5 curiosità che forse non sapete su… Jon Oliva
Il 22/07/2020, di Stefano Giorgianni.
In: The Birthday Party.
Jonathan Nicholas Oliva, meglio conosciuto come Jon Oliva, è nato nel Bronx di New York il 22 luglio 1960. Noto per essere il fondatore e cantante dei Savatage, è anche il fratello del compianto chitarrista Criss Oliva, scomparso prematuramente nel 1993 in un incidente stradale. Oltre ai Savatage, si ricorda la sua militanza nei Trans-Siberian Orchestra e nel progetto personale Jon Oliva’s Pain.
La fabbrica del suono
Jon era un innovatore anche in campo di produzione! Durante le registrazioni del secondo album ‘Power Of The Night’, con i Savatage registrò uno degli effetti di tastiera più imprevedibili mai registrati su un album metal. Il suono all’inizio dell’intro di tastiera di ‘Warriors’, fu infatti realizzato in una maniera ben precisa: Jon affumicò infatti per errore mezzo studio, bruciando accidentalmente un sacchetto di plastica con una sigaretta. Qualcuno registrò sulla consolle principale il rumore che la plastica fusa faceva sfrigolando e cadendo per terra, e per gioco poi i ragazzi dello studio fecero girare quella registrazione al contrario. Il risultato che ne uscì fu così strano ed evocativo che finì su nastro, registrato così come lo potete sentire. Alle volte alcuni suoni particolari possono passare alla storia anche per i modi assurdi in cui si sono generati…
Una harley molto piccola
Durante il tour di ‘Gutter Ballet’, il tecnico della batteria del segmento di tour della East Coast portò con sé sul tour bus uno skateboard motorizzato, un oggetto piuttosto strano per i tempi (si parla del 1990). Lo provarono tutti nella band, ovviamente, ma Jon fece di più degli altri, tenendo fede al suo carattere esuberante. Al momento dello show, infatti, preso dall’ebbrezza pre-concerto, si infilò un cappello da Babbo Natale e annunciò a tutti che sarebbe entrato sul palco con quello skateboard. Il fratello – complice da sempre – microfonò il minuscolo motore del mezzo… e a detta di tutti sembra di sentire una Harley! La folla si accese, immaginandosi il frontman entrare sul palco a cavallo di una moto come Halford… e invece Jon uscì a bordo di quel ridicolo skate e per di più con il buffo copricapo a cono rosso ben calcato in testa! L’intera band rideva così tanto che non attaccarono nemmeno con le note la prima canzone, salvo poi iniziare il prima possibile, non appena l’euforico frontman perse ovviamente l’equilibrio, cadendo lungo disteso sul palco insieme alla sua “piccola harley”…
One Man Band
Che Jon Oliva sapesse suonare tanti strumenti è risaputo, ma quello che spesso non si sa è che anche su disco molti pezzi accreditati ad altri della band sono in realtà stati registrati da lui stesso. E se sono molte le tracce di chitarra ritmica registrate per un motivo o l’altro su disco dal bravo cantante, a stupire di più è il fatto che oltre a quelle troviamo anche diverse linee di basso o anche di batteria registrate non da Middleton o Wacholz, ma da Jon. L’album in cui questo è successo più volte è ‘Streets’, uno dei capolavori della band: l’intero brano ‘Can You Here Me Now’, così come anche il ben più famoso ‘Jesus Saves’, sono infatti stati incisi completamente da Jon, autore quindi della prestazione che ascoltiamo su disco per ogni singolo strumento esclusi gli assoli, come sempre appannaggio esclusivo di Criss. La cosa si ripete tristemente qualche anno dopo, allorché Jon si ritrovò da solo a registrare l’intero album ‘Handful Of Rain’ senza il fratello, morto qualche mese prima in un terribile incidente stradale… anche in quel caso, l’intera prestazione strumentale dell’album è frutto della bravura esecutiva di Jon, che lasciò solo le linee vocali a Zachary Stevens e la maggior parte degli assoli all’appena reclutato chitarrista dei Testament Alex Skolnick.
Sempre presente…
Sembra impossibile immaginarsi i Savatage senza Jon, ma si sa bene che il cantante uscì da band per un periodo di quasi due anni, stravolto nella mente e nel fisico dopo lo sforzo compositivo di ‘Streets’. Eppure, anche nel periodo in cui il nome del carismatico cantante non figurava nei credits dell’album, in un modo o nell’altro lui era sempre presente. Soprattutto su ‘Edge Of Thorns’ l’unico album registrato senza lui nella line-up, la sua presenza si vede – anche se un po’ nascosta – ovunque… molte canzoni sono firmate da lui, il suo tocco al pianoforte, anche se non scritto nei credits, è ampiamente riconoscibile, e ad aver supervisionato ogni audizione per il nuovo cantante dei Savatage fu sempre e comunque Jon. E – se guardiamo bene – nella copertina di ‘Edge Of Thorns’ c’è un volto inquietante, disegnato nell’intreccio dei rami degli alberi… non sembra la faccia del mefistofelico cantante, intento a osservare la sua ex band anche da lì?
Che odio questi video!
Anche se alcuni video dei Savatage, soprattutto quelli delle canzoni più famose, sono elogiati ed apprezzati da fan e critici; ad apprezzarli molto meno era proprio Jon. Nonostante fosse sempre soddisfatto del risultato e comunque legato ad ognuno di essi, c’è da dire che sono davvero tante le interviste in cui Jon si ricorda con sinceri brividi la parte di produzione di questi video. Ad aver lasciato profondi marchi su di lui furono soprattutto i video di ‘Gutter Ballett’ e ‘Hall Of The Mountain King’. Il primo viene tuttora ricordato da tutti nella band per il gelo: registrato con un orchestra vera in un bassifondo di New York in una freddissima settimana invernale, pare che avesse fatto dannare veramente tutti a causa di temperature di parecchio inferiori allo zero. Risultato? Musicisti dell’orchestra imbottiti come l’omino Pirelli e quasi impossibilitati a muoversi, un Jon che si muoveva più per scaldarsi che perché lo richiedesse il copione e addirittura un ratto morto congelato sul set di registrazione! Il video di ‘Hall Of The Mountain King’ fu invece girato in una caverna delle Catskills Mountain nello stato di New York. Qui i problemi di cui racconta spesso furono soprattutto logistici, con difficoltà inaudite nel montare l’ingombrantissimo drum kit di Wacholz in spazi ostili e difficoltà ancora più grandi a non distrarsi mentre si faceva filmare vicino a rocce pericolanti e sinistri strapiombi. Insomma, bello il risultato, ma se lo sentite raccontato dalla voce di Jon forse (ri)guarderete questi video con un’altra ottica…