Addio a Eddie van Halen – Light Up The Sky
Il 07/10/2020, di Alex Ventriglia.
In: Speciali Monografici.
Scrivere un epitaffio, specie per un eroe della propria gioventù, non è mai stato il mio forte, soprattutto perché si tende a rifuggire asetticamente il doloroso distacco, anche se ricordarlo può comunque mitigare quel senso di smarrimento che lascia la perdita di una persona a cui sei affezionato. A Eddie Van Halen, noi tutti volevamo bene, come non essere fedeli a questo eterno ragazzo che, partito dalla natia Nijmegen per approdare a Pasadena, nella più solare California, seppe scombussolare e, in primis, rivoluzionare il mondo della chitarra moderna, con il suo stile originale e che definire innovativo è usare un eufemismo buttato lì a caso. Per chi scrive, ma non solo, Eddie Van Halen ha avuto lo stesso impatto, l’identica portata dell’ormai iconografico Jimi Hendrix, eroi indiscussi di epoche e generazioni differenti, ma che lambivano i loro stessi confini, legati indissolubilmente da quell’estro e da quella genialità che li accomunava. Un mito della chitarra capace di creare uno stile tutto suo basato su dissonanze e distorsioni e su una tecnica che gli permetteva più di una soluzione, tra tutte il celeberrimo “tapping”, un’idea nata, narra la leggenda, mentre ripassava a memoria l’assolo di ‘Heartbreaker’ del suo amato Jimmy Page, chitarrista e nume ispirativo dei Led Zeppelin. Un perfezionista dello strumento, appassionato sia della Gibson che della Fender, ma soprattutto un amante del rock a tutto tondo, fenomenale nel portare alla ribalta una band come i Van Halen, originariamente composta da fuoriclasse come lui e suo fratello Alex, da Michael Anthony e da quell’autentico animale da palcoscenico che risponde al nome di David Lee Roth, un quartetto che, quasi in un batter d’occhi, si ritrovò catapultato dai club del Sunset Boulevard agli stadi affollati di tutto il mondo. Freschezza, dinamismo, classe purissima e tonnellate di grande musica, questi sono stati i Van Halen, questa l’eredità donataci da Eddie che, in più, aveva dalla sua simpatia e guasconeria tipicamente europee, con quel suo sorriso perennemente disegnato in viso e la sua famosa “Frankenstrat” dalla quale non si separava praticamente mai, questa è l’ultima immagine che ho di lui e che voglio ricordare, dai “flashback” che mi riportano a quello show ormai storico che i Van Halen suonarono al Palaghiaccio di Marino il primo Aprile 1993, data estratta dal “Right Here, Right Now Tour”.
Buon viaggio Eddie, ci mancherai…
FOTO DI ROBERTO VILLANI