Ufomammut – Hidden
Il 21/05/2024, di Marina Fulco.
Il 17 maggio è uscito ‘Hidden’, per l’etichetta Supernatural Cat Records, ovvero il nuovo e undicesimo album degli Ufomammut, trio piemontese formato da Urlo (voce, basso, synth), Poia (chitarra, synth) e Levre (batteria).
Il disco rivela sin dall’inizio la potenza espressiva dei suoi membri: una chitarra incisiva, reminiscenze alla Sleep con melodie funeree e suoni pesanti che richiamano gli Electric Wizard; la voce di Urlo apre la mente a visioni oniriche, mentre il titolo stesso dell’album, ‘Hidden’, sembra essere un invito a scoprire ciò che è nascosto dentro di sé. Se l’album precedente si distingueva per una maggiore tranquillità espressiva, privilegiando gli strumenti rispetto alla voce, ‘Hidden’ riporta l’energia già presente nell’ottavo album della band, con una forte impronta stilistica formata dalla distorsione della chitarra e dalla voce cupa.
Le tracce dell’album meritano un’analisi attenta. ‘Crookhead’, che supera i dieci minuti di durata, si presenta come una gemma sonora. A partire da una intro silenziosa e paludosa, formata da suoni elettronici che ci conducono verso rabbiose esplosioni di chitarra e batteria che si inseguono all’unisono verso un completamento finale fatto di suoni elettrici e tastiere. I primi minuti, come vuole la tradizione doom, sono esclusivamente strumentali, per lasciare il posto alla voce di Urlo che mi rimanda istintivamente ai primi Korn, ai Conan ma anche ai Melvins. Pesanti pennate di chitarra distorta invogliano a stare sotto il palco ad ascoltare e muovere la testa a ritmo. All’interno della stessa traccia, scoviamo la presenza di diversi generi, che conferiscono varietà e incoraggiano a riavvolgere il nastro e riascoltare per trovare un passaggio che ci siamo persi.
L’unione di potenti rullate ripetute con lo slide della chitarra caratterizza ‘Kismet’, un brano formato dall’alternanza tra parti vocali e strumentali, con elementi fortemente post-metal ma che al suo interno variano includendo anche elementi space rock, con suoni elettronici che danno un carattere futuristico verso un ritmo ipnotico che fa perdere la cognizione spazio-temporale.
Il ritmo martellante costernato da voce e chitarra potenti, rimandano il brano ‘Spidher’ ai primi lavori degli Ufomammut, con cambi di velocità e suoni elettronici. Un’altra traccia molto interessante ed una tra le due più lunghe di tutto il disco è ‘Mausoleum’. Con suoni elettrici che introducono voci bisbigliate, il lamento straziante di una donna viene poi coperto dal suono della musica. Varietà di stili e cambiamenti di tonalità caratterizzano questa traccia, con una parte finale che rimanda ai Pink Floyd.
Sempre sullo stile floydiano troviamo l’ultimo brano, il più lento di tutto l’album, ovvero ‘Leeched’, che esprime tutta la sua forza strumentale. Incede con un’atmosfera cupa e inquieta formata da tamburi e basso distorto, segue una parentesi che sembra essere uscita da ‘The Wall’, per tramutarsi poi, in un ritmo più moderno.
In conclusione, gli Ufomammut confermano la propria maestria nel creare un’esperienza sonora avvincente che si rivela sempre più ricca ad ogni ascolto. All’interno dell’album, troviamo diversi generi, tra i più interessanti degli ultimi tempi. Questo disco, si distingue per la sua complessità e profondità, confermandoli ancora una volta come punto di riferimento nella scena musicale italiana e internazionale.
Tracklist
01. Crookhead
02. Kismet
03. Spidher
04. Mausoleum
05. Leeched
06. Soulost
Lineup
Urlo (voce, basso, synth)
Poia (chitarra, synth)
Levre (batteria)