Paysage d’Hiver – Die Berge
Il 20/11/2024, di Alessandro Ebuli.
Gruppo: Paysage d’Hiver
Titolo Album: Die Berge
Genere: Atmospheric black metal, Black Metal
Durata: 82 min.
Etichetta: Kunsthall
L’Atmospheric Black Metal negli ultimi anni ha preso sempre più piede come genere a sé stante e sono numerose le band o progetti paralleli ad affondare le unghie in questo stile. La matrice è il Black Metal più arcigno qui rivisto in una chiave più ragionata e atmosferica, fermamente legata ad ambientazioni fredde e desolanti. Paysage D’Hiver non è una band nel senso stretto del termine, ma un progetto fondato nel lontano 1997 da Tobias Mockl, one-man band. Rispetto ai capitoli precedenti del progetto i suoni si fanno maggiormente aspri e grezzi, con una produzione scarna, essenziale, tanto da far pensare a una voluta ricerca di sonorità che ricordasse le asperità delle prime registrazioni demo (‘Steineche’, ‘Shattengang’, ‘Kerker’). Composizioni molto lunghe per un totale di più di un’ora di musica, a partire dall’elettrizzante ‘Urgrund’ che in oltre diciotto minuti ci permette di cavalcare l’onda del Black più antico, con ruggiti vocali devastanti e una parte ritmica da panzer division, in cui sono evidenti i richiami all’amato/odiato Conte Burzum che di fatto emergono in tutta la discografia di Mockle/Paysage D’Hiver. ‘Verinnerlichung’ si immerge nella parte più intima dell’autore che qui sembra guardarsi dentro e sputare fuori tutta la propria rabbia come in una apocalittica catarsi. Urla lancinanti, batteria ossessiva, toni lugubri e tenebrosi, una lunga cavalcata di dolore che lascia senza fiato fino alla parte conclusiva in cui la chitarra si lascia andare a divagazioni rallentate ed evocative, la fine di una lenta agonia dopo la distruttiva tempesta elettrica del brano.
‘Transzendenz’ è il brano più complesso dell’opera – e pure il più lungo, diviso in tre parti per un totale di circa trentacinque minuti – in cui ad una prima parte introduttiva con rumori di fondo e pioggia battente si inserisce una batteria in 4/4, lineare se pure assassina, e le urla di Mockl a fare da sfondo in un tappeto orrorifico senza precedenti. Dalla metà in poi il brano assume caratteristiche molto vicine alla Dark e al Goth per l’utilizzo più esplicito del synth. Un crescendo di emozioni ci avvolge completamente e uscire indenni da questa prima parte del brano non è semplice.
In generale non si esce indenni dalla tempesta emotiva scatenata dal trittico di ‘Transzendenz’; la seconda parte scorre più lenta, più ipnotica nel suo incedere Doom, e le urla e i vocalizzi di Mockl continuano a imprigionarci dentro le viscere del dolore. Sul finale aumenta la velocità per poi ricadere nuovamente dentro la voragine del Doom. Si arriva a ‘Transzendenz III’ con un’apertura lenta, dove una chitarra suona un riff ipnotico di riverberi ed echi mentre un sottofondo di rumori, passi, fruscio di pioggia contornano la melodia. Uno scenario scarnamente sinfonico, in cui il riverbero è al servizio della mancata melodia che si palesa da metà brano in avanti, senza che la batteria faccia il suo ingresso, mantenendo quindi una ambientazione glaciale. ‘Ausstieg’ riprende le sonorità dei primi due brani in scaletta, ma la ritmica è più lenta, ragionata e meno impattante. La conclusiva ‘Gipsel’ torna a sfiorare il Doom, rallenta il tiro e ci porta a conclusione del disco con una gentilezza inaspettata.
In definitiva ‘Die Berge’ è un disco di una rara bellezza che lascia ipnotizzati dal primo all’ultimo minuto. A volte quantità può essere sinonimo di qualità e questo disco ne è un esempio concreto. Altamente consigliato l’ascolto in cuffia, sarà un viaggio nei meandri della propria emozionalità. Assicurato.
Tracklist
1. Urgrund
2. Verinnerlichung
3. Transzendenz I
4. Transzendenz II
5. Transzendenz III
6. Ausstieg
7. Gipsel
Lineup
Tobias Mockle: Vocals, All instruments