Alessandro Borghese – Rock the kitchen
Il 09/10/2012, di Fabio Magliano.
In: HammerHeart.
Alessandro Borghese è forse il più celebre “cuoco mediatico” attualmente in circolazione. Dopo il successo di ‘Cortesie per gli ospiti’, la consacrazione definitiva con trasmissioni di successo come ‘Junior Masterchef’, ‘Cuochi d’Italia’ ma soprattutto ‘4 Ristoranti’ dove il suo “il mio voto potrà confermare o ribaltare il risultato” è divenuto un autentico tormentone. Trasmissioni dove spesso e volentieri ha fatto capolino sana musica rock. Perché oltre all’amore per la cucina, Ale coltiva una grande passione per la musica metal, come ci conferma nel corso di una lunga chiacchierata…
Ricordo ancora un’estemporanea conversazione avuta anni addietro con Warrel Dane, leader degli statunitensi Nevermore. Il soggetto in questione, ad onor del vero un po’ alticcio, memore dei suoi trascorsi di chef in un noto ristorante di Seattle, mi intrattenne per oltre un’ora esponendomi la sua personale visione della cucina contemporanea, una chiacchierata divertente e fuori da ogni schema, e poco importa se per tutta la sua durata il simpatico Warrel avesse cercato di convincermi che la vera pizza margherita va farcita con peperoni e gorgonzola… Metal e cucina a braccetto, quindi, fusi in un indissolubile abbraccio. Proprio come avviene oggi, a parti invertite, però… perché a navigare con noi nell’oceano del rock non è un musicista affermato bensì uno stimatissimo cuoco nonché volto noto della televisione, quell’Alessandro Borghese che, con genuina simpatia, con grande semplicità e con intelligente leggerezza su Real Time prima ed oggi su Sky ci sta facendo (ri)scoprire il fascino della cucina in ogni sua sfaccettatura. Input per la divertente chiacchierata che segue, un post sul suo blog nel quale veniva recensito con toni entusiasti (e con una indubbia competenza) il nostrano Gods Of Metal. Quanto basta per attivarci ed invitare questo simpatico cuoco mediatico sulle nostre pagine. Un invito al quale Alessandro ha risposto con entusiasmo e grande cordialità…
Ti ho sempre apprezzato perché ti considero uno dei volti più interessanti della scena televisiva attuale. Poi ho letto il report dei un vecchio Gods sul tuo blog e ti ho apprezzato ancora di più perché ho scoperto che il tuo animo è molto rock…
Assolutamente sì! Un grandissimo animo rock’n’roll! A dire il vero io parto da basi jazz e blues, poi il mio è stato un costante percorso di ricerca, passando dal rock, dalla psichedelia sino ad arrivare a sonorità più dure
Come è stato il percorso che ti ha portato a passare dal jazz al metal?
Le radici sono nel jazz perché da ragazzo ho frequentato una scuola straniera e, in quel contesto, gli studi musicali erano orientati verso il jazz, fusion, bebop… ho quindi iniziato a strimpellare un saxofono perché mi divertiva l’idea di provare a suonare uno strumento, proposito abbandonato molto presto… e poi da lì, grazie anche ai miei amici ed alla mia voglia di esplorare orizzonti nuovi, mi sono aperto ai Guns N’Roses, ai Motley Crue e a quelle band che mi hanno spalancato le porte degli ascolti più duri. Per quanto riguarda il metal più puro, io sono nato a San Francisco, e San Francisco vuol dire Metallica, quindi in questo frangente ho qui le mie radici, anche se per mia curiosità personale mi sono poi aperto verso altri gruppi ed altri ascolti. Sempre attorno alla zona dove vivevo a San Francisco gravitavano poi i Greatful Dead, quindi ho avuto modo di conoscerli da ragazzino, grazie ad uno zio e una zia appassionati di questo genere che mi hanno avvicinato a questo tipo di ascolti.
Come dicevamo in precedenza, hai palesato il tuo amore per il metal con un report sul Gods Of Metal. Sei stato protagonista di tutto il festival o solamente della giornata conclusiva?
Purtroppo per impegni di lavoro sono riuscito ad essere presente solamente l’ultima giornata del festival, mentre amici presenti gli altri giorni mi hanno decantato le gesta dei Motley Crue e dei Guns N’ Roses… diciamo che buona parte di quei gruppi che hanno rappresentato la base del mio passato musicale erano presenti in quella quattro giorni di metal, però posso dire di essermi goduto il mio festival fino in fondo. Ozzy è stato incredibile e Zakk Wylde con la sua chitarra mi ha emozionato moltissimo-
Le tue radici sono nel metal e nel rock classico, mentre tra le “nuove leve” c’è qualche gruppo che ti ha particolarmente impressionato?
