Luca Giordana – Nella Tela dell’arte
Il 01/03/2021, di Fabio Magliano.
In: Arte, Vision Of Madness.
Gli artisti come tanti piccoli ragnetti che, come Aracne, armati di talento e una buona dose di superbia sfidano gli Dei, tessendo la loro tela, in un linguaggio comune che non ha barriere e ha nell’arte l’unico comune denominatore. È questa la visione del pittore piemontese Luca Giordana dal quale è nato il progetto La Tela, ad oggi sfociato in un video frutto di diversi linguaggi artistici, che ha saputo coinvolgere cento artisti da tutto il mondo, dalla Francia alla Germania, dal Portogallo all’Argentina sino alla Thailandia, pronti a farsi fotografare con un ragno sul volto andando poi a comporre il puzzle di un suggestivo documentario-cortometraggio per immagini nato su ispirazione de ‘La Jetèe’ di Chris Marker. Un progetto che, grazie al passa parola, ha saputo crescere tanto che a giorni sarà pubblicato il secondo capitolo video, questa volta ispirato all’horror d’annata ‘La Vendetta del Ragno Nero’ e agli incubi che solo i ragni giganti sanno provocare, come ci illustra lo stesso Luca Giordana, in un viaggio tra pittura, aracnidi, cinema e, ovviamente, tanta musica.
La Tela è un originale progetto artistico che ha come filo conduttore il ragno e la sua tela. Ma tu che rapporto hai con questo esserino ripugnante ma anche affascinante?
“I ragni credo siano una mia ossessione della quale sono vittima e carnefice. Vittima perché fanno parte delle mie ossessioni e delle mie paure, carnefice perché poi alla fine io ragno anche gli altri… quindi io provo amore per questo essere così distante dagli umani, ma anche una certa repulsione perché non posso negare che un ragno grosso, peloso, magari in faccia non mi faccia senso. Poi io lo vivo a modo mio, ma senza dubbio questa ambivalenza c’è. E non sono il solo ad avere avuto questa ambivalenza, perchè la troviamo anche in Dante, in Primo Levi…”
Come è nato il progetto La Tela?
“Il progetto mi è venuto in mente pensando al lavoro che fanno i ragni nel tessere e disfare la propria tela, che mi ha fatto venire in mente il lavoro di noi artisti. Ho pensato al filo del ragno come l’arte e agli artisti come dei piccoli ragnetti. Sono quindi partito da amici ai quali ho chiesto di mettere un ragno in faccia e fotografarsi, ed io, da questo, ho iniziato a tessere la mia tela, curioso nel vedere quanti artisti sarei riuscito a fare ragnare e fino a dove sarebbe arrivata la mia tela. Oggi posso dire che, attraverso il passa parola, hanno aderito oltre 100 artisti e la tela è arrivata dalla Thailandia sino all’Argentina. Questo lavoro si è concretizzato in un primo video strutturato come un documentario suddiviso in tre parti, ‘Il ragno in faccia’ ispirato alla canzone ‘Lullaby’ dei Cure, una legata agli artisti ragnati e ispirata al mito di Aracne, alla sua volontà di sfidare gli dei e per questo venire punita per la sua superbia, e la terza parte dedicata ai “ragni bambini” paragonando i bimbi a questi piccoli ragnetti che cercano la mamma. È un video ispirato ad un film del 1962 di Chris Marker ‘La Jetèe'”.
