Oh Hiroshima – All Things Shining

Il 23/07/2024, di .

Gruppo: Oh Hiroshima

Titolo Album: All Things Shining

Genere:

Durata: 42 min.

Etichetta: Pelagic Record

80

Il quinto album in studio degli Oh Hiroshima ‘All Things Shining’ conferma ancora una volta il forte desiderio di sperimentazione di questa band, nata 15 anni fa in una piccola località nel cuore della Svezia, Kristinehamn, e distintasi tra molti gruppi del suo genere proprio per la spiccata capacità di evolversi. Pur non essendo molto prolisso (solo cinque album in studio), il fondatore Jakob Hemström ha mandato avanti il progetto con dedizione, facendosi aiutare in tempi più recenti dal fratello, Oskar Nilsson.

Se il primo disco ‘Resistance Is Futile’ era molto legato alla sua matrice, ossia ai suoni tipici delle band post-rock più note, una su tutte gli Explosions in The Sky, già dal secondo lavoro, il progetto Oh Hiroshima ha virato in altre direzioni facendo fuoriuscire un prodotto ibrido con una patina più oscura, intrisa di elementi di shoegaze, elettronica, post-punk e indie-rock ballabile. Già dal primo ascolto, in ‘All Things Shining’ risalta la grande cura dei dettagli con cui è stato realizzato, e questo, nel complesso, dà una marcia in più a tutti i brani.

Dal punto di vista dei testi, invece, la band ha affermato che quest’ultimo è un album più consapevole, un’ode alla giovinezza che svanisce e al disincanto che prende il sopravvento. Anche loro, come molti altri artisti in questo particolare momento storico, raccontano le vicissitudini dell’essere umano dei nostri tempi e le difficoltà che affronta quotidiamente.

Avvio epico quello di ‘Wild Iris’ che mostra sin dai primi secondi tutto ciò di cui abbiamo appena parlato: il cuore giovane e vibrante all’interno di un corpo che invecchia e che non vuole essere normale o camminare in linea retta come tutti gli altri. Un brano complesso e articolato anche dal punto di vista di voce e cori, i quali ripetono alcune frasi del testo con tono marziale. Più di ampio respiro ‘Holiness Movement’ e ‘Swans in a Field’, quest’ultimo in particolare legato molto alle origini, con lievi e azzeccate velature elettroniche.

La quarta traccia ‘Deluge’ esplora invece la dicotomia tra radicalismo ingenuo dell’essere ragazzi e i calcoli distaccati dell’età adulta, mescolando suoni minimal e orchestrali, abrasioni elettroniche e il calore delle chitarre acustiche. Il testo è stato ispirato da Pär Lagerkvist, scrittore conterraneo che vinse il premio Nobel per la Letteratura nel 1951, le quali opere si incentrano principalmente sulla sottile linea tra giusto e sbagliato, bene e male. Ma allora, viste tutte queste contrapposizioni e lotte interiori, perché il titolo dell’album brilla? Sicuramente perché la band vede una luce fuori dal tunnel, un futuro diverso, di certo migliore.

Tracklist

1. Wild Iris
2. Holiness Movement
3. Swans In A Field
4. Secret Youth
5. Rite of Passage
6. Deluge
7. Leave Us Behind
8. Memorabilia.

Lineup

Jakob Hemström – voce e chitarra
Oskar Nilsson – batteria