Blood Incantation – Absolute Elsewhere
Il 19/10/2024, di Giuseppe Bellobuono.
Gruppo: Blood Incantation
Titolo Album: Absolute Elsewhere
Genere: Ambient, Atmospheric Rock, Death Metal, Progressive Rock, Rock
Durata: 43:43 min.
Etichetta: Century Media Records
Distributore: Sony Music
Il nuovo album ‘Absolute Elsewhere’ del quartetto di Denver dei Blood Incantation si candida come una delle migliori uscite del 2024 e presenta una band che ribalta e supera tutti i canoni del Death Metal. Nelle due composizioni del disco, ‘The Stargate’ e ‘The Message’ c’è tutto.
Dal progressive rock, al death metal, all’ambient, alla Kosmische Musik, al post-rock, condito da filosofie fantascientifiche e in un certo senso spirituali, con una buona dose di imprevedibilità, furia distruttiva, passaggi potenti e cinematici.
Come loro stessi hanno dichiarato, “Absolute Elsewhere’ è la colonna sonora in stile Herzog di un’epopea sci-fi sulla storia e la battaglia dell’umanità per la sopravvivenza, attraverso sonorità prog degli anni ’70 suonato da una band death metal degli anni ’90, proveniente dal futuro”.
Il nome scelto per il disco è stato ispirato da un collettivo progressive creato dal batterista dei King Crimson, Bill Bruford (si chiamavano proprio Absolute Elsewhere) che produsse nel 1976 un album oscuro (In Search of Ancient Gods) e che accompagnava musicalmente le opere di Erich Von Daniken (Chariots of the Gods) e le sue teorie sulla nascita degli umanoidi per l’evoluzione dell’umanità. Ma chi segue e conosce i Blood Incantation dall’inizio della loro carriera non dovrebbe sorprendersi per questa scelta. L’album è accompagnato da uno splendido artwork del grande Steve R. Dodd e dai suoi dipinti visionari ed è stato registrato nei celebri Hansa Tonstudios di Berlino con il produttore Arthur Rizk, dal chitarrista e cantante Paul Riedl, dal batterista Isaac Faulk, dal chitarrista Morris Kolontyrsky e dal bassista Jeff Barrett, con il contributo di Thorsten Quaeschning dei Tangerine Dream (sintetizzatori, mellotron e programmazione in ‘The Stargate’ – Tablet II). Tra gli ospiti speciali anche Nicklas Malmqvist, degli svedesi Hällas (mellotron, synth e piano in tutti i brani) e Malte Gericke (Sijjin ed ex-Necros Christos) alla voce nella sua lingua madre.
Due composizioni estremamente articolate (circa 45 minuti) per un viaggio interstellare avventuroso in terre e mondi sconosciuti, tra atmosfere ora dilatate e ora inquietanti e cupe ma dotate di una grande forza evocativa. Un album che abbatte ogni frontiera per arrivare là dove nessuno è mai giunto prima.
‘The Stargate’ è suddiviso in tre segmenti. Con ‘Tablet I’ si parte da sonorità death metal 100% che attraverso lo Stargate giungono in territori dominati da synth e moog molto floydiani e pacati, su una base rock strumentale, spezzata dal growl e dal riffing preciso e compatto del finale. Senza soluzione di continuità si passa a ‘Tablet II’ dominato da tappeti di tastiere che creano landscapes da sogno (ad opera di Thorsten Quaeschning dei Tangerine Dream). Se aggiungiamo l’arrivo del mellotron, prima dell’esplosione delle chitarre, si assiste ad una vortice progressivo che da un lato ci riporta indietro nel tempo e dall’altro ci mostra un approccio nuovo alla materia propriamente metal, audace e intrigante. Chiude questo primo movimento ‘Tablet III’ che gioca di nuovo con il contrasto tra growl rabbiosi, ultra riff e trame decisamente progressive che rendono maestoso l’incedere esecutivo come se ci fossero due entità musicali che lottano per il predominio sulle emozioni con un risultato avvincente.
‘The Message’ è la seconda metà di questo viaggio affascinante dei Blood Incantation. L’attacco di ‘Tablet I’ ricorda una via di mezzo tra i Nocturnus e le band della vecchia scuola (Morbid Angel) fino ad arrivare al vero capolavoro del disco racchiuso in ‘Tablet II’ con l’approccio tipicamente prog degli anni ’70 di gruppi come i King Crimson, per le peripezie strumentali e i tempi impossibili, e le atmosfere visionarie e psichedeliche dei Pink Floyd (a mio parere il brano non sfigurerebbe in un loro disco come ‘Wish You Were Here’ o ‘Animals’ per intenderci), una sorta di ‘Shine On You Crazy Diamond’ degli anni 2000 e chissà se per le nuove generazioni i Blood Incantation potrebbero essere considerati alla stessa stregua di Gilmour e soci. Il viaggio stellare chiude il cerchio e con ‘Tablet III’, tra atmosfere rock e la brutalità sostenuta dai synth, le scale di chitarra molto tecniche e i micidiali blast beat, concludono un album perfetto.
Una feroce cavalcata dove spoken word, growls cavernosi, riff dissonanti suonati con precisione da Paul Riedl e Morris Kolontyrsky e la sezione ritmica in continua evoluzione di Isaac Faulk e Jeff Barrett, si trasforma in una melodia celestiale di flauti, synth e mellotron quasi a sottolineare il paesaggio incantato che si mostra davanti ai nostri occhi prima di tornare nell’oscurità impenetrabile e minacciosa dell’universo sconosciuto.
Alla fine è la musica a colpire l’immaginario degli ascoltatori, ignari e forse non abituati all’uso di uno degli strumenti più pericolosi e affascinanti di sempre: il mellotron, che nel bene o nel male può trasformare qualcosa di sublime in qualcosa di sovrannaturale oppure sembrare inappropriato ad un ascolto superficiale.
Ma ‘Absolute Elsewhere’ non è un disco da ascoltare mentre si è distratti da altro. Come abbiamo detto prima ci sono echi dei King Crimson, dei Tangerine Dream e anche dei Pink Floyd ricchi di calore e forza emotiva. Passaggi Kraut Rock e ambient (non è un mistero che i Blood Incantation siano appassionati del genere e il loro precedente lavoro non lascia dubbi a riguardo) ma anche attacchi death metal dannatamente vincenti perché privi della freddezza fine a se stessa dell’esecuzione.
Con ‘Absolute Elsewhere’ i Blood Incantation mostrano di essere coraggiosi e misteriosi e il rispetto e la capacità di saper utilizzare sonorità così diverse tra loro è un valore aggiunto. Un capolavoro per essere trasportati in un’altra galassia e per attraversare mondi di straordinaria bellezza.
Tracklist
01The Stargate (20:20)
02The Message (23:23)
Lineup
Paul Riedl – chitarra e voce
Isaac Faulk – batteria
Morris kolontyrsky – chitarra
Jeff Barrett – basso