The Magik Way & Malvento, track-by-track di ‘Ars Regalis’ scritto da Nequam, Zin e Roberta Rossignoli in esclusiva per Metal Hammer

Il 15/12/2018, di .

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The Magik Way & Malvento, track-by-track di ‘Ars Regalis’ scritto da Nequam, Zin e Roberta Rossignoli in esclusiva per Metal Hammer

‘Ars Regalis’ è un’opera che si inserisce nel solco della lezione impartita dai Maestri della musica esoterica italiana, Antonius Rex e Paul Chain. Lo split album firmato dai The Magik Way e dai Malvento è capace, con il semplice ausilio di suoni e parole, di creare atmosfere sulfuree e suggestioni ipnotiche. In esclusiva per i lettori di Metal Hammer, gli autori del concept e dei brani – Nequam (The Magik Way), Zin (Malvento) e Roberta Rossignoli (L’Ordine della Terra) – hanno svelato parte degli arcani celati in ‘Ars Regalis’. Ma non solo, per la prima volta, le due band mettono a disposizione, solo per i nostri lettori, l’intero album – in uscita su Third I Rex il 23 dicembre 2018 – in streaming gratuito!

‘Ars Regalis’ non è uno “split” comune. Ci siamo messi alla prova, portando a termine un lavoro a quattro mani, una strana formula di fusione/trasformazione, che unisce il black metal contaminato dei partenopei al cantautorato occulto degli alessandrini e che ben si sposa con il concept dell’album, incentrato sul tema del viaggio iniziatico. L’ermetico “Omnia ab uno et in unum omnia” ne è il mantra. “Tutto è nell’uno e l’uno è in tutto” è un richiamo alla Grande Madre, da cui tutto è generato e a cui tutto va ricondotto, principio che presiede il ciclo di morte e di rinascita.
Per la parte testuale/concettuale, che appare fin dalle prime battute di importanza capitale, questo lavoro vede la pregevole partecipazione della dott.sa Roberta Rossignoli, eminenza grigia e membro dell’Ordine della Terra, quella cerchia di impalpabile entità che si cela dietro ogni lavoro dei The Magik Way, attiva fin dai primi anni ’90 attorno ai tavoli medianici del basso Piemonte.

‘V.I.T.R.I.O.L.’

Questo è il primo brano contenuto nello split-cd ed è una apertura quanto più emblematica possibile. Scrive la dott.sa Rossignoli: ‘V.I.T.R.I.OL.’ (Visita Interiora Terrae Rectificando Invenies Occultum Lapidem) è l’acronimo ermetico che infiamma d’oro la nera stanza in cui l’iniziato si ritrova ad affrontare la prima prova: la prova della Terra, la prova della Morte, la prova del superamento di Sé, inteso come distanziamento dalla condizione di Finitudine verso un superiore stato di Eternità, possibile già nei riti misterici solo attraverso un percorso di autodistruzione e di autorigenerazione.
Circondato da pareti di tomba, accolto nelle viscere della Grande Madre, l’iniziato viene preparato alla rinascita, come un seme che, solo se sepolto, può rigenerarsi e rigenerare”.
La musica è resa in forma volutamente scarna, ad imitazione del raccoglimento, asciutto e silenzioso, che i grandi alchimisti solevano ricreare nell’atto magico. Questo “seme”, fatto di pochi suoni, viene colto dalle mani di Zin che con i suoi Malvento decide di operare esclusivamente sulla ritualità della canzone, con l’intento di esaltarne i concetti attraverso l’utilizzo di ambienti e suoni sintetici, dosando il veleno a poco a poco, senza comprometterne le ipnotiche melodie.

