Gravenoire – Devant Le Porte de Les Etoiles

Il 07/08/2024, di .

Titolo Album: Devant Le Porte des Etoiles

Genere:

Durata: 25 min.

Etichetta: Season of Mist

60

Continua l’avanzata delle truppe francesi verso il predominio dell’universo Black Metal. A poche settimane di distanza dall’ottimo ‘La France dea Maudits’ dei Seth, si affaccia al mercato discografico il debutto di questi Gravenoire. Debutto per modo di dire, perché dietro l’apparente novità dell’esordio si cela una manciata di veterani della scena d’oltralpe, vale a dire Maximilien Brigliadori (BÂ’A, Diablation, Hyrgal), Emmanuel Zuccaro (BÂ’A, Verfallen, Hyrgal), Vicomte Vampyr Arkames  (Seth, Diablation, Ad-Inferna) e RMS Hreidmarr  (BÂ’A, Glaciation, Anorexia Nervosa). Nella bio la band viene presentata come l’esito di nobili intenti di resuscitare lo spirito black delle origini, che tutto sommato si assume depositato nel bagaglio genetico di questi blacksters consumati. A dimostrazione delle velleità retrò l’intero EP ‘Devant le Porte des Etoiles’ è stato registrato live in presa diretta. Ciononostante l’effetto complessivo non riesce a rendere giustizia alle intenzioni della band, bensì suona più come una collezione di nostalgici cliché inanellati in un rosario di formule ritrite (non solo nella mera dimensione musicale ma anche sul fronte grafico, dalla cover art al clip, in cui sfilano torce e foreste, che sembrano uscite dal video amatoriale di una famiglia di zombie in campeggio). Vuoi per l’inevitabile confronto con la produzione eccelsa del loro background, sono rimasto abbastanza deluso dalla deriva fattuale di premesse dal potenziale così succoso. Forse, date le comprovate doti dei personaggi coinvolti, mi aspettavo una versione francofona di ‘Transylvanian Hunger ‘ o ‘Under the Sign of the Black Mark’. Di fatto il songwriting ha la freschezza di un kleenex stropicciato recuperato dal cestino di un raffreddato cronico, col risultato di sfondare la soglia della noia ben prima della metà dei 25 minuti scarsi di durata. In parte perché brani puntano più al mood epico che all’anima grezza dei Mayhem di Deathcrush o dei Carpathian Forest di Black Shining Leather senza però arrivare nemmeno a sfiorare il pathos di gemme quali ‘Mother North’ o  ‘Where Dead Angels Lie’. Ma soprattutto per la mensa patina di mosceria che sembra complottare col caldo terrificante di queste settimane per soffocare il sistema nervoso nell’apatia totale. La compresenza di due vocalists, che poteva essere tra i pochi elementi di originalità, perde d’efficacia distintiva in (assenza di?) una produzione pastosa che invece porta in avanti chitarre in finale trascurabili, il cui lamento si trascina nell’arco di 4 brani effettivi senza grandi picchi di ispirazione. Sebbene, a momenti, si riesca a godere di sprazzi di sana putredine old school, la sensazione post ascolto resta quella di un pugno di alte pretese che non riescono ad afferrare i suoni che nella testa degli autori sembravano così magniloquenti.

Tracklist

  1. Pavens
  2. France de l’Ombre
  3. Orde Opera Cultura
  4. Aux Chiens
  5. Granit
  6. Gravenoire

Lineup

Maximilien Brigliadori : Guitars, Bass Guitars

Emmanuel Zuccaro : Drums, Keys

Vicomte Vampyr Arkames : Vocals

RMS Hreidmarr : Vocals