Il Discomane (Milano), intervista a Valeria Baldan
Il 05/03/2019, di Federica Cafagna.
In: Sell Your Vinyls To The Devil.
Il nostro giro per l’Italia prosegue con Il Discomane di Milano, aperto da ben quarant’anni, nato dall’idea di quattro giovani amici che hanno scommesso tutto sul vinile usato. Il loro motto è sempre stato “la musica deve essere un bene per tutti”. Col tempo le amicizie si sono affievolite e l’unica che ha mantenuto le redini è stata Valeria che, con il suo compagno di vita Flavio, porta avanti l’attività. Passione e competenza sono sicuramente ciò che contraddistingue la proprietaria di quest’attività che ha risposto, in maniera chiara e diretta, alle nostre domande permettendomi di aggiungere un altro tassello alla nostra rubrica.
Ciao Valeria, benvenuta su Metal Hammer Italia! Allora raccontaci, dopo quarant’anni, come vanno gli affari del Discomane?
Ciao, grazie! Guarda, gli affari del Discomane, in quarant’anni, sono “stracambiati”. È cambiata la gente, è cambiato il modo di acquistare, oltre a essere cambiato il modo con cui avere a che fare col pubblico. Chiaramente gli affari sono peggiorati, perché la crisi ha colpito qualsiasi settore, già dieci anni prima di quando ce ne hanno cominciato a parlare. E oggi, più che mai, le difficoltà ci sono e si sentono, i soldi sono davvero pochi.
Dando un’occhiata al mercato della musica oggi, qual è il vostro segreto?
Il nostro segreto è la competenza! Chiunque entri qui ha a disposizione i nostri quarant’anni di esperienza e competenza, se desidera un consiglio, diversamente può fare un po’ come preferisce lui, acquistando in tutta libertà, come meglio crede. Ma sicuramente questo è il nostro segreto.
Da dove deriva la preferenza per il vinile usato?
Quarant’anni fa, quando abbiamo aperto, non esistevano qui i negozi di vinili usati, come invece succedeva in Inghilterra o negli USA. Al massimo si poteva far riferimento alla fiera di Sinigaglia, dove si scambiavano un po’ di dischi e basta. C’erano i negozi di vestiti usati, ma non di dischi usati! Così abbiamo deciso di aprire questo negozio sui Navigli, che all’epoca non erano assolutamente come li si vede oggi, mettendo in vendita solo l’usato un po’ di nostra proprietà, un po’ portati da amici, conoscenti e altri negozi. Il fine è stato di creare una base di riferimento, creando un mercato differente, diverso dalla solita bancarella a cui si era abituati, con tutto un altro tipo di serietà! Nonostante fossimo giovanissimi – io avevo 19 anni, ho preso la maturità e sono entrata qui, tutto questo è la mia vita (ride, ndr.) – abbiamo voluto rischiare… All’epoca lo si poteva ancora fare, oggi non saprei…
Che tipo di clientela avete e quali sono i generi più venduti?
Beh, la nostra clientela va dai 12 ai 90 anni, perché copriamo tutti i generi musicali, quindi riusciamo a soddisfare tutte le necessità in pratica. È chiaro che lo zoccolo duro è la fascia dei 50 anni, però oggi sono tantissimi i giovani che si sono avvicinati alla cultura del vinile, percependo la differenza nella qualità dell’ascolto. Poi ci sono anche i collezionisti, ma in generale abbiamo sempre avuto una clientela molto varia. Ovviamente noi siamo specializzati sul rock, quindi vendiamo soprattutto quello, in tutte le sue evoluzioni e derivazioni: metal, prog… non vendiamo disco music o techno, abbiamo giusto qualcosina.
Su cosa basate le vostre scelte, per arricchire la vostra offerta?
Noi compriamo dai privati, poi magari troviamo qualcosa in offerta nel nuovo e lo prendiamo. Inoltre abbiamo una sezione dedicata ai dischi nuovi che prendiamo per rispondere alla richiesta costante di alcuni titoli, come quelli dei Nirvana, The Velvet Underground ad esempio, che non riusciremmo mai a soddisfare con solo quelli usati. Il reparto del nuovo infatti è più recente e ne contiene circa 10/15, esso nasce dal momento in cui è stato instaurato il Record Store Day (2007), a cui noi aderiamo da sempre. In questo modo siamo riusciti ad accontentare un po’ tutti; ovviamente i grandi classici o novità esclusive, oltre al nuovo su ordinazione del cliente, sempre che sia in catalogo e reperibile.
Cosa ne pensi dei servizi di streaming come Spotify? Ritieni che siano una delle cause del calo della vendita di dischi, oltre alla pirateria?
