Metal Church – The Final Sermon (Live in Japan 2019)
Il 18/09/2024, di Giuseppe Bellobuono.
Gruppo: Metal Church
Titolo Album: The Final Sermon (Live in Japan 2019)
Genere: Heavy Metal, Thrash Metal
Durata: 79:00 min.
Etichetta: Rat Pak Records
Sono già passati tre anni dal tragico evento che ha portato alla scomparsa di Mike Howe, cantante dei Metal Church, e la band pubblica ‘The Final Sermon: Live in Japan’, un doppio album registrato dal vivo a Kawasaki, in Giappone, nel 2019, su etichetta Rat Pak Records. Lo show faceva parte del “Damned If You Do World Tour”, l’ultima testimonianza sul palco di Howe prima della sua morte avvenuta nel giugno 2021. Un tributo dovuto ad uno dei più talentuosi e apprezzati vocalist dell’heavy metal che celebra, per l’occasione, ben quattro decenni di musica dei Metal Church, da quel lontano 1984, dove abbiamo incrociato per la prima volta la mitica chitarra Explorer sulla copertina dell’omonimo debutto e che ritorna avvolta dalle fiamme e dalla lava incandescente su questa ultima uscita.
Un album dal vivo al 100%, come si evince dalle stesse parole del chitarrista e compositore Kurt Vanderhoof che ha dichiarato: “quello che si ascolta su disco è esattamente quello che ha ascoltato il pubblico presente quella sera, nessun ritocco o aggiunta. Un modo per commemorare la sua scomparsa nella speranza che possa essere ricordato per la sua voce, la sua musica e la passione che aveva portato nella band e a tutte le persone intervenute agli spettacoli”.
Senza dubbio, ‘The Final Sermon’, non solo mostra Howe al suo apice vocale, ma anche una band in forma smagliante. Kurdt Vanderhoof (chitarrista e fondatore della Chiesa Metallica), Rick Van Zandt (alla chitarra), Steve Unger (al basso), Stet Howland (alla batteria) e Bobby Ferkovich (al basso durante i live) erano al massimo sul palco, una heavy metal machine micidiale e super affiatata che tira fuori tutte le sue potenzialità e con testi mai banali e molto attuali sia politicamente e sia socialmente.
La tracklist di questo sermone finale rappresenta il loro status di quintessenza dello US metal. Brani come la furiosa ‘Damned If You Do’, alcuni classici come ‘Fake Healer’ (che apriva l’album “Blessing In Disguise” nel 1989), e ‘Beyond the Black’ (dal mitico album di debutto), con minacciosi muri di riff, mostrano un gruppo solido e orgoglioso del proprio passato, a suo agio nel presente e proiettato nel futuro. Non sono certo un gruppo di veterani in pensione che vantandosi dei tempi che furono, salgono sul palco giusto per riempire le giornate.
Proseguendo l’ascolto, a spettinarvi ben bene ci pensano in modo eccellente anche ‘Human Factor’ e perfino ‘The Black Things’ o la title track ‘Damned If You Do’ che si inseriscono bene nel set, permettendo ai Metal Church di celebrare un viaggio attraverso il proprio repertorio e a Howe di mostrare la sua interpretazione molto incisiva dei vecchi brani che vedevano alla voce il compianto David Wayne.
Infatti le immortali ‘Beyond The Black’, ‘Start The Fire’ e ‘Watch The Children Pray’ assumono un sapore molto particolare dove Howe è davvero aggressivo e sempre sugli scudi. Le due tracce finali del disco, ‘No Friend Of Mine’ e ‘Badlands’, sono molto lunghe e confermano lo stato di grazia dei Metal Church anche strumentalmente.
Per completezza sul contenuto di ‘The Final Sermon’, la traccia d’apertura è il titolo dell’album per il quale la band era in tour (Damned If You Do), seguita da ‘Needle and Suture’, inclusa nell’album ‘XI’ (che segnava il ritorno di Howe nella band). Oltre ad altri due brani inclusi in ‘Damned…’, ‘By the Numbers’ e ‘The Black Things’, ci sono anche ben quattro canzoni estratte da ‘The Human Factor’: ‘In Mourning’, ‘Agent Green’, ‘Date With Poverty’ e la title track dell’album. Come ciliegina sulla torta i Metal Church ci regalano anche due rarità da ‘Hanging in the Balance’ del 1993, l’ultimo disco di Howe prima della sua pausa di riflessione dalla Chiesa Metallica: ‘Gods of a Second Chance’ e ‘No Friend of Mine’. Naturalmente, non poteva mancare il disco del debutto di Howe con la band: ‘Blessing In Disguise’ del 1989, ben rappresentato da ‘Anthem To The Estranged’, dalla potente e già citata ‘Fake Healer’ e dalla traccia conclusiva ‘Badlands’.
Nella versione deluxe c’è anche un secondo cd che oltre alle 14 tracce del primo, aggiunge la presenza di ‘Agent Green’ e ‘Anthem To the Estranged’ come bonus track e alcune versioni di brani demo e mix alternativi. Se invece preferite la versione in vinile dell’album dovete accontentarvi solo delle prime 14 tracce che hanno anche un ordine sequenziale diverso per motivi di durata e di capienza delle singole facciate dei vinili.
Ad ogni modo ‘The Final Sermon’ è un album in memoria del grande Mike Howe. Ci sono canzoni straordinarie che hanno anche un grande suono. Un disco assolutamente consigliato a tutti i seguaci della Chiesa Metallica e che farà continuare a vivere lo spirito di un cantante eccezionale, un frontman e un uomo dotato di un grande carisma e di una delle migliori voci dell’heavy metal americano che mancherà tantissimo.
Tracklist
01. Damned If You Do
02. Needle and Suture
03. Fake Healer
04. In Mourning
05. Human Factor
06. Date with Poverty
07. The Black Things
08. Gods of A Second Chance
09. Start the Fire
10. Watch the Children Pray
11. Beyond the Black
12. By the Numbers
13. No Friend of Mine
14. Badlands
15. Agent Green (bonus track)
16. Anthem To The Estranged (bonus track)
Lineup
Kurdt Vanderhoof: Guitars
Steve Unger: Bass
Rick van Zandt: Guitars
Stet Howland: Drums
Mike Howe: Vocals
Bobby Ferkovich: Bass (live shows)