Gatecreeper – Dark Superstition

Il 24/06/2024, di .

Gruppo: Gatecreeper

Titolo Album: Dark Superstition

Genere:

Durata: 37:22 min.

Etichetta: Nuclear Blast

70

Ho trascorso l’intera parte finale della scorsa estate a incensare i Gatecreeper, dopo l’ottima impressione che mi avevano fatto al Frantic Fest 2023. Ne avevo ben donde, data la loro fede al limite del proselitismo per l’HM2 e per la scena di Stoccolma, ben evidente in ciascuno dei pezzi del set da loro presentato dal vivo. Poi, a casa ho cercato di fare i compiti ma non ho trovato molto materiale per la mia ricerca: quasi nulla sul Tubo, quasi nessuna info in giro a parte quelle reminiscenze degne di un capitolo dell’opera di Daniel Ekeroth o di uno spin-off dell’ipotetica biografia di Leif Cuzner.
E invece, sorpresa delle sorprese, mamma Nuke mette sotto l’albero del Calendimaggio questo ‘Dark Superstition’, che scopro essere il terzo full length del quintetto nativo dell’Arizona. Attenzione, lo Stato di provenienza non sembra essere un dettaglio da poco, data la copertina in stile ‘The Best, The Rest, The Rare’ qui dispiegata e la presenza nella loro discografia di un album dal titolo ‘Deserted’. Le sorprese, poi non finiscono qui, dato che la passione per Entombed e Dismember non si ferma per Eric Wagner (sì, si chiama proprio così…) e soci al semplice kit da true metaller d’ordinanza, ossia ai demotapes e al primo album, ma prosegue inesorabile verso quell’evoluzione “normalizzante” degli anni ’90, con il suo carico di hook e ricerca del “roll” sia nel rock che nel death.
Il risultato? Beh, la coppia di attacco ‘Dead Star’ e ‘Oblivion’ (anche se messa così ricorda un unico, vecchio pezzo dei Loudness) ha decisamente il suo perché, anche se sin dall’inizio la timbrica di Chase H. Mason ricorda pericolosamente quella del mio amato Roger Miret degli Agnostic Front, altra cosa che nelle giuste dosi non è affatto un male e che rispetta la passione da parte di certa scena svedese per gente tipo i Converge – il cui chitarrista Kurt Ballou si è occupato non a caso di registrazione e missaggio di questo disco.
Certo, sin dalle prime battute di ‘The Black Courtain’ o di ‘Flesh Habit’ è chiaro come si tratti di episodi che rifanno il verso a quelle sonorità edulcorate della seconda fase del gothic metal, complice il 4/4 di riferimento ma anche una certa inclinazione a guardare alla terra degli Angli rispetto alle succitate influenze scandinave. È vero, non si può fare a meno di pensare a ‘Draconian Times’ e ai suoi singoloni, e restando in tema del cosiddetto Black Album dei Paradise Lost va osservato che ‘Superstitious Vision’ ha tutta l’aria di voler omaggiare in chiave doomy ‘Shadowkings’ e ‘Once Solemn’ in un colpo solo, godendo di quell’aria da “pezzo-in-mid-tempo-messo-lì-per-riprendere-respiro”.
Attenzione, però: i Gatecreeper non sono stati gettati nell’arena per scrivere un disco a tavolino con un occhio ai nostalgici di questa o quell’altra sonorità. Ne è esempio ‘A Chilling Aura’ che ripreme decisamente sull’acceleratore, o magari l’approccio “ignorante” di ‘Mistaken For Dead’, laddove la conclusiva ‘Tears Fall From The Sky’ fa il giro completo e supera la boa dei battiti radio-friendly, rallentando ulteriormente e riportando la lancetta piuttosto su dischi del calibro di ‘Gothic’, tanto per non perdere i riferimenti albionici.
Ecco, se ‘Dark Superstition’ sia o meno il nuovo stendardo del death metal americano, non sta a noi dirlo né tantomeno applicare il termine “nuovo” a questo amarcord per cui si va spesso in brodo di giuggiole, da queste parti. Certo è che tra i suoi solchi affiora una tendenza “normalizzatrice” che non è esattamente quello che ci si aspetterebbe, da chi si professa seguace di un certo filone pur dispiegando un’immagine più retro rock che dedita all’estremo. Non lo facevano i secondi Entombed, ma neanche i terzi, se è per questo. Tuttavia, sono sicuro che il terzo disco dei Gatecreeper sarà un album che tornerà volentieri in un’ipotetica playlist estiva, quasi come ‘To Ride, Shoot Straight, and Speak the Truth’. Quasi, eh.

Tracklist

01. Dead Star
02. Oblivion
03. The Black Curtain
04. Masterpiece Of Chaos
05. Superstitious Vision
06. A Chilling Aura
07. Caught In The Treads
08. Flesh Habit
09. Mistaken For Dead
10. Tears Fall From The Sky

Lineup

Chase H. Mason: vocals
Eric Wagner: guitar
Matt Arrebollo: drums
Israel Garza: guitar
Alex Brown: bass