Hai citato i Cure e non si può non porre l’accento sul lato musicale del progetto, che non è meno importante di quello visuale…
“È vero, c’è anche molta musica dentro: c’è un amico, Dimitri Reverchon, che mi ha scritto un pezzo apposta per questo progetto. È un batterista franco-russo che ha vissuto tra Africa e Marsiglia; c’è poi ‘Mikrokosmos 150’ di Bela Bartok che ho scelto non tanto per il musicista quanto per la storia che aveva a che fare con i ragni e l’arte, e poi c’è il pezzo ‘Washing Garage’ de La Quercia Jr, un progetto rock/elettronico mio insieme Mirco Baiocco che è anche il regista dei video. Guardando oltre, come detto, c’è il riferimento a ‘Lullaby’ dei Cure perchè, anche se sembra molto una ninna nanna per bambini, in realtà parla di un incubo che possono avere i bambini, e cioè dei ragni che ti vengono a prendere di notte e tu sei il suo pasto. C’è poi il riferimento a David Bowie con ‘Glass Spider’ che parla di un ragno gigante di vetro dal quale escono tanti piccoli ragnetti, poi questo ragno scompare e i piccolini emettono dei lamenti, ‘Ja, ja,ja…‘ perchè cercano la mamma. Qui il gioco è sia con i bambini che cercano la mamma, sia con gli uomini che cercano Dio. Ma qui dentro c’è anche ‘Il Ragno’ del Banco del Mutuo Soccorso, c’è una canzone intitolata ‘Il Cinghiale’ di un cantautore bravissimo che si chiama Lucio Corsi il cui testo recita ‘I ragni dell’arte moderna, si smontano le tele, oggi chiudono i musei’ e questa frase mi sembrava perfetta per il periodo che stiamo vivendo, poi c’è una musica di Herbie Hancock che si intitola ‘Spider’…”
La Tela from MBStudio91© on Vimeo.
A pochi mesi di distanza dal primo video, è in uscita un secondo sempre ispirato al ragno e alla sua tela. Come è nato questo nuovo capitolo?
“Nel primo video appare un regista e sceneggiatore affermato, Fredo Valla, che aveva già lavorato al film ‘Il Vento Fa Il Suo Giro’, e confrontandomi con lui, mi ha mosso alcune critiche legate al primo video. Sull’onda di questi suggerimenti ho deciso quindi di farne un secondo. In questa seconda parte ho voluto parlare nuovamente dei bambini, nuovamente degli incubi, ma puntando l’attenzione sui ragni giganti. Anche qui c’è il riferimento ad un film del 1958 ‘La Vendetta del Ragno Nero’ di Bert I. Gordon, un horror molto criticato all’epoca per via dei suoi effetti speciali un po’ naif… a me invece questo film ha incuriosito e l’ho voluto utilizzare come punto di partenza.
A differenza del primo capitolo non ho più utilizzato una poesia di Primo Levi (‘Aracne’, tratto da ‘Ranocchi sulla Luna ed altri animali’ NdA) ma ne ho scritta una io di mio pugno, ‘Ragno di Vetro Nero’ e ho usato sia i rimandi ricevuti dai vari artisti che sono stati coinvolti nel progetto e che mi hanno raccontato le loro esperienze con i ragni, sia delle immagini che mi hanno evocato loro ed i testi delle canzoni che abbiamo citato prima…quindi mi sono preso la responsabilità di non far parlare Primo Levi ma mi sono esposto in prima persona, facendo recitare tutto all’attore Pippo Bessone. Ho inoltre coinvolto nuovamente Fredo Valla che questa volta mi ha dato il suo contributo raccontandomi la sua esperienza in Amazzonia con dei ragni giganti e da questo ne ho tratto la seconda parte del video. La prima, invece, si collegherà stilisticamente al primo capitolo con effetti speciali, artisti ragnati e molto altro. Le musiche saranno sempre di Dimitri con atmosfere più arabeggianti, ci saranno ancora i La Quercia Jr con un pezzo etnico contenente il campione di un canto di un vecchio, registrato anni fa in una grotta in Africa, ci sarà Bela Bartok e qualche sorpresa”.
Tra gli artisti “ragnati”, in questo nuovo capitolo del progetto La Tela, la “quota musicale” è davvero notevole…
“È vero, nel secondo video ho avuto modo di “ragnare” molti musicisti: c’è Trevor, voce dei Sadist, c’è Leo Martina che è stato pianista di Paolo Conte, Fabio Martino fisarmonica degli Yo Yo Mundi, Andrea Chimenti che è un fantastico musicista leader dei Moda negli anni Ottanta, Massimo Zamboni dei CCCP, il bluesman Paolo Bonfanti, Iano Nicolò che ha cantato tra gli altri con Arti e Mestieri e Comitiva e poi Steve Sylvester dei Death SS che ho lasciato per ultimo non a caso, perché nel film ‘La Vendetta del Ragno Nero’, il ragno viene risvegliato e fa danni in città grazie alle vibrazioni della musica rock, quindi mi è piaciuto inserire anche questo collegamento tra horror e rock, che Steve incarna alla perfezione”.
