5 curiosità che forse non sapete su… Duff McKagan
Il 05/02/2021, di Maria Teresa Balzano.
In: The Birthday Party.
Michael Andrew “Duff” McKagan (Seattle, 5 febbraio 1964), è un polistrumentista, cantante, compositore e autore americano. Con i suoi dodici anni nelle vesti di bassista dei Guns N ‘Roses ha raggiunto il successo mondiale alla fine degli anni Ottanta e all’inizio degli anni Novanta. McKagan si è riunito alla band nel 2016, dopo il loro ingresso nella Rock and Roll Hall of Fame.
It’s not too late
Verso la fine del periodo con i Guns N ‘Roses, McKagan pubblicò un album solista, ‘Believe In Me’ (1993), e formò il supergruppo Neurotic Outsiders. Dopo il divorzio con i Guns nel 1997, McKagan si riunì per un breve periodo con la sua prima band punk di Seattle, i 10 Minute Warning, per poi formare la band hard rock ancora attiva Loaded, in cui è voce solista e chitarra ritmica. Tra il 2002 e il 2008, ha suonato il basso nel supergruppo Velvet Revolver con i suoi ex compagni Slash e Matt Sorum. Si è esibito anche con gli Alice in Chains nel 2006, con i Jane’s Addiction nel 2010 e si è unito agli Hollywood Vampires nel 2016. Nel 2012, McKagan è andato in tour con i Rock N Roll All Stars, una band composta da molti degli artisti rock più riconosciuti. La band si ridimensionò e divenne i Kings Of Chaos nel 2013. I membri principali con McKagan sono Joe Elliott dei Def Leppard e Down N ‘Outz di Joe Elliott, Matt Sorum dei Guns N’ Roses e Velvet Revolver, Gilby Clarke dei Guns N ‘Roses e Steve Stevens della band di Billy Idol. Altri che completano il gruppo sono: Glenn Hughes dei Deep Purple e Sebastian Bach, ex Skid Row. La band ha pubblicato la cover ‘Never Before’ dei Deep Purple. Ha anche collaborato a diversi progetti di breve durata con altri musicisti di Seattle come Mike McCready (Pearl Jam) e Barrett Martin (ex Screaming Trees). Il 14 aprile 2012, McKagan è stato inserito nella Rock and Roll Hall of Fame come membro della formazione classica dei Guns N ‘Roses. Il 25 giugno 2019, il New York Times Magazine ha elencato Duff McKagan tra le centinaia di artisti il cui materiale sarebbe stato distrutto nell’incendio della Universal del 2008.
(Un)Civil War
Duff fu una delle ultime persone a vedere vivo Kurt Cobain nonostante le rispettive band non fossero in buoni rapporti. La faida storica tra Guns e Nirvana, alimentata dall’uso di sostanze psicotrope, dalla giovane età e dalla vorticosa e annebbiante fama piombata addosso ai protagonisti, animò la stampa del settore nei primi anni Novanta. Axl Rose era un fan dei Nirvana, aveva un cappello con il loro logo nel video di ‘Don’t Cry’, ma il sentimento non era reciproco, come ci tenne a sottolineare Cobain durante la promozione di ‘Nevermind’ nel 1991, al magazine Seconds dichiarò: “Non siamo una band che non ha assolutamente niente da dire modello Guns N’Roses”. Nonostante gli attacchi continui di Cobain, Axl era determinato a portare i Nirvana con loro in un enorme tour negli stadi insieme ai Metallica, ma i battibecchi continuarono, divennero personali e offensivi, trascinando in mezzo anche Courtney Love e la neonata Frances Bean (Axl riferendosi al termine alternative: “L’unica cosa che sta a significare questa parola per me è uno come Kurt Cobain, che è fondamentalmente un fottuto tossico con una moglie tossica. E se la figlia è nata deforme, penso che dovrebbero andare entrambi in prigione”). Le cose col tempo peggiorarono. Durante gli MTV Video Music Awards del 1992 Courtney punzecchiò Axl chiedendogli di essere il padrino di Frances e lui