‘Souls Of Black’ – Trent’anni fa si chiudeva la prima fase dei Testament
Il 09/10/2020, di Dan.
In: The Birthday Party.
Se il trittico ‘The Legacy’, ‘The New Order’ e ‘Practice What You Preach’ rimangono scolpiti come tre dei capitoli più convincenti della discografia dei Testament, trentanni fa la band di Oakland, con la cosiddetta formazione “storica”, dà alla luce la quarta fatica. Il controverso ‘Souls Of Black’ è un disco considerato per molti di passaggio e per molti altri rappresenta il capitolo finale e la chiusura di una parte importante della storia della band. Nonostante una buona vena compositiva questo disco paga pegno a una registrazione e a una produzione non certo impeccabili ed è quindi considerato per questo un mezzo passo falso. Indubbiamente, oggi come allora, i difetti nella produzione troppo ovattata e piatta appaiono ancora marcati e penalizzanti ma bocciarlo si rischierebbe di essere troppo severi anche perché in retrospettiva ‘Souls Of Black’ rimane storicamente il disco a supporto per uno dei tour più rappresentativi del genere intero, il Clash Of The Titans, che da li a breve prenderà vita proiettando la band a calcare palchi per degli show rimasti nella leggenda del Thrash Metal.
Musicalmente, inoltre, se riascoltiamo bani come la morbida e raffinata ‘The Legacy’, di fatto uno dei pezzi più rappresentativi della band, l’arrembante titletrack dai facili cori, o ancora, ‘Face In The Sky’ brano dal tipico trademark Testament, qualità ed estro compositivo di certo non manca pur rimanendo un gradino sotto a quanto dimostrato nei primissimi inarrivabili album. Quello che emerge in maniera spiccata è il fraseggio di un giovane e ispiratissimo Alex Skolnick vero fuoriclasse alle sei corde qui in splendida forma e in grado di donare con il suo tocco la cosiddetta marcia in più pressoché a tutti i brani. Qualche esempio? Riascoltate il bridge e il solo in ‘Absence of Light’ o ancora meglio i fraseggi di ‘Seven Days of May’ uno dei pezzi meno noti della band. Non che i compagni di viaggio siano da meno, anzi, Eric Peterson è il solito macina riff e la sezione ritmica affidata a Greg Christian (basso) e Louie Clemente (batteria) sorreggono con efficace aggressività le ruvide linee vocali impreziosite dall’inconfondibile timbro di quel gigante buono che è Chuck Billy. Se ‘Love To Hate’ ‘Malpractice’ o ‘One Man’s Fate’ possono far pensare a dei fillet o comunque a dei pezzi non del tutto originalissimi che si rivolgono ad altre e ben più note band di San Francisco, complessivamente ‘Souls of Black’ pur rimanendo inferiore ai primi tre rimane un disco da rispolverare e a cui rendere un sincero ed affezionato tributo quale l’ultimo disco dei Testament “originali” prima di una comprensibile evoluzione che da li a poco li vedrà intraprendere strade ben più moderne.
Hammer Fact:
– I brani ‘Face in the Sky’ e ‘Souls of Black’ sono i due pezzi di apertura dello show dei Testament al Clash Of The Titans tour 1990.
– Una versione ri-registrata della title-track è apparsa nel videogioco ‘Rock Band 2’ uscito nel 2008.
Guitar World ha classificato ‘Souls of Black’ al nono posto nella top ten degli album del 1990 più influenti per la chitarra elettrica. Alex Skolnick all’epoca della composizione del disco aveva 21 anni.
Line-Up:
Chuck Billy: vocals
Eric Peterson: guitars
Alex Skolnick: lead guitars
Greg Christian: bass
Louie Clemente: drums
Tracklist:
01. The Beginning Of The End
02. Face In The Sky
03. Falling Fast
04. Souls Of Black
05. Absence Of Light
06. Love To Hate
07. Malpractice
08. One Man’s Fate
09. The Legacy
10. Seven Days Of May
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