Anciients – Beyond The Reach Of The Sun
Il 13/11/2024, di Dario Cattaneo.
Gruppo: Anciients
Titolo Album: Beyond The Reach Of The Sun
Genere: Post Metal, Progressive Death Metal, Progressive Metal, Sludge Rock/Metal
Durata: 59 min.
Etichetta: Season Of Mist
Non sono per niente male questi Anciients. Un po’ di storia? Si, forse ce ne è bisogno, visto che probabilmente è un nome che può essere passato sotto traccia anche a diversi esperti… Canadesi di nazionalità, gli Ancieents si formano più di una decade addietro, ma è otto anni fa che fanno parlare di loro, grazie a un buon album intitolato “Voice of the Void”, un lavoro dove l’influenza dello sludge dei Mastodon era fin troppo presente, ma anche dove gli input progressive più sognanti tradivano già allora una certa ampiezza di respiro. Una promessa questa che viene mantenuta su ‘Beyond The Reach Of The Sun’, il quale mostra sì di non essersi dimenticato delle radici sludge, ma che fa vanto anche di aver capitalizzato sui già citati input allogeni; le note progressive infatti sono qui rilette e valorizzate, cementate in definitiva con iniezioni di metal classico, un infarinatura di death metal e una maggior dose di melodia.
Non che il disco non picchi, sia chiaro. La musica degli Anciient è sempre metallica, vorticosa e valorizzabile da alti volumi; il fatto è che il tutto risulta più arioso. Più ‘aperto’. Il muro delle chitarre è sempre spesso e portante; ma le parentesi acustiche, la ben presente psichedelia, e una privilegiata melodia vocale pulita sul growl sono elementi che prima erano presenti in maniera più defilata, e che qui invece assumono un maggior valore. Parimenti, vediamo quindi allontanarsi le varie influenze, che prima ci sembravano così ingombranti: i Mastodon, prima quasi copiati, rimangono qui solo come echi degli album più accessibili come ‘Crack The Skye’; gli Opeth di ‘Deliverance’ o ‘Ghost Reveries’ si avvicina, forti dell’alternanza furia/tranquillità che oramai da anni associamo alla band di Akerfeldt.
‘Beyond The Reach Of The Sun’ si configura quindi come album molto vario e personale, che parte forse da una zona di confort, ma che preferisce trovare invece la propria dimensione su coordinate più esplorative: da questo punto di vista, l’evocativa copertina con la minacciosa figura fatta di materia stellare è parlante; mostrante tutto lo smarrimento, l’incomprensione ma anche il coraggio di quelle quattro figure più piccole davanti a ciò che non si conosce e non si è mai sperimentato. Grazie a queste qualità, l’ascolto non è sempre facile ma non è mai noioso: se magari un brano come ‘The Torch’ rimane impresso per la sua convulsa violenza; subito prima – o subito dopo – troviamo interessanti contraltari, con brani più accessibili quali ‘Melt The Crown’, o più stranianti ed evocativi, come la bellissima ‘Candescence’, che senza l’uso di vocals ci conduce però in posti sperduti e lontani, persi negli spazi cosmici.
Dobbiamo ammettere che ci piacciono questi dischi. Non ridefiniscono generi, non si pongono a punti di riferimento o ad autoeletti capolavori; lavorano però onestamente sulle proprie qualità migliori producendo musica non banale, che non può essere usufruita in maniera disattenta e superficiale, ma piuttosto libera il proprio meglio durante ascolti attenti e dedicate. Decidente voi se dargli una chance, noi non possiamo fare altro che consigliarvelo.
Tracklist
01. Forbidden Sanctuary
02. Despoiled
03. Is It Your God
04. Melt The Crown
05. Cloak Of The Vast And Black
06. Celestial Tyrant
07. Beyond Our Minds
08. The Torch
09. Candescence
10. In The Absence Of Wisdom
Lineup
Mike Hannay: Drums
Kenneth Paul Cook: Vocals, Guitars
Brock MacInnes: Guitars
Rory O’Brien: Bass