Blaxfema – Choice
Il 22/12/2024, di Francesco Faniello.
Quando ho appreso del ritorno dei Blaxfema sui palchi nel 2023, mi sono precipitato immediatamente ad assistere al live bolognese della compagine pavese, uno dei tanti gruppi che hanno scritto una pagina di Storia del glorioso HC italiano degli anni ’80. Certo, dinanzi a una reunion dopo tanto tempo le aspettative sono duplici: da un lato c’è l’emozione di sentire dal vivo i classici (e considerando l’età che avevo all’uscita del loro unico demotape ‘Menes’, potete immaginare come fosse per me la prima volta), dall’altra l’esitazione dinanzi a un ritorno sulle scene che può essere meteorico o produrre qualcosa al di sotto delle aspettative. In effetti, la stessa carriera dei Blaxfema negli anni d’oro è durata un soffio: vale in questo senso la pena di recuperare il disco antologico ‘Urla di dolore 1984 – 1986′ fuori per F.O.A.D. Records, con un po’ di registrazioni live e prove inedite oltre al succitato ‘Menes’.
E allora? Devo dire che ricevere ‘Choice’ e metterlo sul piatto è stata un’esperienza che è andata oltre le più rosee aspettative, benché le prime avvisaglie fossero già tutte nel live del quartetto assieme a Methedrine, Hellvis e Riot Squad (praticaticamente il meglio della nuova/vecchia scena): l’irruenza degli esordi di scuola lombardo/piemontese (Wretched e Indigesti su tutti) ha lasciato spazio a un approccio in stile Washington D.C., sia nella scelta dell’inglese per tutti i pezzi nuovi che nel “tiro” diretto e molto americano delle composizioni. E inoltre, lasciatemelo dire in riferimento alla scena del District Columbia, c’è anche la passione per certe deviazioni “post” che si esplicano in accordi aperti e soluzioni non convenzionali, pur mantenendo un approccio compatto e di vecchia scuola.
Insomma, spazio alla lezione dei Minor Threat, dei Void e dei Faith – questi ultimi autori di uno split storico all’epoca, e qui non a caso coverizzati con la loro ‘Face to Face’ – come emerge sin dall’opener ‘Speak the truth’, che suona la fanfara delle grandi occasioni salendo di velocità dopo una dichiarazione di intenti degna del miglior NYHC. Il sound si mantiene sul classico anche su ‘Believe again’ e sulla scanzonata ‘Free your soul’, già ascoltate dal vivo e con un bel mood melodico, mentre le cose cambiano nei miei episodi preferiti, ‘Climb the walls’ e i suoi accordi voivodiani, ‘Reason to live (no more pain)’ – più vicina in certi frangenti ad alcune atmosfere del glorioso HC tricolore – e soprattutto ‘The price of your life’, con la sua pennata nervosa che disegna atmosfere noir degne di un incontro impossibile tra T.S.O.L. e Agnostic Front. Che poi “lo spirito continui” è chiaro anche nell’anthemica ‘Change yourself’ nonché nella tambureggiante e ossessiva ‘Stand together’ posta a fine tracklist: i Blaxfema sono tornati con voce ancora più tonante di prima, firmando uno dei dischi HC più belli di quest’anno. Ora non vi resta che intercettarli dal vivo!