J.C. Cinel – Where The River Ends
Il 15/11/2024, di Dario Cattaneo.
Gruppo: J.C. Cinel
Titolo Album: Where The River Ends
Genere: Blues Rock, Hard Rock, Rock, Southern Rock
Durata: 70 min.
Etichetta: Andromeda Relix
Un personaggio sicuramente eclettico il piacentino J.C. Cinel, cantante e chitarrista rock attivo fin dalla metà degli Anni ’90 con svariate band e progetti personali. Eclettico perché se ci concentriamo sulle band cui ha prestato l’ugola o la propria sensibilità con la sei corde, troviamo ramificazioni in molti generi, dall’hard al rock al prog alla musica d’autore. Ed eclettico anche perché la sua carriera più prettamente solistica, i quattro dischi insomma griffati col proprio logo, anch’essa non disdegna curve e gomiti, lasciando perdere traiettorie lineari e scontate per concentrarsi invece – immaginiamo – ogni volta sul tipo di musica che più gli piaceva in un dato momento. Piena libertà artistica e di pensiero dunque; un approccio di ampio respiro e senza pastoie che si declina quindi, nel 2024, in un album di altrettanta ampiezza stilistica.
‘Where The River Ends’ è infatti uno stupendo viaggio tra base hard rock, spirito southern, influenze prog e quel tocco di world music che serve a rendere il tutto ancora più interessante. Un coacervo di influenze e di stili, amalgamate e compattate però con grande maestria; al fine di produrre qualcosa che richiama si altri artisti o altre band, ma che di fatto non copia per fortuna mai nessuno. C’è infatti qualcosa dei Deep Purple (anche quelli attuali, per dire) nei brani più frizzanti come ‘Oblivion’ o ‘City Lights’; veri e propri graffi hard rock che però colpiscono più per la loro classe per la comunque presente veemenza esecutiva. Troviamo tracce di rock più soft e melodico in passaggi dilatati e sognanti come ‘Strangers’ o ‘Mindmaze/Red-Handed’, che sono si per qualche verso moderni, ma soprattutto affondano le proprie radici nel suolo Anni ’70 da cui si nutrivano le piante di Wishbone Ash e Yardbirds. Il progressive di ‘Burning Flame’, quasi otto minuti di canzone, gioca piacevoli contrasti con la ruvidità dell’hard rock, mostrando l’artista a suo agio sia con l’elettricità e l’energia, ma anche con atmosfere più meditabonde e nostalgiche. Ogni brano della tracklist – e ce ne sono ben dodici – ci riserva qualche sorpresa; e cosi ci troviamo lungo questi 70 minuti a stupirci dell’approccio boogie di ‘Feel Like Strangers’, a godere della serenità suscitata dalla chitarra acustica di ‘Karakal’ e del tortuoso dispiegarsi della complessa title-track, davvero un gioiello in chiusura a un album di altissimo livello.
L’abbiamo già detto prima, ma lo rimarchiamo adesso mettendoci l’accento: ‘Where The River Ends’ è un viaggio. Un viaggio di quelli veri, dove – nonostante il titolo dica altro – non è importante il fiume dove finisce, quanto la strada che fa. Il fiume che tumultuoso attraversa stretti canyon, che si impigrisce tra gli infiniti campi delle pianure dopo le montagne, e che si allarga irrequieto in più branche prima di raggiunge le salmastre acque del mare, diventando torbido e melmoso. E’ proprio cosi che ci appare la musica di quest’album, come le inafferrabili acque di un fiume, che attraversa barriere e confini dove può, ma che col tempo si scava una sua strada e finisce per modificare parte del paesaggio stesso. Un potere non indifferente, se ci pensate.
Tracklist
01. City Lights
02. Oblivion
03. Feel Like Strangers
04. Mindmaze/Red-Handed
05. Asylum 22
06. Burning Flame
07. How Far We Shine
08. Karakal (Lost in Shangri.La)
09. Strangers
10. Thank God I Was Alone
11. Which Side Are You On
12. Where The River Ends
Lineup
JC Cinel: vocals, lead and rhytm guitars
Davide Dabusti: guitars
Andrea Toninelli: guitars
Daniele Tosca: bass
Marco Lazzarini: drums
Paolo “Apollo” Nigri: Hammond organ