Tra i gruppi che ho ascoltato di recente sono rimasto colpito dal progetto solista di Serj Tankian dei System Of A Down, una cosina davvero simpatica… poi mi è piaciuto l’ultimo dei Moonspell e non mi dispiacciono neppure gli Slipknot. Il metal estremo non mi dispiace, anche se va preso a piccole dosi. E poi ci sono cose che proprio non riesco a digerire… Gruppi come i Rammstein, ad esempio, che antepongono lo spettacolo alla musica, trovo difficile ascoltarli.
E dire che solitamente chi viene dal jazz rimane affascinato dal metal più estremo, tipo Carcass o Cynic… gruppi cioè in possesso di grandi doti tecniche…
Eh beh, ce ne vuole parecchia di tecnica per suonare così. Però non amo molto quei gruppi nel quale la melodia si perde sotto strati di estremismo sonoro pur riconoscendo la validità assoluta di questi musicisti. Mi piacciono come dicevo gli Slipknot perché alla fine il cantante si toglie la maschera e canta con gli StoneSour un rock molto melodico, più vicino ai Kings Of Leon che non al metal estremo. Mi intriga questa doppia personalità…
Quindi in una tua ideale cucina sonora, la melodia sarebbe uno di quegli ingredienti imprescindibili…
La melodia è l’ingrediente alla base di tutto. Nietzsche diceva che ‘La vita senza musica sarebbe un errore’ e la melodia deve trovare sempre il suo spazio. Un piatto fatto bene è questione di equilibri, e la stessa cosa vale per la musica.
Se dovessi individuare i tre album metal dei quali non puoi fare a meno, quali sceglieresti?
Solo metal? E’ difficile da dirsi perché i miei ascolti sono davvero molto vari e adoro gruppi che non sono propriamente metal, band come Guns o Motley Crue. Come detto mi piace molto anche il fusion, jazz, impazzisco per Jamiroquai. Se dovessi scegliere tre dischi sarebbero tre album stilisticamente molto diversi, tipo Springsteen, Metallica e Guns N’ Roses… certamente uno di questi lavori sarebbe ‘Master Of Puppets’, un disco del quale non posso proprio fare a meno.
A questo punto, che ne dici di concederci un giochino divertente? Io ti cito un gruppo e tu me lo abbini ad un piatto… E per rompere il ghiaccio partirei proprio dai Metallica…
I Metallica sono l’essenza di quello che è il metal, sono dei precursori, quindi andrei su un classico, su una base di cucina semplice perché alla fine loro sono l’inizio di tutto. Per me possono essere tranquillamente un semplice pollo arrosto con patate. Perché non è elaborato, però deve essere uno di quei piatti che non ti stanchi mai di mangiare; qualcosa che almeno una volta alla settimana ti mangi e non finisce mai di piacerti… Ed io una volta a settimana un album dei Metallica me lo ascolto e non mi stomaca e non mi annoia mai.
Un discorso simile penso si possa fare per i Black Sabbath…
Esatto… ed infatti i Black Sabbath li abbiniamo agli spaghetti al pomodoro… perché sono dei classici. Poi ai gruppi nuovi che hanno preso dai Black Sabbath cercando di fare a loro volta qualcosa di originale, abbiniamo i classici piatti rivisitati.
A cosa associamo, invece, i Guns N’ Roses?
I Guns N’ Roses, così come i Motley Crue, mi ricordano troppo gli anni Ottanta, quindi quei piatti che andavano forte a quel tempo come le pennette alla vodka, alla boscaiola… sono un classico degli anni Ottanta, come l’insalata russa… tutti piatti che mi ricordano la tendenza culinaria di quegli anni.
Avanti con gli Iron Maiden!
Gli Iron Maiden sono un classicone pure loro, quindi li vedo bene come uno stinco di maiale con un purè di mele.
Non sono propriamente metal, ma non posso non citarti i Deep Purple…
E certo, ci mancherebbe… io i Deep Purple li abbinerei a qualche elemento viola in natura… ci sono le patate viola, i mirtilli… no no, con i Deep Purple io ci farei una bella zuppa di insalata cappuccina viola con delle polpettine di vitella, un piatto tipicamente nordico.
In conclusione direi Ozzy, anche se già tremo per la tua risposta…
Il mitico Ozzy! Che cosa gli possiamo fare? Un barattolo di vermi? Un pipistrello alla tartara forse sarebbe meglio…
In conclusione, che cosa ha in serbo il futuro musicale per Alessandro Borghese?
Dal punto di vista dei concerti mi sa che dovrò aspettare l’anno nuovo per vedere che cosa ci propone. Per il momento continuo a mettere musica sul mio facebook e sul mio sito perché ho un grande seguito, oltre che gastronomico anche musicale…