Speciale: Powerwolf – Matthew Greywolf, il Creatore di Lupi
Il 27/06/2016, di Alessandra Mazzarella.
In: Speciali Monografici.
Matthew Greywolf ricopre un altro ruolo di vitale importanza nei Powerwolf oltre a quello di chitarrista: è infatti l’autore di quasi tutti gli artwork della band, la mano che ha dato vita ai blasonatissimi e iconici lupi antropomorfi che rappresentano il quintetto teutonico da più di dieci anni.
Return in Bloodred (2005) Sulla copertina del primissimo album dei Powerwolf la minacciosa silhouette di un lupo mannaro si staglia al tramonto su una metropoli affacciata su uno specchio d’acqua, richiamando alla mente film di culto come “Un lupo mannaro americano a Londra”. La palette di colori utilizzati è minimale ma la resa atmosferica è massima grazie alla grande cura impiegata nei dettagli e nella realizzazione dei punti di luce. Ad oggi quello di “Return In Bloodred” è l’unico artwork di stampo moderno di tutta la discografia della band.
Lupus Dei (2007) Il “Lupo di Dio” sulla copertina di “Lupus Dei”, realizzata da Niklas Sundin, è presumibilmente un tributo alla location che ha ospitato le registrazioni dell’album: una chiesa francese del dodicesimo secolo. Il lupo, raffigurato su una pala ogivale con indosso un saio e in atteggiamento di preghiera, ricorda, per la posa assunta e per il tratto utilizzato, i santi che adornavano le vetrate delle chiese gotiche, ma mentre queste ultime erano un trionfo di colori brillanti, il lupo dei Powerwolf è una macchia di sangue su uno sfondo grigio e nero.
Bible Of The Beast (2009) L’artwork di questo album ne rappresenta direttamente il titolo: è la copertina di una Bibbia antica finemente decorata in oro. Ai cardini della croce sono raffigurati i simboli dei quattro evangelisti: in alto l’angelo di Matteo; in basso l’aquila di Giovanni; a sinistra il leone di Marco; a destra il bue di Luca.
Blood Of The Saints (2011) Il titolo di questo album viene da un passaggio dell’Apocalisse di Giovanni: “L’angelo mi trasportò in spirito nel deserto. Là vidi una donna seduta sopra una bestia scarlatta, coperta di nomi blasfemi, con sette teste e dieci corna. La donna era ammantata di porpora e di scarlatto, adorna d’oro, di pietre preziose e di perle, teneva in mano una coppa d’oro, colma degli abomini e delle immondezze della sua prostituzione. Sulla fronte aveva scritto un nome misterioso: «Babilonia la grande, la madre delle prostitute e degli abomini della terra» . E vidi che quella donna era ebbra del sangue dei santi e del sangue dei martiri di Gesù. Al vederla, fui preso da grande stupore. ” (Giovanni, Apocalisse 17, 3-6 ). A indossare la porpora nell’artwork sono tre lupi, vestiti come alti prelati, sporchi del sangue degli innocenti e impazienti di averne ancora, mentre una chiesa brucia in lontananza. L’immagine si presta a una lettura satirica che punta il dito contro l’avidità e la corruzione del clero, i due fattori che porteranno la Chiesa alla rovina.
Preachers Of The Night (2013) In primo piano, sulla copertina di “Preachers Of The Night”, troviamo un lupo riccamente vestito che brandisce una croce in fiamme mentre alle sue spalle una schiera di suoi simili, incappucciati e armati di torce, purifica la cattedrale con del franchincenso. Lo scenario rituale che viene illustrato calza perfettamente con i contenuti dell’album, che tralasciano il folklore europeo tanto caro all’immaginario dei Powerwolf per dare maggiore spazio a episodi legati alle guerre sante.
Blessed & Possessed (2015) Anche l’artwork di “Blessed & Possessed” è una precisa rappresentazione del concetto espresso dal titolo: come è stato spiegato dallo stesso Matthew Greywolf, la scena da lui illustrata è la cacciata di Lucifero, il “benedictus et affectus” per eccellenza, la figura biblica più adatta ad esprimere la dualità intrinseca dell’album: l’angelo più bello e amato da Dio, condannato e ripudiato, bandito per l’eternità nell’oscurità degli inferi.