Mork – Syv
Il 16/09/2024, di Maurizio Buccella.
Come una fabbrica di pensieri neri il progetto Mork, dietro i cui ingranaggi maligni si cela la mastermind del polistrumentista Thomas Eriksen, continua incessante a macinare musica per organi freddi. A meno di un anno dal precedente ‘Dypet’, uscito nel dicembre 2023, senza contare il debutto del gruppo parallelo di Eriksen Udad, la settima fatica della one-man-band norvegese si affaccia alle porte dell’autunno con questo ‘Syv’ targato Peaceville.
L’opener ‘I Takens Virvel’ si riappropria subito della matrice old school della formazione, già palesata dalla grafica minimale – il mitico trittico: bianco e nero, boschi, logotipo semiliquefatto – con sprazzi melodici sempre presenti ma mai in misura tale da naufragare nel blackgaze. Già nella successiva ‘Holmgang’ si possono apprezzare le risonanze malinconiche degli Udad nell’incedere ossessivo del riffing. ‘Heksebal’ dapprima continua a danzare sulle strutture cadenzate della traccia precedente per poi spingere sull’acceleratore alternando ritmiche punkeggianti in stile Carpathian Forest alle digressioni doomish che rappresentano il trademark della band. Bisogna attendere ‘Utbrent’ per sentire un po’ di sano blast. Dopo la tetra ‘Med Doden Til Folge’ , ai limiti del depressive, ‘Ondt Blod’ propone una struttura ritmica quasi death. ‘Til Tanne’ e ‘Til Syvende Og Sist’ ospitano i pochi sprazzi di chitarra solista del disco. Chiude la ballad ‘Omme’ cantata in clean, con versi sempre in madrelingua che suonano qui più spigolosi che nelle parti in distorte. Per fortuna Eriksen abbandona lo stile vocale urlato di gola, sperimentato con gli Udad, a mio parere unico punto debole del debutto in favore dello screaming canonico, più scuro che stridulo, vicino allo stile di Darkthrone e Khold.
La vera ricetta segreta dei Mork, come negli album precedenti, resta nel songwriting. Semplice a parole, ma complesso nei fatti. A partire dalla limitata costellazione di elementi del black classico – niente soli lunghi come una coda sul Raccordo Anulare, niente costruzioni prog né orchestrazioni, produzione grezza come una manciata di ossa cotte nella cenere – Eriksen riesce a costruire dei pezzi che ti restano dentro, vuoi per gli arrangiamenti sempre mesti, vuoi per l’uso di temi melodici reiterati come filastrocche ossessive, ad ogni modo ognuno dei brani scava una nicchia viscida nella corteccia dove continuano a riecheggiare come lamenti spettrali.
Tracklist
01. I Tåkens Virvel
02. Holmgang
03. Heksebål
04. Utbrent
05. Med Døden Til Følge
06. Ondt Blod
07. Tidens Tann
08. Til Syvende Og Sist
09. Omme
Lineup
Thomas Eriksen: vocals, guitars, bass, drums