Rotting Christ – Pro Xristou

Il 17/06/2024, di .

Gruppo: Rotting Christ

Titolo Album: Pro Xristou

Genere: ,

Durata: 46 min.

Etichetta: Season Of Mist

70

Il disco non inizia male… L’intro ‘Pro Xristou’, sebbene sia considerabile appunto solo come una intro, è potente e marziale, con il suo scandire su una roccioso riff sottostante nomi di Re e divinità pagane esistenti appunto “prima di Cristo”. La oramai conosciutissima prima traccia – ‘The Apostate’ getta un immediato ponte con il passato più recente del leader Tolis: impossibile non trovare nel diffuso uso delle spoken word e negli epici (ma decadenti) cori di questo brano echi nemmeno tanto nascosti del capitolo solista ‘Among The Fires Of Hell’ di Sakis stesso. Un passato più lontano (inizi Anni ‘00) viene richiamato dal growl e dalle strutture chitarristiche di ‘Like Father Like Son’; e cosi anche ‘The Sixth Day’ esplora poi momenti diversi della discografia dei Nostri, con un brano dotato ancora una volta di una sezione chitarrista gustosa e incisiva, ma dal quale ci aspetteremmo magari una maggior furia sia esecutiva che vocale. Aggressività che arriva con la successiva ‘La Lettera Del Diavolo’; ma che non viene doppiata dalla successiva ‘The Farewell’ un’altra composizione mid-tempo più riflessiva che mostra l’anima non più incendiaria della band ellenica, nonostante la presenza qui di un buon growl. ‘Pix Lax Dax’ e ancor di più la successiva ‘Pretty World Pretty Dies’ si ricongiungono a livello di sonorità con quelle già descritte dell’opener ‘The Apostate’, definendo ancora meglio la natura ‘calda’ ma volutamente riflessiva dell’intero album, con poi la sola ‘Yggdrasil’ a cercare di irrobustire un po’ i toni, provandoci però con un approccio sì epico ma un po’ troppo fiacco per quello che ci aspettiamo da una band che in passato nemmeno così lontano ha composto lavori fulminanti quali ‘Aealo’. Con ‘Saoirse’ si chiude la battaglia, un altro brano piacevole, ottimo dal punto di vista delle scelte effettuate sulle sei corde, ma dotato di un impalpabile senso di incompiuto che forse la frena un po’.

Beh, la nostra l’abbiamo detta… e stavolta abbiamo anche volutamente saltato una sezione introduttiva, come facciamo almeno nelle recensioni di chi qui sta scrivendo. Perché? Perché cambiare una formula lavorativa fatta e consolidata non è un lavoro facile. Già, noi di dubbi ne abbiamo avuti nel farlo… approcciare uno scritto con una modalità del tutto differente da quanto siamo abituati a fare non si è rivelato facile, e questo approccio non verrà riproposto tanto presto, statene certi. Però, ci ha permesso di capire una cosa, riguardo al ‘tradimento’ di cui tanti accusano i Rotting Christ attuali. Che anche un lavoro come ‘Pro Xristou’, così lontano come approccio e sound da quelli che sono gli album preferiti della band, non deve essere stato facile da comporre ‘forzatamente’. Voglio dire: se vuoi fare un lavoro che accontenti il fan o la maggioranza di essi, e ti chiami Rotting Christ, forse conviene cavalcare la feroce intransigenza di ‘La Lettera Del Diavolo’ piuttosto che girare continuamente intorno a meditabonde melodie di chitarra che supportano una voce sì sporca e dura, ma mai cosi tanto poggiata sulla scelta melodica piuttosto che di rottura. Però, oramai, il volto di Sakis Tolis sembra essere questo. È un volto mefistofelico e maligno sempre, ma nei cui occhi – invece del furore di un tempo – notiamo consapevolezza, esperienza e forse – perché no, non lo neghiamo – un po’ di stanchezza. Emozioni queste che ci consegnano un Tolis malinconico e riflessivo, che – esattamente come nel suo album solista di qualche anno fa – preferisce toccare sempre i temi a lui cari (il passato, paganesimo, eroi e divinità) ma con un approccio più nostalgico, che nasconde la voglia di mettersi ‘contro’ che lo animava un tempo per mostrare semplicemente un acceso… amore, per questi temi e sonorità.

Anche senza introduzione, la recensione crediamo abbia detto la sua, speriamo intrattenendovi e spingendovi a leggerla fino in fondo: anche ‘Pro Xristou’ lo fa, e risulta – secondo noi – un album anche superiore al precedente ‘The Heretics’. Vorrete farvi convincere, nonostante siate stati avvisati che quello che sentirete è si al 100% Rotting Christ, ma privi di quell’odio e di quella ribellione giovanile che magari tanto vi piaceva? Decidete voi, per noi l’album è tutto sommato promosso, al netto di alcuni passaggi invero un po’ troppo trascinati per il lungo.

Tracklist

01.Pro Xristou (Προ Χριστού)
02. The Apostate
03. Like Father, Like Son
04. The Sixth Day
05. La Lettera Del Diavolo
06. The Farewell
07. Pix Lax Dax
08. Pretty World, Pretty Dies
09. Yggdrasil
10. Saoirse

Lineup

Sakis Tolis: guitars, vocals
Kostas Foukarakis: guitars
Kostas Cheliotis: bass
Themis Tolis: drums