rispose, rivolto a Kurt: “Fai tacere la tua troia, o ti sbatto a terra!”, nel frattempo anche i bassisti delle due band, Duff McKagan e Krist Novoselic, si stavano insultando a vicenda nel backstage. Kurt definì Axl “un fottuto sessista, razzista e omofobo che, oltretutto, non sa scrivere buona musica”. Marzo 1994, qualche giorno prima del suicidio, Kurt Cobain si ritrovò seduto al fianco di Duff su un volo diretto a Seattle. I musicisti parlarono di droghe, riabilitazione, amici in comune, del tornare a casa. McKagan avrebbe voluto anche dare un passaggio a casa a Cobain, ma il cantante sparì prima che potesse chiederlo. Il biografo di Cobain, Charles R. Cross, scrisse che nonostante i cattivi rapporti tra le band, Cobain fu felice di vedere il bassista. Dopo il suicidio di Cobain nell’aprile del 1994 una delle prime telefonate che arrivò fu quella di Matt Sorum, ricorda Dave Grohl: “lasciò un messaggio dicendo ‘Amico, mi spiace molto, spero che voi stiate bene.’ Mi sembrò davvero bello”. Negli anni successivi i membri superstiti delle due band si sono incontrati più volte e per diversi motivi, dissolvendo i dissapori maturati in giovane età. Nel febbraio 2010 McKagan si scusò con Novoselic per il comportamento dei VMA del 1992 in un editoriale scritto per il Seattle Weekly: “Ero annebbiato dall’alcol e avevo delle manie indotte dalla droga. Ho sentito quello che ho voluto sentire e ho attaccato Krist Novoselic nel backstage. Non avevo controllo su me stesso. E Krist, mi spiace per quel giorno”.
It’s so easy: and other lies
Oltre alla sua carriera musicale, McKagan si è affermato come scrittore. Ha scritto colonne settimanali su un’ampia varietà di argomenti per SeattleWeekly.com, Playboy.com, e ESPN.com. Il bassista ha anche scritto ben due libri. Nel più recente, intitolato ‘Come essere un uomo (e altre illusioni)’, Duff McKagan apre una finestra sui propri ricordi fatti di errori, esagerazioni e depressione, che, col tempo, si sono trasformati in soddisfazioni personali e serenità, provando a dispensare consigli per vivere meglio: dalla cura dell’igiene personale, all’importanza dell’amicizia, alla gestione del proprio capitale e, tra le righe, si scopre una passione per lo sport, la letteratura, i cani e naturalmente la musica. Verrebbe da dire: da che pulpito…
Appetite for construction
Dopo aver abbandonato le scuole superiori, Duff ha frequentato la Albers School of Business and Economics dell’Università di Seattle all’inizio degli anni Duemila, l’artista, ricordato per le sue scorribande e per una vita sregolata, è diventato uno dei primi consulenti finanziari dei rocker mondiali e ha fondato assieme a Andy Bottlomey, banchiere inglese, la società di consulenza Meridian Rock. McKagan avrebbe deciso di intraprendere questo percorso perché stanco di non essere in grado di gestire le sue finanze. Così si è iscritto a un corso base di finanza e ha iniziato ad appassionarsi tanto all’economia, tanto che ne è diventata la seconda passione. Così dopo una vita passata sul filo degli eccessi, adesso il bassista si divide tra la musica e l’alta finanza, offrendo ai suoi colleghi una consulenza top. Se il rendimento di ogni investimento è direttamente proporzionale al rischio intrapreso, allora Duff McKagan è l’ investitore più preparato di Wall Street. 