Allora Spotify mi è stato spiegato da mia figlia cosa fosse, perché io non conosco molto queste cose (ride). Di sicuro la musica online è una delle maggiori cause per cui i negozi non vendono tanto, perché moltissimi scaricano e ascoltano direttamente il disco on line e alla fine non è detto che lo comprino. Non essendoci una legislazione del tutto chiara a riguardo, è indubbio che vi sia un abuso. Io, quando vado in metro, vedo tutta questa gente con le cuffiette che ascolta la musica, ma se si chiedesse ad ognuno di loro l’ultimo disco comprato, tutti ti risponderebbero tanto tempo fa. Capita anche che, proprio qui in negozio, un ragazzo ti chieda chi sia l’artista che stanno ascoltando in quel momento da noi, se lo segnano, non comprano il disco – nonostante costi poco – e poi tornano a casa e se lo scaricano. Tragico… eppure la gente fa così!
Ho letto nella vostra “bio” dell’apertura, a un certo punto, ai vinili da collezione, diciamo pure d’essai, come mai?
Perché, proprio come abbiamo accennato nella nostra bio, molti acquistavano da noi a prezzi molto contenuti e rivendevano a prezzi esorbitanti altrove. Così abbiamo dedicato una piccola parte del negozio alle versioni da collezione, ma a prezzi onesti; ovviamente si tratta di una selezione esclusiva: prime uscite, in ottime condizioni, cose veramente rare e particolari. Esemplare il vinile di ‘The Wall’ dei Pink Floyd, in versione arancione, di cui sono state stampate solo 100 copie in tutto il mondo, in occasione della presentazione di The Wall, dato solo ai giornalisti, solo in Italia. Ma spesso la gente non capisce fino in fondo gli LP/EP da collezione, quindi non ne capisce il prezzo…
Nel vostro negozio cercate di dare spazio anche alle band più recenti, emergenti, magari nostrane?
Allora una band nostrana che abbiamo spinto – se così si può dire – sono i Cheap Wine; non si tratta certo di emergenti, sono in giro da un bel po’ (anni ’90). Sono di Pesaro, sono davvero bravi, ma non si sono mai venduti alle logiche di mercato, sposando una filosofia tipicamente punk (la DIY), quindi non si sentono molto in giro. È una band che si vende da sola, ma la si deve far ascoltare e noi siamo riusciti a vendere parecchie copie dei loro dischi, mandando “in loop” la loro musica, qui in negozio. È l’unica band che spingiamo da sempre. Ne vale davvero la pena!
Una domanda per te: quali generi preferisci e, se ti va, ci diresti i nomi dei tuoi artisti e gruppi preferiti?
Chiaramente rock! (ride) Basta guardare il negozio… ovviamente Rolling Stones! Poi amo molto i Grateful Dead, Allman Brothers Band, Dave Matthews Band, Widespread Panic, le jam band in generale di un certo tipo… naturalmente Jimi Hendrix. Mi piace tanto anche il blues elettrico.
C’è una band che vorresti ospitare nel tuo negozio o un musicista che vorresti passasse di lì?
Sì, i Rolling Stones. Se passassero di qua, sarebbero grati alla mia fedeltà!
Se lo ricordi, qual è stato il disco più venduto in questi quarant’anni di attività?
Beh, credo che ‘The Dark Side Of The Moon’ sia in assoluto il disco più venduto. Sempre.
Come ti spieghi il ritorno in voga del vinile? Credi che questo ritorno possa anche in minima parte migliorare la situazione attuale del mercato?
Mah, ho i miei dubbi. Il problema principale è che li ascoltano con impianti orribili, quelle fonovaligie che pagano pochissimo, ma che rovinano col tempo il supporto. Bisognerebbe, alla luce di tutto questo, educare le persone all’utilizzo di impianti come si deve; sì, oggi c’è un ritorno di interesse e a noi non può che far piacere, avendo scommesso tutto sul vinile! Non saprei dirti sinceramente, se si tratti di un fenomeno passeggero… staremo a vedere! Prima c’era gente che non sapeva neanche cosa fosse un vinile… adesso vinile, vinile… Devo ammettere che da noi, soprattutto di settimana, la clientela è abbastanza informata, quindi è raro che ci capitino scene come quelle che ho descritto su! Durante le feste, invece, passa davvero di tutto, quindi ti capita spesso di interfacciarti con gente che va educata. La cosa più preoccupante comunque sono questi impianti di pessima qualità!
Quest’ultimo spazio è per te, chiudi l’intervista come preferisci, raccontandoci le tue speranze e magari facendo un appello ai nostri lettori!
Non comprate su internet. Prima di tutto perché l’acquisto su internet comporta, col tempo, la chiusura del negozio ed i negozi sono la luce della città; inoltre è molto più facile che i venditori vi possano raggirare, non solo sulla qualità, ma anche sul prezzo! Quindi assolutamente no negozi virtuali, ma reali, questo è il mio appello. Avere rapporti con le persone è fondamentale, i feedback negativi on line, dietro magari un falso profilo, non servono a nulla, abbiate il coraggio di parlare faccia, a faccia, scambiando opinioni vere.
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