Il discorso musicale a te è particolarmente caro perché, oltre che pittore, sei anche un musicista con una discreta produzione discografica alle spalle…
“Più che musicista io ho avuto uno strumento e con quello strumento ci ho fatto qualche cosa. Ho degli amici musicisti e non mi paragono a loro, io ho un approccio molto più punk alla musica, pur non piacendomi solo il punk. Nonostante i miei limiti, negli anni ho avuto diversi progetti: negli anni Ottanta avevo una band chiamata Decadenza, poi ho smesso di suonare per moltissimo tempo, a 40 ho inciso un disco dal titolo ‘Elan’, ho dato vita ad un progetto chiamato L’Hangar insieme all’indimenticato Marco “Mammo” Inaudi (uno dei quattro musicisti cuneesi tragicamente scomparsi in un incidente stradale nel 2016 sulla A21 NdA) e un pezzo forse sarà inserito nel secondo video, e poi ho La Quercia Jr, un progetto aleatorio perchè sono partito da suggestioni etniche, mischiandole a sonorità punk, elettroniche e rock”,
Una caratteristica che emerge di te, sia a livello di ascolti che nella tua arte, è la curiosità…
“Ho tanti lati del mio carattere che non mi piacciono, la curiosità invece è uno che sono felice di avere. La curiosità viene da una necessità di rubare, e rubare penso che sia una delle doti fondamentali dell’artista, nel senso che bisogna saper rubare, bisogna sapere dove andare a prendere le cose, bisogna saperle fare proprie, e io in questo modo cerco di essere onesto, io penso di rubare tanto quanto do. Anni fa mi trovavo in Etiopia e avevo saputo che nei pressi del Lake Ara Shetan (Devil’s Lake) vicino a Butajira, c’era una caverna dove viveva una famiglia di pastori. Io ero andato a cercarli e ad un certo punto è uscito dalla grotta un vecchio che mi ha cantato questo canto che ho registrato con il mio telefonino e oggi l’ho riutilizzato. Facendo questo lavoro con i ragni sono sempre più convinto che, bene o male, tutta la gente che lavora tesse la propria tela, e quindi ciascuno a modo suo è un po’ ragno. Poi il ragno cosa fa? Tesse la sua tela, tende degli agguati, intrappola gli altri per mangiarseli e sì…penso anche io di avere mangiato qualcun altro per nutrirmi, ma penso che anche io sono stato mangiato nel corso degli anni…”
Dove vuoi arrivare con il progetto La Tela?
“A parte la curiosità di vedere quanti artisti riesco ancora a coinvolgere, vorrei arrivare a suscitare una sorta di dibattito, che al momento mi è un po’ mancato. I ragni sono immondi e fanno paura, ma allo stesso tempo affascinano con il processo della tessitura della tela che per alcuni versi ha dell’incredibile perchè è incredibile cosa riesce a fare un ragnetto con le sue branchiette. E tessere con la bocca era anche la condanna imposta da Minerva ad Aracne dopo che questa l’aveva battuta nella gara di tessitura…Aracne spedita poi da Dante nel girone dei superbi…sono davvero innumerevoli i collegamenti al mondo dei ragni, e mi piacerebbe che, chi vedesse i video condividesse con me la sua impressione e le sue suggestioni legate al mondo dei ragni, perché cosa manca a questo progetto è il dibattito e il confronto, quindi il mio invito è proprio quello di intervenire attivamente, perché le critiche non mi fanno paura, anzi, aiutano a crescere in ogni modo”.
Abbiamo parlato di te come artista, musicista e divoratore di musica, direi di lasciarci con i tre dischi che ultimamente girano nel tuo stereo…
“In questo periodo ascolto cose molto basilari, riconducibili al punk che è stata la mia passione da giovane, ma più che per la musica sono attirato dall’attitudine dei musicisti al punk. In quest’ottica ci metto i Viagra Boys, un gruppo svedese molto rozzo davvero notevole e il loro disco ‘Welfare Jazz’ è tra i miei ascolti preferiti. Così come ‘All That Glue’ dei Sleaford Mods, un altro gruppo molto divertente e poi trovo che ci sia un gruppo inglese stupendo chiamato The Comet Is Coming davvero spaziale. ‘Trust in the lifeforce of the deep mystery’ è un disco eccezionale, loro sono synth, batteria e sax e sono davvero dei marziani”