Metal Cinema (20) – Halloween – The Beginning (2007)
Il 15/09/2020, di Horror Über Alles.
In: Metal Cinema.
Solo Rob Zombie avrebbe potuto dare nuova linfa a uno degli spauracchi più amati della storia del cinema. Del resto, gli ultimi capitoli della saga avevano iniziato a mostrare la corda, soprattutto per quanto riguarda il dimenticabile ‘Halloween – La resurrezione’. Il rocker americano porta così sullo schermo un Michael diverso, più inquietante nell’iconografia e più brutale nel modus operandi, che quando viene mostrato per la prima volta da adulto, capellone e barbuto, sembra vagamente una sorta di alter ego cinematografico dello stesso Zombie.
‘Halloween – The Beginning’ è sia un prequel, sia un reboot che un remake del capolavoro di Carpenter, e il regista riesce nel difficile intento di mantenersi (quasi) all’altezza del prototipo. Più riuscita e originale la prima parte, incentrata sulla difficile infanzia del piccolo Michael che, vessato da un patrigno alcolizzato e trascurato da una madre spogliarellista (interpretata dalla bellissima Sheri Moon Zombie, consorte e musa del regista), inizia a manifestare tendenze sadiche. A farne le spese sono prima dei poveri animali, poi un bullo a scuola e infine, durante la notte d’Ognissanti, quasi tutti i membri della sua famiglia. Seguono l’internamento in un ospedale psichiatrico, gli inutili tentativi di cura del Dottor Loomis e, esattamente 15 anni dopo, la fuga, giusto in tempo per Halloween. La seconda parte, quindi, ripropone le dinamiche principali dell’originale, con il ritorno a Haddonfield, una doverosa sfilza di omicidi e il faccia a faccia con Laurie Strode, ignara di essere la sorella minore del serial killer.
“È sia un prequel, sia un reboot che un remake del capolavoro di Carpenter, e il regista riesce nel difficile intento di mantenersi (quasi) all’altezza del prototipo.”
Geniale è la scelta di affidare il ruolo del Dottor Loomis a Malcolm McDowell, che da psicopatico leggendario della settima arte (l’Alex di ‘Arancia Meccanica’, per intenderci), qui diventa psichiatra, e dà al personaggio un’interessante caratterizzazione, tale da non far rimpiangere il compianto Pleasence. Funziona molto e diverte, dunque, il gioco delle citazioni e degli ironici rimandi meta-cinematografici, che è uno dei marchi di fabbrica di Zombie, particolarmente a suo agio quando si tratta di prendere facce gloriose dell’exploitation o di opere cult, e riportarle in auge, spesso inserendole in contesti atipici. Oltre a McDowell, infatti, risultano particolarmente azzeccate la scelta di Brad Dourif (storica voce di Chucky nella saga de La Bambola Assassina) nel ruolo dello sceriffo Brackett, e quella di Danny Trejo (famoso per essere un ex-detenuto poi passato al cinema), che qui fa ironicamente il secondino premuroso e gentile con Myers. Dee Wallace-Stone è la madre adottiva di Laurie Strode, mentre Danielle Harris (che in Halloween 4 e 5 era la piccola Jamie) è Annie Brackett, figlia dello sceriffo e migliore amica di Laurie. Particine anche per Sid Haig (il capitan Spaulding nei due precedenti lavori del regista), il celebre Udo Kier e Ken Foree (‘Dawn Of The Dead’).
Colpiscono nel segno le numerose sequenze “sudicie” e i dialoghi dal sapore tarantiniano, quasi tutti concentrati nella prima metà del film, quando viene descritta la quotidianità della sgangherata famiglia Myers. Ben orchestrati sono anche i feroci omicidi, ad alto tasso di gore, e l’avvincente scontro finale tra Laurie (anche se la giovane Scout Taylor Compton non ha un briciolo del carisma della Curtis) e il mostro. Risulta particolarmente riuscita, infine, anche la colonna sonora di Tyler Bates, che non può far a meno però di riproporre l’immortale tema carpenteriano. Del film esistono due versioni, di cui la migliore è quella senza tagli di 121 min. Con un seguito, sempre di Zombie.