Metal Cinema (8) – Jukai – La Foresta Dei Suicidi
Il 12/02/2018, di Stefano Giorgianni.
In: Metal Cinema.
Aokigahara è a prima vista uno dei luoghi più pacifici che si possono trovare su questo pianeta. Un mare di alberi ai piedi del limite inferiore del Monte Fuji, in Giappone, che mozza il fiato già al primo sguardo per la bellezza sprigionata da quell’esercito di arbusti e piante fra cui, qua e là, si possono trovare incastonate rocce laviche o caverne di ghiaccio. Un luogo dove al vento non è concesso entrare, dove il silenzio regna sovrano, dettaglio che farebbe di Aokigahara il posto ideale per scorgere quella tranquillità che viene strappata via dalla vita frenetica di tutti i giorni. Tuttavia, quel che all’inizio può sembrare una delle località naturali più idilliache e affascinanti del globo custodisce un terribile segreto.
La foresta di Aokigahara è nota anche come Jukai, traducibile a grandi linee come mare di alberi, un paradiso nel quale centinaia di persone hanno scelto, in totale libertà, di trovare la morte, suicidandosi. Una nefasta tradizione che ha origine già dal XIX secolo e che ha incontrato la popolarità intorno al 1980 con la pubblicazione del romanzo Nami no tō del noto giornalista e scrittore giapponese Seichō Matsumoto. Si calcola che ogni anno dalle cinquanta persone in su, con un numero in costante aumento sin da inizio Millennio, si siano tolte la vita con metodi che vanno dall’impiccagione all’overdose di farmaci.
È proprio usando il silenzio e l’atmosfera elegiaca della boscaglia che il regista americano Jason Zada porta sullo schermo la vicenda delle sorelle gemelle Sara e Jess, interpretate da Natalie Dormer, da molti di voi già vista nel Trono di Spade nel ruolo di Margaery Tyrell, in ‘Jukai – La Foresta Dei Suicidi’.
La trama si snoda intorno alla sparizione di Jess nella selva di Aokigahara e del conseguente arrivo nel paese del Sol Levante di Sara che, disperata per la scomparsa ma convinta che la sorella sia ancora in vita, sceglie di addentrarsi in Jukai, accompagnata da Aiden, Taylor Kinney (il tenente Kelly Severide della serie Chicago Fire).
L’abilità di Jason Zada non sta solo nell’uso di inquadrature angoscianti ben carpite dal sapiente sfruttamento dell’ambiente della foresta nipponica, bensì anche nello strutturare un intreccio filosofico ed esistenziale che si realizza nell’opprimente concretizzazione del doppio delle sorelle gemelle, spinto fino a una pseudo-bilocazione ossessiva che si compie lungo lo snodo del disegno architettato dalla stessa Aokigahara. Si potrebbe altresì azzardare che Zada non conceda il ruolo di protagonista solo alla coppia Jess/Sara, ma che si spinga fino a donare a Jukai la parte di prima donna del film.
È questo uno degli aspetti più interessanti di ‘Jukai – La Foresta Dei Suicidi’, portato in Italia dalla sempre attenta Midnight Factory. Un horror intrigante e brillante, nel quale la psicologia e le ombre del passato giocano una funzione fondamentale, assieme al verde dominante e inquieto di Aokigahara.