5 curiosità che forse non sapete su… Brian Johnson
Il 05/10/2020, di Stefano Giorgianni.
In: The Birthday Party.
Brian Johnson è nato a Dunston (Inghilterra). Divenuto il singer degli AC/DC nel 1980, dopo la tragica dipartita di Bon Scott, è rimasto nella band per 36 anni e 10 dischi in studio, salvo cedere il testimone ad Axl Rose per l’ultima parte del tour di ‘Rock Or Bust’, a causa di insorgenti problemi di udito che ne avrebbero impedito l’attività live. È di questi giorni la notizia della reunion della line-up di ‘Rock Or Bust’, con Brian dietro il microfono degli AC/DC per un nuovo, imminente disco. Eppure, non tutti sanno che…
Lo spaccone
Dopo una serie di discreti risultati con i Geordie e i primi vagiti di una carriera solista, la svolta per il nostro Brian arrivò in uno dei momenti più tragici della storia del rock: la morte di Bon Scott. Va ricordato che i quattro AC/DC superstiti capirono che quel singer sarebbe stato il loro uomo anche in virtù di un endorsement dello stesso Bon Scott, quando era ancora in vita: “quando ero ancora con i Fraternity, abbiamo aperto per questa band del nord dell’Inghilterra con un cantante molto promettente: se mai un giorno avrete bisogno di sostituirmi, ricordatevene!”. Fu così che Angus e soci invitarono dunque Brian Johnson per un provino il 29 marzo del 1980: con la band in impaziente attesa al piano di sopra, l’affabile Brian non trovò niente di meglio da fare che cimentarsi in una partita a biliardo con roadie e affini, pensando “saranno anche loro qui per il provino, no? E poi… appena avranno bisogno di me, verranno a chiamarmi qui sotto!”. Cosa che fece uno spazientito Malcolm Young, ben un’ora e mezza dopo!
Love Beach
Le Bahamas erano diventate un paradiso fiscale persino per le band in procinto di registrare un disco, con i Compass Point Studios in prima fila per accogliere le band britanniche (e di converso quelle australiane) vessate dalla tassazione albionica. In occasione delle registrazioni di ‘Black In Black’, gli AC/DC fecero conoscenza con uno dei maggiori esponenti di quello che nella percezione generale era il vecchio mondo degli anni Settanta, Keith Emerson, giunto sulle isole per occuparsi del suo primo disco solista ‘Honky’. Fu lui a convincere Brian Johnson ad abbandonare la divisa da rocker britannico in pelle, mettere un paio di pantaloncini e seguirlo nelle sue battute di pesca. Peccato però che la tenuta vacanziera non gli desse il giusto impeto durante le registrazioni, tanto da costringerlo a indossare la sua giacca di pelle e i jeans per ritrovare la consueta grinta. “Semplicemente non riusciva a cantare con indosso i pantaloncini, ecco cos’era”, dichiarò poi lo stesso Emerson.
Rombo di tuono
Sei appena entrato in una delle band capofila dell’hard rock internazionale, devi scrivere i testi per il prossimo, decisivo disco e… a chi ti ispiri? Al tecnico del suono, se necessario! In effetti, Mutt Lange non è solo il responsabile di un suono che ha fatto scuola e ha decretato il successo di un disco immortale come ‘Back in Black’, ma è stato anche l’ispiratore dei versi iniziali dell’opener ‘Hells Bells’: in seguito a una terribile tempesta che imperversava sulle Bahamas, Lange se ne uscì con l’espressione “tuono roboante”, quello lo stesso “rolling thunder” che ispirò Johnson insieme alla “pourin’ rain” e al “comin’ on like a hurricane” incastonati in quell’incredibile opener. Impossibile leggerle senza cantarle.
Sul filo del rasoio
Come è evidente, il testimone da autore di testi era passato dal compianto Bon al nuovo arrivato Brian senza soluzione di continuità, sin dal roboante esordio di quest’ultimo nel 1980. Eppure, il riccioluto singer mantenne quest’esclusiva per non più di otto anni (fino a ‘Blow Up Your Video’), lasciando poi la scrittura ai fratelli Young a partire da ‘The Razor’s Edge’. Il motivo è da ricercarsi nello stress causato dal divorzio dalla prima moglie Carol, avvenuto proprio intorno al 1990, tanto che la circostanza sollevò tutta una serie di pettegolezzi sulla sua possibile uscita dal gruppo. Eppure, come lo stesso Johnson ebbe a dichiarare in seguito, questo avvicendamento fu vissuto come un sollievo, proprio perché lo liberava da tutta una serie di pressioni correlate alla preparazione di un nuovo album di volta in volta. Per parte loro, Angus e Malcolm trassero immediatamente ispirazione dalla vicenda personale del loro cantante per scrivere ‘Money Talks’, uno dei singoli trainanti di quel disco!
Dicono di lui, ma soprattutto dice lui…
Apparentemente, Brian Johnson è il classico esempio del personaggio “come lo leggi, così lo scrivi”: con il suo cappello alla Andy Capp, simbolo della working class del Nord dell’Inghilterra, non può che essere uno di quei frontman senza peli sulla lingua, semplice ma diretto, un po’ come le sue taglienti linee vocali. È così che la rivista ‘Select’ lo descrisse (bonariamente o meno) come “uno che non ha ancora restituito le tonsille al pappagallo del Whitley Bar Zoo”; la risposta (diretta o indiretta) non si fece attendere, con Brian che dichiarò gli sarebbe piaciuto rinchiudere i critici per una settimana in una cella a suon di AC/DC, solo per dargli poi il colpo di grazia con un’altra settimana a tutto volume, questa volta però di musica dance! Tra le sue dichiarazioni, resta celebre quella in occasione del Monsters Of Rock di Mosca del 1991, secondo cui la danza e l’opera evidentemente non erano state sufficienti a porre fine alla Guerra Fredda: per quello ci voleva il rock’n’roll… Eppure, la sua affabilità è altrettanto proverbiale: in un’occasione di una signing session per ‘Ballbreaker’, un ragazzo si presentò con un cd dei Led Zeppelin, dicendo che “era tutto quello che aveva”; dopo averci scherzato su per un po’, Brian glielo riconsegnò, firmato da tutti e cinque gli AC/DC!