Dario Beretta, la lista dei 10 migliori videogame del 2019 secondo il chitarrista di Drakkar e Crimson Dawn
Il 04/01/2020, di Giuseppe Cassatella.
In: Hammer Chart.
Dario Beretta, classe ’76, metallaro-nerd da prima che fosse di moda, bazzica la scena metal dai lontani anni ’90, sia nelle vesti di chitarrista di Drakkar e Crimson Dawn che di collaboratore di Metal Hammer (nelle sue varie incarnazioni) e altre webzine. Ultimamente preferisce più comporre che scrivere, ma quando MH chiama, di solito risponde.
Pagine FaceBook Drakkar e Crimson Dawn.
In esclusiva per Metal Hammer Italia, Dario Beretta ha stilato la lista dei migliori 10 videogames del 2019.
Il 2019 è stata un’annata di transizione per il mondo dei videogiochi, come probabilmente sarà anche il 2020. L’arrivo della nuova generazione di console, previsto appunto per la fine del 2020, ha infatti fatto slittare o messo in standby molti progetti, con l’intera industry concentrata sul salto generazionale ormai imminente. Ciononostante, hanno comunque visto la luce molti titoli interessanti e qualche “sleeper hit” degno di nota. Vediamoli insieme, senza la pretesa di metterli in alcun ordine di preferenza visto che si tratta di prodotti anche molto diversi tra loro.
Partiamo dalle uscite più “mainstream”. Vincitore assoluto dei Game Awards è stato Sekiro: Shadows Die Twice. Prodotto da From Software e pubblicato da Activision, il gioco dei creatori di Dark Souls ambientato nel Giappone medievale ha conquistato tutti portando all’estremo le caratteristiche dei Souls con un gameplay ancora più sfidante e complesso, capace di far perdere la pazienza ai più zen. Un titolo decisamente non adatto ai casual gamer. Ammirevole la capacità di From di ottenere successi commerciali con prodotti così ostici per chi non abbia voglia di investirci tanto tempo e dedizione.
Il 2019 è stato anche l’anno del ritorno di Devil May Cry con il quinto episodio della serie. Accantonato il reboot del 2013 (inviso ai fan anche al di là dei suoi effettivi demeriti), DMC 5 si ricollega direttamente al 4 proseguendo le avventure di Dante e Nero, affiancati da un nuovo personaggio, V. DMC 5 offre ai fan della serie esattamente quello che amano: protagonisti sempre più tamarri e sopra le righe, gameplay e combo system profondi ma al tempo stesso immediati, e figaggine a palate. Un trionfo per i fan della serie. E poi parliamoci chiaro, se non vi piace Dante, come fate a definirvi “metallari”?
Nel comparto picchiaduro, Mortal Kombat XI ha confermato come NetherRealm sia ormai lo studio di riferimento per le esperienze single player. Il gioco porta avanti quanto già visto su Injustice 2 con una serie continua di aggiornamenti, attività e contenuti sbloccabili, oltre al flusso costante di nuovi kombattenti (non è un refuso) via DLC. Ovviamente il gioco è tremendamente solido e fighissimo anche in multi, ma se su quel fronte la concorrenza è sempre spietata, altrettanto non si può dire dei contenuti per il single player, dove davvero MK XI fa a brandelli la concorrenza.
Il titolo mediaticamente più importante dell’anno è stato però Death Stranding. Il nuovo gioco per PS4 creato da Hideo Kojima, “nume tutelare” della saga di Metal Gear Solid, ha diviso il pubblico per il suo approccio molto riflessivo, che ha scatenato una ridda di meme sul “simulatore di Deliveroo”. Sicuramente un gioco caratterizzato da valori produttivi altissimi e non banale, perché Kojima non lo è mai, ma altrettanto sicuramente un prodotto non adatto a tutti.
In casa Nintendo, ha ottenuto un discreto successo (portandosi a casa diversi award) Luigi’s Mansion 3. Le avventure del fratello di Mario in versione acchiappafantasmi mantengono inalterato il proprio fascino grazie a meccaniche semplici ma efficaci e una direzione artistica come sempre impeccabile. Qualche incertezza nei controlli non inficia quello che resta un titolo da avere per i possessori di Switch.
In casa Microsoft, il titolo di punta è stato sicuramente Gears 5. Eliminare “of War” dal titolo (forse per liberarsi una volta per tutte dell’acronimo GoW, sinonimo di uno dei titoli di punta della concorrenza?), e puntare sul carisma di Kait come nuovo volto e protagonista della saga, mettendo da parte il mai troppo amato JD, sono solo due delle innovazioni apportate dal team di The Coalition alla popolare saga di sparatutto in terza persona di Xbox. Il risultato è un titolo incredibilmente solido sotto tutti gli aspetti, e che torna finalmente a essere divertente anche in single player, sebbene ovviamente il suo punto di forza restino le tante, coinvolgenti modalità multi.
Passiamo ora ai titoli indipendenti. Due degli highlight di quest’annata, al di fuori del mondo dorato dei grandi publisher, sono entrambi RPG che puntano tutto sull’aspetto narrativo, con risultati a dir poco eccellenti, e di segno opposto. Da un lato, infatti, abbiamo l’ironia di Outer Worlds. Sviluppato da Obsidian, team responsabile dei primi capitoli di Fallout, nonché dello spin-off New Vegas, Outer Worlds ne riprende le atmosfere da fantascienza anni ’50, la stramberia dei personaggi e la libertà di scelta nell’interpretare il/la protagonista secondo le nostre attitudini, con opzioni di dialogo spesso veramente divertenti. Per il sottoscritto, uno dei giochi più belli dell’anno. Ammirevole anche la sua capacità di mascherare almeno parzialmente un budget non eccelso con un level design ben fatto e un’art direction di alto livello. L’altra faccia della medaglia è rappresentata dal mondo distopico e hard-boiled di Disco Elysium. Sviluppato da ZA/UM, studio creato e guidato dal romanziere e musicista estone Robert Kurvitz, è in effetti molto simile a un (bel) romanzo interattivo con meccaniche tra RPG e gioco da tavolo. Anche questo è uno dei titoli fondamentali del 2019 per chi ama la narrativa videoludica. Curiosità per gli amanti del prog metal: nel cast di doppiatori del gioco compaiono anche Mikee Goodman dei SikTh and Mark Holcomb dei Periphery.
Altro gioco indie di valore di quest’anno è sicuramente Outer Wilds. Pubblicato da Annapurna Interactive, uno dei publisher indipendenti più amati, è un gioco di esplorazione che vi mette nei panni di un buffo alieno alla guida di una nave spaziale… in un loop temporale. Non dico altro per non spoilerare, ma il fascino del gioco creato dagli sviluppatori di Mobius Digital è innegabile e davvero originale.
L’ultima citazione non può che essere per Valfaris. Lo shooter-platformer 2D di Big Sugar, erede spirituale di Contra e Turrican, è praticamente ambientato nelle copertine dei gruppi death metal anni ‘80/’90 più sci-fi oriented… e ha una colonna sonora ultraheavy scritta nientemeno che da Curt Victor Bryant dei Celtic Frost. Serve dire altro?
(Dario Berettam chitarrista di Drakkar e di Crimson Dawn)