Metal Cinema (1) – Deathgasm

Il 02/01/2016, di .

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Metal Cinema (1) – Deathgasm

Il Metal e il cinema hanno sempre avuto un rapporto, strano, ma l’hanno sempre avuto. Da pellicole in cui la nostra musica è protagonista, si citino ad esempio ‘This Is Spinal Tap’ (1984) e ‘Rock Star’ (2001, dove parte della band, gli Steel Dragon, era composta da personaggi a noi noti: Zakk Wylde, Jeff Pilson e Jason Bonham), passando per docufilm o concertfilm interpretati dai gruppi stessi, come ‘Metallica: Through The Never’ (2013) e ‘Iron Maiden: Flight 666’ (2009), o lungometraggi in cui alcuni dei nostri beniamini interpretano ruoli (‘Morte a 33 Giri’, 1986, con Gene Simmons e Ozzy Osbourne), fino a personaggi prestati dal Metal ad Hollywood, e qui ci stiamo ovviamente riferendo a Rob Zombie ed alle sue creature di celluloide. Quelli appena nominati sono solamente degli esempi di come questo genere si sia intrecciato con la settima arte e, nel corso di questo e dei prossimi numeri, vogliamo esplorarne le diverse sfaccettature. Questa volta vi proponiamo un film di recente realizzazione e che siamo sicuri possa soddisfare la vostra sete di…sangue. Stiamo parlando di ‘Deathgasm’, opera prima di Jason Lei Howden con protagonista Milo Cawthorne. I nomi vi diranno poco, a prima vista, vi basti sapere però che il regista è uno di quei geni della Weta Digital che hanno realizzato gli effetti speciali di pellicole come ‘Lo Hobbit’ di Peter Jackson e da ciò potete intuire quanto sangue possa scorrere, ben reso, nel suo lungometraggio. La storia ricorda e ricalca a grandi linee quella di ‘Tenacious D e il Destino del Rock’, solo che qui non c’è un plettro leggendario da recuperare, ma uno spartito (scritto da un stella in declino, idolo dei personaggi principali) capace di evocare un demone. I cliché e gli stereotipi ci sono tutti: il metallaro sfigato ed emarginato a cui piace la ragazza più bella della scuola, che immancabilmente è fidanzata col fighetto insopportabile di turno. Brodie, questo il nome del protagonista, sembra vivere negli anni ’80-’90 più che nei giorni nostri, e gli elementi per quest’ambientazione ci sarebbero (quasi) tutti…se non fosse per diversi rifermenti ai Trivium. Per il resto ci sono i vinili (non i cd), le magliette dei Death del mitico Chuck, il trucco alla Immortal, gli scantinati per sala prove dove tentare di concretizzare i sogni da rockstar. I personaggi principali, oltre a Brodie, sono costruiti con dovizia di particolari. C’è il migliore amico, Zakk (nome scelto probabilmente apposta per richiamare il berseker per eccellenza, ma che ricorda più Tom Araya, visto il ruolo di cantante/bassista) incontrato per caso in un negozio di dischi, che diventerà a suo modo leader della band ed avrà un ruolo chiave nell’intera vicenda; Medina, la ragazza, bionda spezzacuori (somigliante a una giovane Doro Pesch) che subirà la conversione al Metal grazie ad un disco prestatole da Brodie; gli altri componenti del gruppo sono, se possibile, più sfigati del protagonista e per questo ulteriormente (auto)ironici. Il film ha il suo punto di svolta quando Brodie e Zakk recuperano il malefico pezzo e lo suonano in sala prove; da quel momento il sangue comincia a scorrere a fiumi incontrollati, la gente si trasforma in zombie famelici e un demone sarà evocato con conseguenze inevitabili se non verrà fermato dal nostro intrepido eroe. Nella seconda parte del film, quella horror/splatter (fra colpi di motosega, ascia e…pene di gomma), l’approccio scelto da Jason Lei Howden ricorda le celeberrime pellicole di Sam Raimi, un misto di brutale violenza e autoironia, con la voglia di prendersi anche un po’ in giro, da buon metallaro che si rispetti. Buon orgasmo mortale a tutti!