Winterfylleth – The Imperious Horizon
Il 25/09/2024, di Nicola Picerno.
Gruppo: Winterfylleth
Titolo Album: The Imperious Horizon
Genere: Atmospheric black metal, Black Metal
Durata: 75 min.
Etichetta: Candlelight - Spinefarm
Ed ecco che, dopo ben quattro anni dalla pubblicazione di ‘The Reckoning Dawn’, i pilastri del Black Metal britannico Winterfylleth tornano in scena con ‘The Imperious Horizon’, prodotto dai leggendari Chris Fielding e Mark Mynett.
La suggestiva copertina cattura subito l’attenzione. Essa raffigura un paesaggio montuoso e innevato, isolato e misterioso, e racchiude un po’ il significato dell’intero lavoro, che il chitarrista e cantante Chris Naughton spiega essere, appunto, un “orizzonte imperioso”, oscuro e ostile, purtroppo inevitabile, a cui l’umanità va incontro.
Procediamo ad analizzarlo, dunque, anche perché alcuni elementi fanno sì che questo album si distingua in maniera a volte netta, altre meno, dai precedenti, dato il recente cambio di line-up, che ha visto l’entrata in team di Russell Dobson in sostituzione a Dan Capp.
‘First Light’ è l’opener perfetta per un disco del genere: struggente, cupa, malinconica, ma conferisce all’ascoltatore anche tanta calma e distensione. Il brano è incorniciato da un seducente violoncello che, con note drammatiche e glaciali, permette di immergerci in questo mondo impervio. Ecco che il Black entra in scena, facendosi strada con ‘Like Brimming Fire’. Batteria martellante, chitarra lenta e graffiante, uno scream oscuro, altisonante e aggressivo, ancora più intenso nella seconda parte del brano, questi i suoi tratti distintivi. Molto particolare la successiva ‘Dishonour Enthroned’, che mostra un riff principale dai toni epici e leggendari. La title-track ‘The Imperious Horizon’ invece è cattiva e veloce, contraddistinta dalle numerose cavalcate di chitarra mordenti. Tastiere solenni aprono le porte ad un lungo intermezzo riposato, che quasi richiama il Dungeon Synth, di cui il Black è l’oscuro cugino. L’atmosfera si rilassa ulteriormente con ‘In Silent Grace’, una down-tempo di olte dieci minuti deliziosa e straziante, un inno al dolore. Il brano è un bellissimo featuring con Alan Averill, a.k.a. A.A. Nemtheanga, degli irlandesi Primordial e si presenta come la perla dell’album. Le tonalità malinconiche sono momentaneamente sospese da ‘To The Edge Of Tyanny’, che strizza l’occhio agli Enslaved più recenti con il suo ritmo veloce, incalzante e costante, per poi ripresentarsi in ‘Earthen Sorrows’: i dolori terreni. Una strumentale evanescente, quasi poetica. Curiosa la scelta di impostarla come penultimo brano e concludere l’album con ‘The Insurrection’, musicalmente molto simile a ‘To The Edge Of Tyranny’, ma dal mood più freddo e profondo.
‘The Imperious Horizon’ si rivela uno, se non l’album più completo della band di Manchester, cupo e atmosferico, ma anche molto ben studiato sia nella musica che nei concetti espressi nelle liriche. Una delle uscite più interessanti in questo ricco 2024.
Tracklist
1 – First Light
2 – Like Brimming Fire
3 – Dishonour Enthroned
4 – Upon This Shore
5 – The Imperious Horizon
6 – In Silent Grace
7 – To The Edge Of Tyranny
8 – Earthen Sorrows
9 – The Insurrection
Lineup
Chris Naughton – Vocals, Guitar
Simon Lucas – Drums
Nick Wallwork – Bass
Mark Deeks – Keyboards
Russell Dobson – Guitar