Marillion – An Hour Before It’s Dark: Live in Port Zélande 2023

Il 02/07/2024, di .

Gruppo: Marillion

Titolo Album: An Hour Before It’s Dark: Live in Port Zélande 2023

Genere: ,

Durata: 103:12 min.

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‘An Hour Before It’s Dark: Live in Port Zélande 2023’, segna il ritorno della leggendaria prog band inglese dei Marillion. Ormai è diventata una consuetudine dal lontano 2002 (con un appuntamento biennale) il Marillion Weekend: un fine settimana speciale che tutti i fan, arrivati da ogni parte del mondo, vivono insieme alla band che si esibisce dal vivo con spettacoli sempre diversi e con setlist che comprendono l’esecuzioni di album completi, dal primo all’ultimo brano, uniti a quelli preferiti dal pubblico e quasi sempre con ospiti a sorpresa.
L’ultimo in ordine di arrivo si è svolto al Center Paris di Port Zélande, nei Paesi Bassi, dal 17 al 19 marzo 2023. Nella serata di sabato 18 marzo i Marillion, con il loro spettacolare live, hanno eseguito l’album ‘An Hour Before It’s Dark’, tra proiezioni, effetti laser e una band in piena forma, per un concerto imponente.
Il disco scritto durante la pandemia e il Covid (era stato pubblicato nel 2022) testimoniava emotivamente lo stato d’animo terribile di quei giorni da dimenticare. La versione dal vivo dell’album, appena pubblicato, era stata annunciata con il singolo e video di ‘Reprogram The Gene’.

L’idea di trascorrere un intero weekend con Steve Hogarth (voce, tastiere e percussioni), Steve Rothery (chitarre), Mark Kelly (tastiere e programmazioni), Pete Trewavas (basso) e Ian Mosley (batteria), diventa imperdibile con l’aggiunta di ospiti inaspettati e un clima di amicizia e condivisione, quasi come se si fosse davanti a pochi intimi, a tu per tu con i membri della band, per diventare protagonisti assoluti dello show partecipando ai brani e ai simpatici siparietti del buon Steve tra una canzone e l’altra. Come sempre, ciliegina sulla torta, alla fine della scaletta, i Marillion regalano a tutti l’esecuzione di qualche grande classico del loro repertorio (in questo caso ‘Afraid Of Sunlight’ e ‘The Space’ su tutte) ed è una grande festa.

Dopo tanti anni di carriera e più di 20 album realizzati, ognuno potrebbe avere una diversa opinione sulla musica dei Marillion, ma quello che non si discute è la coerenza e la professionalità di un gruppo che resta immutata dal loro debutto del 1983. Agli esordi la formazione aveva cambiato diversi batteristi e il vocalist originale Fish aveva lasciato la band nel 1988 dopo pesanti divergenze, ma poi il nucleo dei Marillion è rimasto invariato da decenni. Non ci sono molti i gruppi rock che possono eguagliare questo risultato che testimonia anche la costanza della loro proposta musicale. Ma in tutti questi anni lo stile dei Marillion è cambiato molto, a volte sottilmente, passo dopo passo e album dopo album. Se all’inizio degli anni ’80 i Marillion erano stati etichettati come cloni dei Genesis, oggi la musica della band suona più come un gruppo art rock che un gruppo prog. Tuttavia, le radici prog dei Marillion si possono ancora sentire e percepire fortemente nella loro musica. Ne sono un esempio le canzoni, spesso molto lunghe, accolte sempre positivamente da uno zoccolo duro di fan molto fedeli. Un modo per ripagare la coerenza e l’impegno di una band che è sempre stata attenta alle persone presenti ai loro spettacoli e a quelli che non li hanno mai abbandonati.

L’esecuzione live di ‘An Hour Before It’s Dark’ è caratterizzata da un suono “cinematografico” e da un forte pathos emotivo. La band è perfetta, Steve Rothery non finisce mai di sorprendere con i suoi arpeggi e assoli melodici che fanno da contraltare al muro di tastiere di Mark Kelly, imprescindibili per il suono Marillion 2024.
La sezione ritmica impeccabile di Ian Mosley (batteria) e Pete Trewavas (basso) cementa il tutto e si incastra alla grande tra le evoluzioni vocali di Steve Hogarth, un vero e proprio istrione camaleontico che cattura l’attenzione di tutti.  ‘An Hour Before It’s Dark: Live In Port Zelande 2023’ contiene diverse lunghe suite. Tra tutte, in apertura, ‘Be Hard On Yourself’ che invita a guardarsi allo specchio e a essere duri con se stessi (come suggerisce il titolo). Siamo sprofondati nel cieco consumismo e stiamo distruggendo il pianeta solo per renderci la vita più facile possibile? Una domanda sempre attuale e alla quale ogni tanto dovremmo provare a dare una risposta. ‘Reprogram The Gene’ è semplicemente fantastica, molto intensa e con Steve Rothery in evidenza. ‘Murder Machines’ descrive gli esseri umani in modo perfido come “macchine assassine” che involontariamente e inconsapevolmente trasportano virus che possono essere fatali per altri esseri umani. Situazione che viene completamente ribaltata dai 15 minuti di ‘Care’. Una specie di inno epico per tutto il personale medico che si è sacrificato per altre persone in circostanze precarie. I nuovi eroi in bianco della pandemia e del millennio. 

Musicalmente l’album conferma lo stato di grazia di una band ormai consapevole dei propri mezzi tecnici e del suo status notevole che dal vivo trova la sua massima espressione.
I classici inseriti in coda del live concludono un evento bellissimo e che rimanda direttamente al prossimo che verrà. Un altro tassello che si aggiunge alla lunga storia dei Marillion e che rende emozionante il panorama musicale rock, sperando ancora per molto con nuovi dischi e nuovi Marillion weekend. E questo ci rende super felici.

Tracklist

01. Be Hard On Yourself
02. Reprogram The Gene
03. Only A Kiss (Instrumental)
04. Murder Machines
05. The Crow And The Nightingale
06. Sierra Leone
07. Care
08. Estonia
09. Afraid Of Sunlight
10. Go!
11. The Space
12. Zeparated Out

Lineup

Steve Hogarth (voce, tastiere e percussioni)
Steve Rothery (chitarre)
Mark Kelly (tastiere e programmazioni)
Pete Trewavas (basso)
Ian Mosley (batteria)