1994, Duff aveva appena compiuto trent’anni e i Guns avevano regalato emozioni e una quantità di soldi inimmaginabili a quel biondone scapestrato che non aveva neppure finito la scuola, ottavo figlio di una disordinata famiglia hippies nella Seattle degli anni Sessanta. Ma ogni investimento si lega a un rischio e l’ avere investito tutto in quella vita sfrenata di sesso, droga & rock’ n’ roll, portò il giovane bassista a risvegliarsi in una stanza d’ ospedale con il pancreas spappolato, vittima di quella stessa vita sul filo del rasoio. Non ci volle molto per capire che la sua vita o diventava meno spericolata o non diventava più. E qui il rocker fu toccato dall’ illuminazione: l’ economia e il management. Durante la convalescenza Duff cercò di capire qualcosa sugli incassi dei Guns: “non riuscivo a capirci un bel niente. Non riuscivo a capire se in quei sei anni di tour avessimo guadagnato o perso. Niente di niente. Sapevo soltanto che, a trent’anni, ero già milionario: ma non avrei mai saputo spiegare come”. I suoi clienti attuali, le rockstar, sono ricchissimi e irresponsabili: “non hanno la minima idea della gestione delle risorse. Spesso anche per colpa di manager senza scrupoli che continuano a dire va bene così, andrà sempre meglio, sei grande, il prossimo disco sarà un trionfo: e magari il prossimo disco sarà un disastro. Megalomania e cuore grande. Conoscevo una rockstar che ogni mese dilapidava un matrimonio. Il nostro compito è riportarli con i piedi per terra”.
Bass N’Bones
Duff McKagan è mancino ma suona chitarra e basso come un destrimano, ha raccontato la sua storia durante un’intervista al NAAM festival e ha spiegato come si è avvicinato alla musica e, in particolare, come e perché ha iniziato a suonare il basso: “Ho un fratello più grande, Bruce, che suonava con la sinistra, io scrivevo con la sinistra, mi ha insegnato ‘Birthday’ dei Beatles che, di base, comprende gran parte della scala del blues”. In seguito, il fratello se ne andò di casa e Duff, all’età di tredici anni, comprò il suo primo basso, un Gibson EBO, per 125 dollari, soldi che si era guadagnato consegnando i giornali. “Poco tempo dopo ho comprato una chitarra. In realtà ero anche un batterista a quell’epoca. Ne riuscii a comprare una a 17 anni. Così avevo un basso, una chitarra e una batteria, decisi di mettere da parte un po’ di soldi per andare a Los Angeles e mettermi alla prova. La mia batteria faceva schifo così l’ho venduta a Seattle, poi avevo dei soldi messi da parte grazie al lavoro. In quanto al Gibson EBO, non so che fine abbia fatto, ho preso un basso Yamaha e una chitarra tipo Les Paul Junior. L’ho suonata un po’ di volte dopo essermi trasferito ma in seguito si scoprì che quella chitarra era stata rubata proprio da Los Angeles, prima che io arrivassi lì. I poliziotti arrivarono a casa mia e si portarono via la chitarra. Così tutto ciò che mi restava era il basso. Quel periodo coincide con il momento in cui ho incontrato Slash grazie a un annuncio su un giornale e con il momento in cui Izzy si era trasferito nella mia stessa strada. Il basso era l’unico strumento che avrei potuto suonare, che mi piacesse o meno. Era tutto ciò che avevo e poi, per come si misero le cose, avrei potuto essere solo il bassista. Quando abbiamo iniziato a suonare con i Guns io stavo giusto iniziando a studiare come suonavano i bassisti. Ho dovuto farmi spazio tra il suono più sottile della chitarra di Izzy, i tamburi di Steven Adler, il suono più intenso e dominante della chitarra di Slash, e infine la voce. Questo è un aspetto molto importante, trovare il proprio spazio come bassista e sentirsi a proprio agio in quello spazio, senza cercare di oscurare nessun altro membro della band e, allo stesso tempo, senza finire schiacciato dal batterista che vuole colmare ogni pausa.”