Doedsmaghird – Omniverse Consciousness
Il 02/01/2025, di Maurizio Buccella.
Titolo Album: Omniverse Consciousness
Genere: Black Metal, Elettronica, Industrial Metal
Durata: 49:11 min.
Etichetta: Peaceville
Nel romanzo breve a tema vampirico ‘Carmilla’ di Sheridan LeFanu la protagonista, sul finale, ricostruisce le cruente gesta della letale fanciulla che dà il nome all’opera, solo che nella precedente incarnazione si faceva chiamare Mircalla così come con altri anagrammi in altrettante cronache di predazione umana negli anni. Al pari della contessa immortale, dietro il monicker degli esordienti Doedhmaghird, si cela il Deus ex Machina dei Dodheimsgard, Vikotnik, con i quali questo side project condivide la stessa matrice industrial-black. Per certi versi, a testimonianza dell’indole da trickster del polistrumentista norvegese (qui partner in crime con Camille Giraudeau dei Dreams of the Drowned), suonano più DHG questi Dodheimsmaghird degli stessi Dodheimsgard, sempre più votati a soluzioni sperimentali. Con l’opener ‘Heart of Hell’ ci si trova subito a cavalcare le onde acide dell’aurora boreale sull’incedere trascinante delle chitarre che sembrano i Babyloon Zoo scuoiati vivi. La successiva ‘Sparker Inn en Apen Dor’ inizia con rumori ambientali che potrebbero arrivare da un reparto psichiatrico per Teletubbies per finire nell’inferno Black più ortodosso, con vocals in norreno. ‘Then, To Darkness Returns’ in poco più di tre minuti comprime tre decadi targate DHG di visioni di buio e ruggine. Se ‘Endless Distance’ si riappropria di quelle influenze raccolte da Aborym, Diabolicum e Blacklodge, dopo la tregua in note di piano di ‘Endeavour’, la corsa suicida di ‘Death of Time’ rieccheggia degli Strapping Young di ‘City’ per poi sfumare in volute melodiche in stile Arcturus come vapori sopra rottami post incidente ferroviario. Dopo ‘Min tid er omme’, che ripropone ai testi in norreno, ‘Adrift into Collapse’ suona come se gli Einsturzende Neubauten coverizzassero i Darkthrone (O forse il contrario…), prima della chiusura strumentale di ‘Requiem Transiens’. In termini evolutivi ‘Omniverse Consciusness’ si colloca subito dopo il capolavoro dei Dodheimsgard ‘Internetional 666’ vale a dire a metà strada tra le intenzioni nichiliste del genere e la ricerca di soluzioni altrettanto disturbanti negli arrangiamenti elettronici. Mai come qui la voce di Vikotnik , le cui qualità di vocalist sono spesso oscurate dai riconoscimenti all’estro compositiva, ricorda le acrobazie animalesche di Attila Csihar; oscure come una ninna nanna in una cripta. Il 2024, nei suoi ultimi giorni di agonia, mi regala l’unico top album dell’anno. Finora.
Tracklist
- Heart Of Hell [07:56]
- Sparker Inn Apne Dorer [06:07]
- Then, to Darkness Return [03:11]
- Endless Distance [06:24]
- Endeavour [01:55]
- Death Of Time [06:25]
- Min Tid Er Omme [06:52]
- Adrift Into Collapse [08:01]
- Requiem Transiens [02:21]
Lineup
Vikotnik: voce, basso, chitarre, tastiere
Camille Giradudeau: batteria, basso, chitarre, tastiere