Alessandro Conti – I miei 10 album fondamentali

Il 05/06/2020, di .

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Alessandro Conti – I miei 10 album fondamentali

Nella mia personale classifica dei 10 dischi più importanti, ho deciso di non inserire nessun album uscito di recente. Ascolto molto e volentieri artisti contemporanei o emergenti, ma se si tratta di fare una classifica, preferisco dare una priorità agli album che hanno avuto una valenza particolare, che mi hanno influenzato sotto un punto di vista artistico, o, semplicemente, che ho ascoltato di più, e che nonostante gli infiniti ascolti non mi hanno mai annoiato. Non a caso, sono tutti album ascoltati sul finire degli anni Novanta, quando muovevo i primi passi nella musica e sognavo di poterne fare una professione. Quindi, vediamoli!

1. Helloween – ‘Keeper Of The Seven Keys’ (Pt. I & II) (1987/88)

Scelta forse banale, essendo considerate due pietre miliari del genere, ma da questi dischi è partita la scintilla che mi ha fatto iniziare a cantare. Come la maggior parte dei cantanti power metal, per molto tempo ho provato a imitare la voce di Kiske, nei primissimi anni di attività con i Trick Or Treat eravamo difatti una tribute band agli Helloween, e più o meno velatamente il DNA di questi dischi si è tramandato in ogni nostra produzione. Si tratta semplicemente di due dischi magici e immortali! Ci sarebbero da citare tanti album delle zucche tra gli quelli che ho più ascoltato, ‘Pink Bubbles Go Ape’ e ‘The Time Of The Oath’ tra tutti, ma dovendone inserire solo uno (tecnicamente 2), i ‘Keeper’ devono avere per forza la priorità!

2. Angra – ‘Holy Land’ (1996)

Amai tantissimo il disco di debutto, ma con ‘Holy Land’ toccarono a mio parere uno dei punti massimi del genere. Un disco che aggiunge atmosfere sudamericane e tribali alle classiche influenze del power metal, in una miscela raffinata e romantica, che rende gli Angra una band ben riconoscibile in un genere che stava già iniziando velocemente a inflazionarsi, e dove la voce del compianto André Matos raggiunge vette di tecnica e personalità incredibili. Averlo potuto avere come guest sul brano ‘Prince Of The 1000 Enemies’in ‘Rabbits’ Hill, Part 1’ è stata una delle soddisfazioni più belle con i Trick or Treat.

3. Stratovarius – ‘Episode’ (1996)

Probabilmente come qualità e produzione è un filo inferiore al successore ‘Vision’, ma ‘Episode’ è il disco con cui ho conosciuto e amato la band finlandese, e contiene brani neoclassici incredibili come ‘Father Time’ o ‘Will The Sunrise?’, quindi mi ritengo emozionalmente più legato a questo disco. Uno dei più importanti tour fatti con i Trick Or Treat fu proprio di spalla a Stratovarius e Helloween, motivo per cui mi sento doppiamente affezionato a questa band.

4. Queensrÿche – ‘Operation Mindcrime’ (1988)

Da cantante non posso non menzionare i Queensrÿche, e ‘Operation Mindcrime’ è probabilmente il loro album che preferisco. Geoff Tate è semplicemente perfetto su ogni disco registrato in quegli anni, ma il concept e le atmosfere metropolitane di ‘Operation Mindcrime’ sono a parer mio uno dei picchi assoluti tra i dischi heavy metal.

5. Cyndi Lauper – ‘She’s So Unusual’ (1983)

Amo tantissimi album pop degli anni Ottanta, ma Cyndi Lauper, soprattutto con questo disco, ha un’attitudine “happy” e spensierata che ci influenzò molto, non a caso decidemmo di registrare la cover di ‘Girls Just Want To Have Fan’ nel nostro primo disco ‘Evil Needs Candy Too’, facendo anche una sorta di parodia del video. Una scelta bizzarra, specie in quegli anni, ma è stato probabilmente il primo incipit che ci permise di osare senza prenderci troppo sul serio.

6. Blind Guardian – ‘Imaginations From The Other Side’ (1995)

Un classico degli anni Novanta per il power metal nella sua declinazione più epica e fantasy. Ricordo che ero un assiduo giocatore di Magic The Gathering e talvolta di DnD, e i Blind Guardian sono stati la colonna sonora perfetta per quella fase della mia vita.

7. Rhapsody – ‘Symphony Of Enchanted Lands’ (1998)

E rimanendo in tema di atmosfere epiche e fantasy, come posso evitare di menzionare i Rhapsody tra i 10 dischi più importanti!? Il loro primo disco fu un fulmine a ciel sereno che scompigliò le carte in tavola. A mio parere, il power metal non fu più lo stesso, e grazie a una band italiana! Oggi chiunque aggiunge orchestrazioni, cori lirici a volontà o strumenti folk medioevali, ma all’epoca il sound era una vera boccata d’aria fresca in un genere che mostrava il fianco in quanto a originalità e rinnovamento. Da ragazzino mai mi sarei immaginato che la mia carriera musicale si sarebbe legata a doppio filo con questa band, prima con Luca Turilli con gli LT’s Rhapsody e poi con Fabio per il disco Lione/Conti. Ho vissuto esperienze e tour fantastici con Luca, mi ritengo molto fortunato per quanto è successo.

8. Dream Theater – ‘Scenes From A Memory’ (1999)

Pur non seguendo più molto la band e la scena prog in genere, questo disco è veramente superlativo e contiene brani stupendi. Ricordo che suonai il mio primo grosso concerto, poco più che ventenne, con gli amici Empty Tremor che mi chiamarono a sostituire Oliver Hartmann per uno show a Roma proprio in apertura ai Dream Theater. Un battesimo assolutamente non facile, ma fu molto emozionante.

9. Journey – ‘Frontiers’ (1983)

Band che colpevolmente ho scoperto molto tardi, quando non ascoltavo più tanto assiduamente certe sonorità più veloci e heavy. ‘Frontiers’ è un disco perfetto per essere ascoltato in ogni occasione, con melodie che riascolteresti mille volte.

10- Cristina D’Avena – ‘Platinum Collection’ (2006)

Ok, ok. Questa è tra il serio e il faceto… non è proprio citabile come album, consideratela come manifesto di una sindrome da Peter Pan, ma quelle sigle sono state il primo forte contatto con la musica, e, a onor del vero, molte sigle dei cartoni animati degli anni Ottanta (ma anche Settanta, con grandi autori come ad esempio I Cavalieri Del Re) erano di gran qualità. Non a caso abbiamo voluto pagar tributo con un album come ‘Re-animated’, che è stato uno dei successi commerciali migliori per i Trick Or Treat, pur essendo l’unico album che ci siamo autoprodotti. Segno che non siamo gli unici metallari affezionati a quelle sigle!

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