The Library (12) – Black Metal Compendium
Il 07/05/2017, di Stefano Giorgianni.
In: The Library.
Scrivere di black metal non è facile. È scomodo, tortuoso, antipatico. Si potrebbe dire che è sgradevole, avvicinandosi al termine intransigente, che è sin troppo facile accostare al Metallo Nero. Però al mondo ci sono questi dissennati, e dissennatori, che ci provano, che entrano intenzionalmente con un piede nella fossa dell’Inferno allo scopo di estrarne la più grande quantità di anime dannate possibile e, ovviamente, di attirarsi badilate di critiche da parte di quelli che pensano di essere i TRVE blackster Of Hell (un po’ come i Defenders Of Steel), categoria in estinzione nel nostro paese ancor prima di aver visto luce.
E, per la barba di Cthulhu, oggi siamo qui a parlare di due personaggi veramente fuori di testa, che hanno pensato bene di affondare le mani nella pece più nera per tirarne fuori cento dischi black metal in un volume intitolato ‘Black Metal Compendium’, edito dalla Tsunami edizioni. Certo, negli ultimi anni la casa editrice milanese ci ha abituato a uscite del genere, che portavano sempre la dicitura ‘I 100 Migliori Dischi…’, questa volta è però diverso. Il centinaio di album inseriti in questo libro non sono, in maniera “insindacabile” (come sottolineato nella prefazione del libro), i migliori, bensì quelli che “hanno più contribuito al genere”, alla storia del black metal. In effetti, il Metallo Nero, è forse la variante metallica di cui si fa più fatica a delineare i contorni, soprattutto perché ogni ascoltatore ne ha marcati di suoi e da lì, raramente, è intenzionato a discostarsi. Tuttavia, a un certo punto arrivano Lorenzo Ottolenghi e Simone Vavalà, valenti colleghi che si occupano di metal estremo da anni, e tentano di fornire il percorso più plausibile dell’evoluzione, perché di questa si tratta, del (sotto)genere più amato e odiato della nostra musica. Naturale, a questo punto, che i due prodi inizino la loro funesta avventura dalle Terre del Nord, come recita il sottotitolo, regione da cui ha preso indiscutibilmente il via il tutto, dove è scoccata la scintilla (fiammiferi lontano dal legno, please) che ha scatenato il più grande incendio sonoro della storia.
Ma qual è la prima cosa che fa un amante del black metal quando vede questi libri? Ok, c’è chi dice che guarda il prezzo, ma quello è un coglione, parliamo del vero appassionato… Scorre l’indice, ovviamente, pronto con il suo coltello affilato a rincorrere Ottolenghi e Vavalà se per caso si fossero dimenticati un disco fondamentale sui cento proposti. Ebbene, al sottoscritto questa selezione è piaciuta 95/100, e credo che questo possa essere il massimo possibile, perché quello scarto di cinque release è normale e, forse, fisiologico, essendo dettato da gusto personale.
E solo guardando l’indice del ‘Black Metal Compendium’ ci si accorge della bontà dell’idea. La suddivisione in capitoli, con un breve excursus attraverso i fatti salienti che hanno infarcito il corso degli eventi del black, è pensata e rende bene lo sviluppo, la trasformazione, le vie biforcute plasmate e imboccate dai diversi gruppi qui presentati.
Gli autori, in maniera legittima e assennata, scelgono, inoltre, di tener da parte i capostipiti (per esempio Venom, Bathory, Celtic Frost, Mercyful Fate), citandoli per importanza ma non facendoli entrare nella selezione, anche perché, pensateci bene, prendere in esame queste band sarebbe significato togliere dai cinque ai dieci dischi inseriti in questo volume, quindi poi ne sarebbero derivate critiche sull’esclusione di questo o di quello. Stesso destino toccato a release che sono comunemente identificate come embrionali per il black (questo è il caso di ‘Deathcrush’ dei Mayhem), ma non collocabile appieno nella tradizione a venire. L’apertura è quindi riservata, fra gli altri, a dischi come ‘A Blaze In The Northern Sky’ dei Darkthrone, all’album omonimo di Burzum, ‘In The Nightshade Eclipse’ degli Emperor, al ‘Live in Leipzig’ e a ‘De Mysteriis Dom Sathanas’ dei Mayhem. Sinceramente, non c’era miglior modo di aprire le non-danze. E scorrendo l’indice ne troverete di dischi fra i vostri preferiti, oltre a scoprirne alcuni di nuovi e a recuperarne altri che vi sarete dimenticati. Sì, perché il compito del ‘Black Metal Compendium’ è anche questo, ampliare la vostra conoscenza del genere e non farvi fossilizzare sui classici album che tutti, bene o male, conoscono.
In conclusione, si potrebbe dire che questo libro incarna un po’ il motto del vero black metal – NO FUN, NO CORE, NO MOSH, NO TRENDS – e se siete fra quelli che vanno a questi concerti per pogare, divertirvi e aspettare che gli artisti vi siano grati per essere accorsi a vederli tributandovi dei ringraziamenti, avete sbagliato qualcosa e questo volume non fa per voi (prego uscire dalla porta hipster segnalata con risvoltino e barba curata). Se invece vi piace stare seduti su di un ceppo nel mezzo di una foresta sgualcita dall’inverno, in balia del gelo, con Nocturno Culto che vi rantola nelle orecchie, be’, benvenuti all’Inferno.
DETTAGLI DEL VOLUME:
Titolo: Black Metal Compendium. Volume 1 – Scandinavia E Le Terre Del Nord
Autore: Lorenzo Ottolenghi, Simone Vavalà
Anno: 2017
Editore: Tsunami Edizioni
Pagine: 198
ISBN: ISBN 978-88-96131-97-8
Prezzo: Euro 18,00