Cadaveria – I miei 10 album fondamentali

Il 18/11/2020, di .

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Cadaveria – I miei 10 album fondamentali

Dopo un lungo silenzio, tornano a far parlare di sé i Cadaveria con la pubblicazione di due singoli, ‘Matryoshcada’ (ascoltalo qui) e ‘Return (ascoltalo qui), antipasto di un attesissimo come back discografico. Per celebrare il trio italiano, siamo andati a bussare alla porta della  leader Cadaveria per scoprire i dieci dischi fondamentali per la sua formazione artistica. Ecco cosa è venuto fuori…

In ordine assolutamente sparso, ecco 10 album che definisco per me importanti. Non posso affermare che siano i miei album di riferimento o che mi abbiano direttamente ispirata nelle composizioni, ma avendoli ascoltati centinaia di volte, credo che in qualche modo abbiano concorso a formare il mio imprinting.

1. Sepultura – ‘Schizophrenia’ (1987)

Da poco maggiorenne lo ascoltavo in cassetta sulla mia Uno rossa priva di autoradio. Quindi caricavo direttamente lo stereo portatile sul sedile posteriore. Massimo volume, bassi a palla. Senza cintura di sicurezza. E quando finiva mettevo su ‘Arise’.

2. Mercyful Fate – ‘Don’t Break the Oath’ (1984)

Riff e assoli di gran classe e atmosfere che solo il grande King ha saputo creare. Ce l’ho in vinile. O forse devo dire ce l’avevo, visto che nelle ultime due ore ho ribaltato tutti gli scaffali senza più trovarlo. Vabbè, comunque preferivo il lato B, che comincia con ‘The Oath’.

3. Tool – ‘Lateralus’ (2001)

Qui balziamo in un’epoca decisamente più recente. Lo confesso: ho scoperto i Tool solo nel 2001 con questo album. Me ne sono innamorata e ho subito recuperato tutti i precedenti. Mi si è aperto un mondo, quello parallelo, sottile, intangibile e spirituale… Sciamanesimo in musica.

4. Pink Floyd – The Wall (1979)

Questo fa parte della collezione che mi sono ritrovata gratis tra le mani nella prima adolescenza (insieme a un doppio live degli Eagles, ‘Zenyatta Mondatta’ dei Police, ‘Eye In The Sky’ degli Alan Parson Project e tutto il Bowie dell’epoca), perché è uno dei vinili di mia sorella, più grande di me di cinque anni. Sono rimasta folgorata dalla musica e da questo doppio muro bianco e gigante. I miei primi approcci alla lingua inglese sono avvenuti tentando di decifrare quei testi scritti sui mattoncini con un font incomprensibile.

5. Vivaldi -‘ Le Quattro Stagioni’

Restando in tema di musica circolante liberamente per casa, cito quest’opera di Vivaldi, per la quale devo dire grazie a mio papà, che ascoltava principalmente musica classica. Lui è morto improvvisamente quando avevo tredici anni e io credo di averla assimilata già qualche anno prima. Non è per fare l’acculturata, ma così come i traumi, dell’infanzia resta anche la musica. Giusto per sdrammatizzare ci tengo a dire che invece la mia collezione privata di vinili intorno ai dieci anni annoverava: Loredana Bertè, Alberto Camerini, Ivan Cattaneo, Claudio Baglioni, i Rockets e Renato Zero. Almeno adesso la sapete tutta.

6. Holy Moses – ‘Terminal Terror'(1994)

Questo album non mi fa impazzire, però è stato ascoltando la traccia ‘Nothing for My Mum’ che ho saputo che alla voce c’era una ragazza. Ero agli inizi della mia carriera e grazie a Sabina Classen mi sono sentita meno sola. Per questo non posso non citarlo.

7. Dissection – ‘The Somberlain’ (1993)

Lo so a memoria. Ma non le parole, canto le melodie dei riff! Ho passato un periodo in cui non ascoltavo altro, se non ‘Storm of the Light’s Bane’. Per i Dissection ci sono proprio andata fuori.

8. Dimmu Borgir – ‘Enthrone Darkness Triumphant’ (1997)

La colonna sonora di un periodo specifico della mia vita e un perfetto esempio, a mio avviso, di metal sinfonico. Il fascino dell’oscurità.

9. Marilyn Manson -‘ Holy Wood’ (2000)

Disco divertente e ben curato anche graficamente. Pure questo colonna sonora di un epoca, quella in cui Marilyn Manson stupiva con la sua immagine e i suoi live e io ero attivissima nella musica. Non mi perdevo un concerto che passasse dal nord Italia, abbandonavo il mio precedente gruppo per fondare i Cadaveria insieme a Marçelo Santos (Flegias) e sperimentavo altre sonorità con il side project DyNAbyte. Fervore e cambiamento.

10. Skunk Anansie – ‘Post Orgasmic Chill’ (1999)

Siamo arrivati già alla fine e qui se la giocano i CCCP di ‘Affinità-divergenze fra il compagno Togliatti e noi’ e gli Skunk Anansie di ‘Post Orgasmic Chill’. Vada per il post orgasmo, visto che la politica non mi interessa. Album bellissimo con una delle voci viventi più brillanti.

Ecco, mi sono appena accorta di aver lasciato indietro ‘Symbolic’ dei Death, ‘Enjoy The Violence’ dei Massacra (che non li conosce nessuno) e ‘Bloody Kisses’ dei Type O Negative. Pace, sarà per la prossima volta.
Intanto per salutarci, niente di meglio del video del singolo di Cadaveria, ‘Return’.

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