 

‘Eterno’

Il secondo brano della tracklist. Si tratta di una canzone scritta ed interpretata dai Malvento esclusivamente per ‘Ars Regalis’. La sua caratteristica principale è che si distanzia volutamente dal sound generale del disco, per incanalarsi in sentieri più classici per quelli che sono i canoni che hanno caratterizzato la band negli anni. Si tratta di un brano dal sapore estremamente tragico, che, ricollegandosi alle quattro fasi di realizzazione della Grande Opera – partendo dall’elemento Terra, fortemente evocato in V.I.T.R.I.O.L – si pone come naturale fase successiva: Albedo! Qui è dove avviene lo sbiancamento, la purificazione della materia.

‘Secondo Natura’

Il brano è composto e realizzato interamente dai The Magik Way e vede, anch’esso, la partecipazione della dott.sa Rossignoli in qualità di autrice del testo.  Ella scrive: “La sperimentazione della propria imperfezione avviene grazie ed attraverso la discesa nell’Ade, nelle profondità della Terra: ventre ctonio, tomba, ma anche culla. Il viaggio (interiorizzazione della ricerca di Sé) è terrificante”.
In ‘Secondo Natura’ per rappresentare questo orrore, è stata scelta  l’immagine delle cavalle nere, una citazione dell’incubo, del noto “Nightmare” (o “Nachtmare”) di Johann Heinrich Füssli.
Continui sono i richiami alla prima fase del rituale iniziatico, dove il neofita si libera della materia impura, (facile il richiamo alla vile moneta, che si porta in una mano): l’obiettivo è raggiungere la perfezione dello spirito, il cui simbolo alchemico, l’Oro, è la materia raffinata, morbida, lucente, gialla, duttile ed allo stesso tempo immutabile perché non corruttibile.
Nell’incedere cauto dei tamburi di Azàch, la band desidera celebrare la propria idea di iniziazione, da un lato oscillante/claudicante dall’altro perentoria. Il rituale si dipana così, incessante e marziale, laddove ogni parola abbia il suo peso, il peso di una oralità che resista alle lusinghe del tempo. Il testo è intriso di significati e dotato di un fortissimo connotato ritmico, che influenza e imbriglia la musica. Le parole, scelte con cura, sono scandite sino alla liberazione finale dove il brano esplode in un sentito canto, un canto di condivisione e determinazione: “Secondo Natura, verso la Grande Opera”.

‘Babalon Iridescente’

L’ultima traccia contenuta nello split. Questa canzone nasce da un’idea dei Malvento ed affronta il delicato tema della Magia Sessuale. Il pezzo si divide in due parti: la prima per così dire più descrittiva e la seconda molto più ritualistica e visionaria. I Malvento hanno registrato il pezzo alla loro maniera, per inviarla ai The Magik Way che l’hanno sapientemente sviscerata e riassemblata dando così al pezzo un’atmosfera di sacralità e pesantezza unici. Il testo è stato scritto da Nequam su idea di Zin. L’obiettivo, è stato fin dall’inizio quello di portare alla luce la forza distruttrice e generatrice dell’atto sessuale, inteso come unione con il cosmo, attraverso l’esaltazione del femmineo e del parallelismo simbolico. Il mercurio alchemico è visto nell’accezione più antica legata alla magia d’Oriente, laddove sperma=mercurio e sangue mestruale=zolfo. Da questa angolazione, è più semplice comprendere cosa si intenda per “vivifico mitrale / più salinico di opale”, declamato estaticamente dalla voce femminile di Gea Crini. Unione carnale e perfetta al cospetto del Tempo, qui rappresentato come una grande ruota: “La grande Ruota fa sempre ritorno, trasceso il Cosmo precipita in fondo”.
E così, come nei miti cosmogonici, la riorganizzazione del buio e del caos conduce al principio vivificante della luce; l’iniziato è pronto a ricevere la luce, così come in alchimia il sale è pronto all’incontro con il mercurio, origine della raffinazione della materia, ponte tra la rozza conoscenza del profano e quella raffinata dell’adepto. “Come felce, come fiera, coma muschio al calar della sera”.


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