God is an Astronaut – Embers
Il 19/11/2024, di Anna Maria Parente.
Gruppo: God Is An Astronaut
Titolo Album: Embers
Genere: Post Rock
Durata: 58 minuti min.
Etichetta: Napalm Records
A due anni dall’uscita di ‘Somnia’, i God is an Astronaut, maestri irlandesi del post-rock, sono ritornati sulla scena internazionale con un nuovo album ‘Embers’. Accogliere e ordinare i pensieri su questo nuovo lavoro non è stato semplice. ‘Embers’, come ci si può aspettare, non si lascia catturare facilmente solo con un ascolto superficiale, né tantomeno si può comprendere con una semplice analisi razionale. La sua vera natura emerge lentamente e si rivela appieno solo quando le emozioni di chi suona si intrecciano con quelle di chi ascolta.
Dal punto di vista stilistico ‘Embers’ lascia a chi segue la band fin dagli esordi una sensazione di familiarità, infatti, per molti aspetti ricorda alcuni lavori del passato, primo fra tutti ‘Helios | Erebus’. Tuttavia, rispetto all’album del 2015, è decisamente più maturo ed evoluto, poiché intraprende viaggi sonori ancora più complessi. È quindi particolarmente azzeccata la frase con cui la band ha presentato l’album, definendolo la loro opera più ampia e grandiosa.
Già dal primo brano ‘Apparition’ si può notare chiaramente la dedizione con cui i God is an Astronaut hanno realizzato quest’ultimo lavoro, ‘Apparition’ è un sipario che si apre con toni docilmente cupi e, nel crescendo, rivela la sua magnificenza e un retrogusto profondamente drammatico. Decisamente più classic post-rock è il secondo pezzo ‘Falling Leaves’ che con le sue distorsioni accompagna ascoltatrici e ascoltatori in passeggiate emozionali lungo sentieri autunnali, facendoli camminare in un’equilibrata malinconia, senza farli sprofondare mai.
A metà dell’album troviamo uno dei pezzi più lunghi e intricati, ‘Embers’, da cui il disco prende il nome. ll brano introduce se stesso con un sound quasi spaziale e si addentra poi in una misteriosa oscurità che si avviluppa in un tessuto ricco di riferimenti, in particolare ai manierismi del prog. Come ogni buon pezzo prog, ‘Embers’ si sviluppa in diverse sezioni che raccontano storie differenti e che allo stesso tempo sono unite da un’unica voce narrante.
Colonna sonora di un fantasy drama è il brano successivo ‘Realms’, il lavoro più breve dell’album che funge da interludio verso un finale trittico messo in risalto dall’ultima traccia ‘Hourglass’ che con il suo leading piano mostra un filo di speranza e positività, elemento comune in molti album post-rock degli ultimi anni. Quest’ultima affermazione non stupisce se si pensa all’essenza stessa del post-rock, un genere che si distingue per la sua natura introspettiva e che allo stesso tempo mette in profonda relazione l’io ingabbiato nel corpo con il mondo intero.
L’uscita di ‘Embers’ rappresenta anche l’occasione di poter vedere live la band che ha già iniziato il suo tour mondiale, tour che toccherà anche l’Italia il prossimo anno con due date, a Milano e a Roma nel mese di ottobre.
Tracklist
1. Apparition
2. Falling Leaves
3. Odyssey
4. Heart Of Roots
5. Embers
6. Realms
7. Oscillation
8. Prism
9. Hourglass.
Lineup
Torsten Kinsella – voce, chitarre, tastiera
Niels Kinsella – basso, chitarra
Lloyd Hanney – batteria.