfranco Emilia, in provincia di Modena, nonostante la Nazionale Cantanti si fosse rinforzata di due pedine come Gentile ed Altobelli, essa dovette arrendersi alla Virtual XI Team, che quella sera poteva vantare nelle proprie fila Terry Butcher, Neil Webb, Paul Mariner, Mark Abery, Jeff Lovell e Tony Newton (come da foto). Il match si concluse sei a uno per gli inglesi; per gli italiani, Altobelli segnò su rigore il gol della bandiera. Se volete saperne di più su quella sera, qui potete trovare uno speciale del nostro direttore Alex Ventriglia.
Un abbozzo di danza
Come riportato nell’autobiografia di Dickinson ‘What Does This Button Do’ (2017), discutibile fu la scelta della copertina per il tredicesimo album dei Maiden ‘Dance Of Death’ (2003). In effetti, nonostante la band abbia da sempre abituato fan e addetti ai lavori a copertine variopinte, accattivanti e davvero originali, questa volta il risultato fu, a detta del cantante, imbarazzante. La colpa fu di Harris, a cui piacque una versione non ancora finita, senza volerla cambiare, modificare o concludere. L’autore dell’opera fu talmente desolato della scelta (d’altronde, come in ogni campo dell’arte, è comprensibile come ogni artista debba “riconoscersi” in una propria opera), che chiese di non inserire il suo nome nei crediti del disco.
Tale padre…
Due dei sei figli di Harris hanno intrapreso la carriera di musicisti, aprendo con le loro rispettive band le date di qualche tour della Vergine Di Ferro. La prima è stata la cantante Lauren Harris, che con la sua omonima band Hard Rock/Heavy Metal ha all’attivo un album dal titolo ‘Calm Before The Storm’ (2008). Ha inoltre aperto a più tour dei Maiden, a partire da ‘A Matter Of Life And Death Tour’ del 2006, che vede due “prime volte” per la band del padre: è stato il primo e, ad oggi, unico tour in cui l’album di supporto è stato eseguito per intero, ed è stata la prima volta in cui la band, in Italia, ha suonato due concerti nella stessa location (due e tre dicembre 2006 al DatchForum di Assago). Lauren ha poi aperto ai successivi ‘A Matter Of The Beast Tour’ (2007) e ‘Somewhere Back In Time Tour’ (2008).
L’altro figlio è George Harris, chitarrista e cofondatore nel 2009 della band Alternative Metal/Melodic Metalcore The Raven Age, che all’attivo ha un omonimo EP datato 2014, a cui sono seguiti due album: ‘Darkness Will Rise’ (2017) e ‘Conspiracy’ (2019). Dopo aver aperto nel 2013 al primo tour del progetto solista del padre (Steve Harris British Lion), i The Raven Age hanno aperto i rispettivi ‘The Book Of Souls World Tour’ (2016) e ‘Legacy Of The Beast Tour’ (2018-2019).
P.S. Nel video allegato qui sotto dei The Raven Age, fermo immagine incluso, si possono notare spezzoni della data triestina del 26 luglio 2016 in supporto al ‘The Book Of Souls World Tour’ (da 01:28 a 01:32, 04:31), dalla cui esibizione serale i Maiden inclusero il brano ‘Powerslave’ nell’album dal vivo ‘The Book Of Souls: Live Chapter’ (2017).