I vent’anni di ‘Unleashed Memories’: piacevole conferma o disco della maturazione?
Il 29/01/2021, di Gianfranco Monese.
In: The Birthday Party.
Svanito l’effetto sorpresa e ascoltando ‘Unleashed Memories’ vent’anni dopo, si riesce a fare più chiarezza: ai tempi i Lacuna Coil meritavano il successo che di lì a poco sarebbe arrivato (soprattutto con il successivo ‘Comalies’ [2002]), abili nell’offrire continue uscite di qualità e ad affacciarsi all’estero come portabandiera di una nazione all’interno della quale il genere che noi tutti amiamo mai ha avuto e mai avrà il giusto spazio che merita.
I suoni del convincente debutto ‘In A Reverie’ (1999) sono qui più maturi, più ricercati, a suggellare un album 100% Gothic Metal grazie a nuove soluzioni intenzionate a camminare di pari passo con il trademark della band. Infatti, senza stravolgere il proprio sound, come ad esempio appena un anno prima i colleghi Theatre Of Tragedy fecero nel personalmente riuscito ‘Musique’, il sestetto milanese evolve regalando un prodotto più complesso che a differenza del più diretto ‘Comalies’ si fa apprezzare dopo parecchi ascolti, impreziosito da soluzioni Ambient ed atmosfere tenebrose che lo rendono cupamente affascinante.
Basterebbe infatti l’opener ‘Heir Of A Dying Day’ a racchiudere quanto ho appena scritto: come ‘Swamped’ definisce le filate intenzioni di ‘Comalies’ questa, dai toni arabeggianti e sinuosi, lentamente ci accoglie all’interno di ‘Unleashed Memories’, prendendoci la mano senza più lasciarla.
La bellissima ‘To Live Is To Hide’ si fa amare per un’istantaneità che, nonostante sia merce rara in questo lavoro, è abbinata ad un tappeto di tastiere focalizzato nel mantenere comunque buie e complesse le strutture del disco. Non a caso per tutto l’album saranno proprio le tastiere a determinarne l’atmosfera, fungendo solo apparentemente da contorno.
C’è tensione (nel testo) e freddezza (nelle musiche) in ‘Senzafine’, capolavoro cantato in italiano il cui intermedio, a 02:20, richiama ad una delle più grandi canzoni degli anni Novanta: quella ‘Frozen’ per il cui ispirato album ‘Ray Of Light’ (1998) la popstar Madonna riversò soluzioni e innovazioni Ambient (e non solo) che si possono tranquillamente ritrovare qui. Ottima l’alternanza tra le due voci: come nei già citati Theatre Of Tragedy e come nella maggior parte dei brani (‘1:19’, ‘When A Dead man Walks’, ‘A Current Obsession’), parti più soavi e melodiose sono raccontate da Scabbia, mentre rabbia ed aggressività vengono affrontate da Ferro. A tal proposito, se è vero che in molti brani la simbiosi tra i due è perfetta (‘To Live Is To Hide’, ‘Senzafine’), in altri si preferisce il gentil sesso; nonostante con ‘Comalies’ si tenderà, da questo punto di vista, a cercare di “pareggiare i conti”, c’è da dire che sarebbe stato da sciocchi non far prevalere l’elegante voce di Scabbia (con il dovuto supporto della ferocia di Ferro): volenti o nolenti la fortuna della band, come di molte altre con voci femminili, è stata ed è soprattutto questa.
‘When A Dead Man Walks’, parecchio “Sentenced oriented” (band “cugina” per genere), spiana la strada alla bellissima e feroce ‘1:19’. ‘Cold Heritage’ è una delle chicche del disco, facendosi apprezzare per le sue atmosfere Ambient/Industrial, così come la variegata ‘Distant Sun’, in apparenza una semi ballad dove chitarre e tastiere, sullo stesso piano, sembrano voler avere la meglio persino sulle voci.
Un leggero calo è presente nei due brani conclusivi ‘A Current Obsession’ e ‘Wave Of Anguish’ più per una certa ripetitività della proposta che per mancanza di idee e/o di convinzione: ci fosse stato un altro brano elettronico sulla scia di ‘Cold Heritage’ a spezzarne l’ascolto, sicuramente avrebbe incuriosito di più. Ma questa pignola osservazione non scalfisce certo la qualità di ‘Unleashed Memories’, ad oggi sicuramente tra le migliori produzioni dei Lacuna Coil. Ad ognuno di voi pensare se ritenerlo una piacevole conferma dopo ‘In A Reverie’ o la maturazione che vedrà in ‘Comalies’ la degna chiusura di un trittico che, dal punto di vista qualitativo, poche band in Italia possono vantare.
Hammer Fact:
– Il tour in supporto all’album avvenne in compagnia dei Theatre Of Tragedy e con i Beseech ad aprire le danze. L’unica tappa italiana ebbe luogo al Tunnel di Milano il sette febbraio 2001, appena nove giorni dopo l’uscita del disco. Sempre a Milano, ma all’Alcatraz, l’otto aprile dello stesso anno andò in scena il Metal Odissey 2001, nel quale i nostri si esibirono con Dimmu Borgir, In Flames, Nevermore e Susperia.
– Una prima versione di ‘Senzafine’, poi rivisitata per ‘Unleashed Memories’, è presente in ‘Half Life’, uscito l’anno precedente. Oltre a questo brano, l’EP ne contiene altri quattro: ‘Halflife’, ‘Trance Awake’, ‘Hyperfast’ e ‘Stars’. Nel numero di Metal Hammer di aprile 2000 venne recensito da Alex Ventriglia il quale, dando un bel 5/6 come voto, ne descrisse il sound “…sull’anima in balia delle ambivalenze, dei contrasti, che si sofferma sulla caducità della vita, pronta però a risorgere se stimolata emozionalmente. […] Si, perchè le sonorità in auge nei Lacuna Coil non vanno sottratte da ciò che umoralmente parlando posson sprigionare, è parer del sottoscritto (ma non solo) che son fuse assieme, in un blocco unico.”
Line-Up:
Cristina Scabbia: vocals
Andrea Ferro: vocals
Marco Emanuele Biazzi: guitars
Cristiano Migliore: guitars
Marco Coti Zelati: bass
Cristiano Mozzati: drums
Tracklist:
01. Heir Of A Dying Day
02. To Live Is To Hide
03. Purify
04. Senzafine
05. When A Dead Man Walks
06. 1.19
07. Cold Heritage
08. Distant Sun
09. A Current Obsession
10. Wave Of Anguish
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