5 curiosità che forse non sapete su… Marty Friedman
Il 08/12/2020, di Francesco Faniello.
Marty Friedman è nato a Washington DC (USA). Chitarrista eccentrico sin dai tempi dei Cacophony, è entrato a far parte dei Megadeth nel 1990. Ha suonato con la band di Dave Mustaine per tutto il decennio, partecipando a cinque album – quattro dei quali incisi dalla formazione più amata dai fan, quella completata da David Ellefson e Nick Menza. Dopo l’uscita dai Megadeth si è trasferito in Giappone, continuando una mai interrotta carriera solista e partecipando a varie trasmissioni televisive a tema nel Paese del Sol Levante. Ma forse non tutti sanno che…
You’re Gonna Burn!
Dunque, sei nato a Washington DC, praticamente l’ombelico del mondo o giù di lì, quindi… cosa può capitarti di meglio per esprimere il tuo talento? Ma trasferirti alle Hawaii, ovvio! Nel cinquantesimo Stato dell’Unione, Marty prima fonda i Deuce (monicker neanche troppo casualmente ispirato ai suoi beniamini Kiss), poi i Vixen (ogni associazione con le Bon Jovi al femminile è stavolta puramente casuale) che cambiarono nome in… Hawaii! Creatività nella scelta dei monicker a parte, dischi come ‘One Nation Underground’ (1983) e ‘The Natives Are Restless’ (1985) furono un vero e proprio trampolino di lancio per la partecipazione alle compilation ‘US Metal’ curate dalla Shrapnel Records di Mike Varney. Il resto è storia, dal trasferimento in California all’incontro con Jason Becker, dai fasti dei Cacophony all’inizio della carriera solista e all’approdo alla corte di Mustaine; dell’esperienza isolana ci restano schegge impazzite come ‘Living in Sin’, classico esempio di speed metal americano con tanto di citazione dei celebri passi di tango de ‘La Cumparsita’!
Take No Prisoners
Siamo al passaggio tra gli anni Ottanta e gli anni Novanta: Dave Mustaine, l’angelo caduto del thrash metal, deve rinnovare ancora una volta la formazione dei suoi Megadeth, perennemente in lotta contro il mondo. Dopo aver avuto in lizza nomi di peso come il canadese Jeff Waters (che però si mostrava restio ad abbandonare la sua creatura Annihilator, da poco approdata al debut) e un eccezionale chitarrista texano che si faceva allora chiamare Diamond Darrell (e che insisteva nel voler portare con sé in formazione il fratello Vinnie Paul), Dave si decise ad ascoltare il primo CD di questo axeman proveniente dal vivaio di Mike Varney e con un’immagine tutt’altro che affine al thrash metal – capelli ricci neri con decise tonalità di arancione. Eppure, quel giorno i Megadeth cambiarono per sempre; da allora lo stile di Friedman è stato il golden standard con cui si sono dovuti confrontare tutti coloro i quali ne hanno assunto il ruolo, da Pitrelli a Drover, da Broderick fino a Kiko Loureiro. Un approccio totalmente nuovo all’impostazione della mano destra, uno stile tanto dirompente quanto unico e inimitabile, la fusione di scale occidentali con sonorità decisamente mediorientali e dell’Est asiatico, il tutto suggellato dal circle picking: ce n’è abbastanza per scoraggiare anche i più temerari! E dire che all’epoca Mustaine voleva che assumesse un nome d’arte, perché… Friedman suonava “poco metal”!
Wanderlust
Se ‘Risk’ è il pomo della discordia nella discografia dei Megadeth, l’assolo di ‘Breadline’ è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso nel rapporto tra il riccioluto virtuoso e il lider maximo rossocrinito. Più che l’assolo, l’assenza di esso, inopinatamente tagliato in post-produzione dai manager (con l’ovvio beneplacito di Mustaine), con l’accusa di troppo melodico e “festoso”. “Ma se è una canzone melodica”, fu l’obiezione di Marty, che comunque mandò giù il magone, completò il tour e poi abbandonò la nave, stanco tra le altre cose di dover legare il suo nome a quella che era divenuta indiscutibilmente un’istituzione mondiale del metal “classico” (nel senso più ampio del termine), anche grazie al suo apporto. La Storia però si ripete, soprattutto in questo inizio di millennio: pressato dai fan, Mustaine tenta di rimettere su la formazione “classica” a metà anni Dieci, salvo rimanere deluso dalla performance di Menza nelle prove e soprattutto dover affrontare una profonda divergenza di intenti con l’ormai naturalizzato nipponico Friedman. Il quale non si mostra affatto contrario a rientrare, a suo dire: ma per “migliorare” ‘Rust In Peace’, non per riproporlo nell’imperante clima dell’operazione nostalgia. A questo scopo, propone a Dave Mustaine una serie di link di band J-Pop con voce femminile (Baby Metal? Può darsi…) a cui quest’ultimo reagisce inorridito, riaffermando la sua sempiterna stima per il compagno ritrovato, ma decidendo di accantonare definitivamente qualsiasi proposito di reunion. Meglio per tutti, no? Per la cronaca, ‘Breadline’ era stata riproposta da Marty Friedman in una stramba versione pop/punkeggiante nel suo ‘Future Addict’ del 2008; ci piace pensare che l’assolo lì presente sia il famoso “taglio” di nove anni prima…
I Wanna Be A TV Star
Non è stato il primo, non sarà l’ultimo: la febbre del Sol Levante ha stregato generazioni di occidentali, figurarsi uno come lui che ne aveva respirato da vicino le atmosfere sin dagli anni hawaiani, incorporando da subito le sonorità di quelle lande nel suo particolarissimo stile. Ecco dunque che – a seguito del suo trasferimento a Tokio – Marty ha partecipato a oltre settecento programmi televisivi giapponesi in qualità di ospite fisso o conduttore. Memorabili i suoi duetti con i chitarristi ospiti: il gioco ‘Rock A To Z’ che lo vedeva gareggiare con Paul Gilbert, o l’ospitata di Kerry King all’interno di ‘Big 2’.
Rock And Roll All Nite
Nonostante una carriera solista che ha ridefinito le potenzialità della chitarra, con lavori del calibro di ‘Dragon’s Kiss’, ‘Scenes’ e ‘True Obsessions’, Marty Friedman è rimasto quel ragazzo innamorato del rock che era sin dagli inizi. Nella sua calata italiana in occasione del Gods of Metal 2009 non è mancato il tributo ai suoi trascorsi metal con ‘Tornado Of Souls’, ma neanche l’omaggio alla canzone italiana ‘Io che non vivo (senza te)’, il tutto eseguito con quella voglia di stare sul palco e jammare che è lontana anni luce dall’indole da shredder, nonostante il suo enorme bagaglio tecnico e armonico. Ci credereste? Oltre ai Kiss, il suo grande amore sono i Ramones!