Opera Nera – The Tempest
Il 19/03/2025, di Fabio Magliano.
Gruppo: Opera Nera
Titolo Album: The Tempest
Genere: Heavy Metal, Progressive Metal
Durata: 38 min.
Etichetta: Autoprodotto
Gli Opera Nera non conoscono proprio la parola “canonico” e, dopo aver messo in musica il ‘Nosferatu’, tornano alla ribalta con un disco audace e ricco di sfumature, ‘The Tempest’, un concept album che prende ispirazione dall’opera teatrale di William Shakespeare, ‘La Tempesta’. Un progetto che non si limita a riprodurre i temi della pièce in chiave metal, ma li trasforma e li arricchisce con una moltitudine di linguaggi musicali, spaziando dal rock progressivo al funk, dalla musica elettronica alla tammuriata napoletana con il risultato di andare a spiazzare l’ascoltatore, proiettandolo in un vortice sonoro tanto azzardato quanto affascinante.
Il lavoro della band partenopea si distingue per la sua capacità di unire la tradizione con l’innovazione, e lo fa con una varietà sonora che è una vera e propria esplorazione artistica. Sin dall’inizio, con ‘Hell is Empty’, ci troviamo immersi in un’onda sonora di riff potenti che richiamano i suoni dei grandi del metal classico. Un’introduzione perfetta per entrare nel clima drammatico e tempestoso dell’album. Ma è solo l’inizio di un viaggio sonoro che offre molto di più.
Uno degli aspetti più affascinanti di ‘The Tempest’ è la varietà di generi che si susseguono, creando una narrazione musicale che è tanto epica quanto variegata. Brani come ‘Come Unto These Yellow Sands’ e ‘My Master Through His Art’ mostrano la sensibilità della band nel trattare sonorità più morbide e melodiche, quasi sinfoniche, che ricordano i momenti più dolci e introspectivi della tradizione rock progressivo. In particolare, la delicatezza del piano di Elisabetta Serio in ‘My Master Through His Art’ offre un contrasto affascinante con le sonorità più ruvide e potenti di altre tracce.
Non mancano le sorprese stilistiche, come il brano ‘Lu Capitano in Testa’, che si distacca completamente dal contesto rock per abbracciare una tradizione folk napoletana, grazie alla partecipazione di Lino Vairetti degli Osanna, che porta una ventata di freschezza con il suo timbro vocale unico. La scelta di includere una canzone in napoletano è un omaggio intelligente alla radice culturale di Shakespeare, che non solo si rispecchia nella vicenda, ma anche nella lingua utilizzata dal drammaturgo per rappresentare la figura di Stefano.
Altri momenti davvero memorabili dell’album sono ‘Flaut’em and Scout’em’ e ‘You Are Three Men of Sins’, che esplorano territori funky e psichedelici, con l’apporto del sax di Giulio Martino a dare un tocco inedito e sorprendente alla proposta musicale. L’influenza della scena elettronica è ben presente in ‘Reaper’s Dance’, un brano impreziosito dalla collaborazione con Pier Paolo Polcari (Almamegretta), che affonda le radici nell’elettronica e in alcune sonorità tipiche degli Apoptygma Berzerk e che dimostra la volontà della band di spingersi oltre i confini tradizionali del rock, fregandosene bellamente di vetusti “paletti” stilistici e avventurandosi in una scommessa che, per chi scrive, è ampiamente vinta.
E quando si torna al metal, i risultati sono travolgenti. ‘This Island is Mine’ e ‘Hell’s is Empty’ sono brani che catturano l’essenza del rock più duro, con riff che spaziano da quelli oscuri dei Black Sabbath a quelli potenti e dinamici dei Mercyful Fate. Il tutto si compensa con momenti più teatrali e sinfonici, come la chiusura di ‘All The Devils Are Here’, una composizione orchestrale che conferisce un finale maestoso e quasi catartico all’intero album.
In definitiva, ‘The Tempest’ è un’opera ambiziosa che mescola influenze disparate con grande maestria, passando dal metal più puro a momenti di rara bellezza musicale, che spaziano dal rock progressivo al jazz e alla musica elettronica. Gli Opera Nera non si limitano a trasporre Shakespeare in chiave rock, ma ne interpretano la sua essenza attraverso un linguaggio musicale contemporaneo, originale e sperimentale, andando a mescolare passione, tecnica e innovazione in un affresco musicale che lascia senza fiato.
Tracklist
1.Hell is empty
2. Come unto these Yellow Sands
3. Full fathom five
4.Beesech, you sir, be merry
5.My master through his art (feat Marco Fiorenzano)
6.This island is mine
7.Lu capitano in testa (feat Lino Vairetti)
8. Ban ban Ca-Caliban
9. Flaut’em and Scout’em (feat Giulio Martino)
10. You are three men of sins (feat. Bisca)
11.Yo, elves of hills
12. Where the bee sucks (feat Elisabetta Serio)
13. Reapers’ Dance (feat Pierpaolo Polcari)
14. All the devils are here (arranged by Ernesto Nobili)
Lineup
Marco Napolitano – chitarre
Alessandro Pacella – basso
Eduardo Spada – batteria
Tiziano Spigno – voce